DAGOREPORT – DANIELA SANTANCHÈ NON È GENNARO SANGIULIANO, UN GIORNALISTA PRESTATO ALLA POLITICA…
Gianluca Paolucci per “la Stampa”
Chissà se oggi è davvero «il giorno del giudizio per i padroni del mondo», come dicono le associazioni dei consumatori Adusbef e Adiconsum. I «padroni del mondo» sono le agenzie di rating Standard and Poor' s e Fitch e oggi a Trani arrivano al termine i processi contro di loro, seguiti dalla Puglia fino a fino a New York seppur interrotti di tanto in tanto dalla normale attività di un tribunale di provincia.
Qualche furto, qualche truffa, una volta perfino un tentato omicidio che ha richiesto la sospensione dell' udienza per sentire la versione della vittima: «Ho suonato il campanello e quello mi ha sparato». Da Wall Street alla strada in tempo zero. Il reato contestato è la manipolazione del mercato e il periodo in esame è quello dell'«attacco all'Italia», tra il 2011 e il 2012, quando lo spread saliva alle stelle, il debito pubblico faceva paura e il governo Berlusconi lasciò la scena ai tecnici guidati da Mario Monti.
I processi si svolgono a Trani perché il nostro ordinamento prevede che per i reati commessi all' estero la competenza è della procura che si muove per prima. Elio Lannutti, presidente dell'Adusbef, pensò bene di depositare la sua denuncia contro le agenzie di rating proprio qui a Trani, nella procura di fronte alla splendida cattedrale e al mare.
Nel primo processo, contro S&P, il pm Michele Ruggiero ha chiesto la condanna a due anni per Deven Sharma - all'epoca presidente mondiale di S&P - e a 3 anni ciascuno per altri 4 tra analisti e manager. Nel processo Fitch, nove mesi di reclusione per l'analista David Riley. In entrambi i casi, l' accusa sostiene che l' Italia non doveva essere declassata perché stava meglio degli altri paesi europei mentre le difese replicano che la ricostruzione del pm non risponde alla realtà storica dei fatti.
Il processo contro S&P, dopo 7 udienze davanti al giudice dell' udienza preliminare è iniziato nel febbraio del 2015. Durante 20 udienze sono stati sentiti 24 tra testimoni e imputati, compresi il ministro dell' Economia Pier Carlo Padoan, il suo predecessore Giulio Tremonti e l'ex premier Monti. Tra le parti civili figurano le associazioni dei consumatori ma non il governo, né la Consob che non si sono mai costituiti.
L'unico imputato italiano era Maria Pierdicchi, all'epoca responsabile di S&P per l' Italia.
La sua posizione è stata stralciata e inviata a Milano. Ma la procura lombarda ha archiviato tutto e quelle che a Trani erano affermazioni a supporto dell' accusa (una telefonata intercettata dell' agosto del 2011 nella quale sollecitava di rinviare il giudizio sul rating italiano in virtù della situazione politica molto fluida, con Berlusconi già in bilico) a Milano, dove c'è un intero pool di magistrati specializzati nei reati finanziari, diventano argomenti a sua difesa.
Un altro passaggio significativo è quello del 22 settembre 2014. Quel giorno, il pm Ruggiero tiene le sue conclusioni davanti al Gup. Ricostruendo i fatti a supporto dell' accusa, cita un articolo del Corriere della Sera nel quale viene attribuita a Monti la frase «attacco all' Italia» per il declassamento di due gradini del giudizio sul paese effettuato da S&P nel gennaio del 2012. Sennonché lo stesso Monti, sentito dal pm Ruggiero il 25 marzo del 2014, sei mesi prima dell' udienza dal gup, smentisce - come poi ribadirà in aula - di aver mai detto quella frase. Con contorno di siparietto tra i due.
Il pm: «Io davo credito al giornalista che la vedeva irritato, parla proprio di irritazione (...)». Monti: «No, no, ma se adesso addirittura accreditiamo gli ottimi cronisti che seguono Palazzo Chigi della capacità di interpretare gli stati d' animo... no, no, la prego, cerchiamo di stare sul pezzo». Quando avviene l' udienza dal Gup, il pm usa l' articolo su Monti ma non la sua smentita e la difesa non sa cosa dice Monti, perché la testimonianza, vecchia di sei mesi, non è stata ancora depositata. Incuranti del possibile Armageddon, i tranesi si godono il sole di marzo.
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