FLASH! - FERMI TUTTI: NON E' VERO CHE LA MELONA NON CONTA NIENTE AL PUNTO DI ESSERE RELEGATA…
Massimo Gaggi per “Il Corriere della Sera”
«Il futuro? Non so ancora, adesso assorbo il presente, un momento di grande gioia». Ha parlato brevemente con i giornalisti l’altra notte Amanda sotto il portico della modesta casa della madre, Edda Mellas, nel verde di West Seattle. Oggi splende il sole e la casetta col giardino nel quale è parcheggiato un piccolo cabinato (siamo a meno di un chilometro dalle acque del Pudget Sound) è immersa nel silenzio.
AMANDA KNOX CON IL PROMESSO SPOSO
Ieri erano state grida di giubilo: l’avvocato Carlo Dalla Vedova aveva appena comunicato ad Amanda la decisione della Cassazione. Poi gli amici hanno festeggiato coi fuochi d’artificio da Salty’s, un ristorante sul mare che è sempre stato il ritrovo dei suoi «supporter», fin dall’organizzazione della «colletta» del 2009 per pagare le spese legali.
Per la Knox è l’alba di una nuova vita. Il macigno della possibile estradizione e del ritorno in carcere è svanito per sempre e lei sembra incredula, oltre che sollevata. «È stato un viaggio durissimo per lei, le ha lasciato profonde cicatrici» dice Karen Pruett, una delle persone che a suo tempo organizzò il «fund raising» per aiutarla. Da oggi Amanda può dedicarsi anima e corpo alla sua passione, la scrittura creativa.
Da qualche mese collabora col West Seattle Herald , un piccolo giornale per il quale scrive articoli che spaziano dal teatro alla natura selvaggia: un giorno la dotta critica di un «Messiah» di Hendel rappresentato in chiave post-moderna, il giorno dopo corre in difesa dei coyote che ai primi freddi scendono in città: «Non è un’invasione, ci aiutano: mangiano i roditori e non attaccano l’uomo. Ma state attenti col cibo: per quello diventano aggressivi».
Poi c’è da organizzare il matrimonio. Nella movimentata vita sentimentale di Amanda si sono succeduti negli ultimi anni tre fidanzati: David Johnsrud che stava con lei prima che venisse in Italia e le è rimasto vicino durante la detenzione nonostante la sua storia con Sollecito. Poi James Terrano. Ma dall’anno scorso il suo cuore batte solo per Colin Sutherland. Il giovane musicista (27 anni come Amanda), soprannominato «Thunderstrike» suona la chitarra basso in un gruppo rock, «The Johnny Pumps», la cui musica viene definita «impure metal», con un sottofondo punk. Amanda lo ha raggiunto a New York, dove lui vive e suona.
Per un po’ è stata con lui a Brooklyn. Ma ora pare che Colin, che ieri era al suo fianco, si sia trasferito a Seattle. E papà Curt qualche giorno fa ha confermato che presto i due si sposeranno, probabilmente in estate. E che, punk o non punk, Colin è già stato protagonista di una tradizionalissima festa familiare, il 3 febbraio scorso, per ufficializzare il fidanzamento.
Chi la conosce, dice che Amanda in questi anni ha cercato in tutti i modi di mostrare forza e di riacquistare la sua serenità, ma l’ombra di Meredith e la pressione della vicenda giudiziaria hanno continuato a scandire la sua vita. Che lei ha cercato di cambiare più volte. Prima ha ripreso gli studi di linguistica e scrittura interrotti durante la detenzione. E nove mesi fa si è finalmente laureata alla Washington State University. Poi ha lasciato la casa dei genitori per andare a vivere con l’amica del cuore, Madison Paxton, in un miniappartamento di Maynard Avenue, nel cuore della vecchia Chinatown, un quartiere che a Seattle ha un sapore alternativo, oltre che etnico.
Quindi un altro trasloco, il trasferimento a New York, dove è stata più volte ripresa mentre abbracciava e baciava con passione Colin, incurante di chi stava a guardare. Momenti di spensieratezza sul grande pontile di legno di Coney Island: la passeggiata sull’oceano dei residenti di Brighton Beach, sulla punta di Brooklyn. Poi il ritorno a Seattle. Inatteso come l’annuncio del fidanzamento. Chi è oggi, davvero, Amanda? Capelli corti, ingrassata, occhiali fuori moda, dimostra ben più dei suoi 27 anni. Certamente non è più la «bella con lo sguardo assassino» che ha alimentato per anni le cronache. È cambiata lei? È stata la strategia imposta dalla Gagerty Marriott, l’agenzia specializzata in «crisis management» assunta dai Knox per gestire l’immagine di Amanda e i rapporti con i media in questi anni terribili e, per lei, ancora pieni di insidie?
Di certo dopo il libro (che le ha fruttato 4 milioni di dollari) e il film sulla sua vicenda, Amanda, pur non nascondendosi, ha evitato i riflettori (Donald Trump le aveva pronosticato una carriera televisiva, tra un «reality» e l’altro). Ma c’è qualcosa che non quadra in questo ritorno alla normalità. Come David, il primo fidanzato che era stato suo compagno di scuola, e come James, il secondo, conosciuto all’università di Seattle prima di andare a studiare a Perugia, anche Colin viene dal passato di Amanda. Un passato ancor più remoto: erano amici d’infanzia. Sembra quasi che Amanda non riesca a costruire relazioni nuove, a fidarsi di altri. Ieri dicevo: «Meredith era mia amica. Meritava moltissimo dalla vita. Io sono quella fortunata». Il colpo di spugna della Cassazione ha spazzato via molte nuvole. Ma non, forse, gli incubi di quella notte di otto anni fa.
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