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BOSSETTI DELITTI IMPERFETTI – DOMANI UDIENZA PRELIMINARE PER IL DELITTO DI YARA E IL MURATORE PARLERÀ IN AULA – CON L’AVVOCATO NON SI CAPACITA DI COME MAI SIA ANCORA IN CELLA – A PESARE SONO LE TRACCE DEL DNA E IL VIDEO DI QUEL FURGONE COME IL SUO – IL MOMENTO DELL'ARRESTO (VIDEO)

1.IL VIDEO DELL’ARRESTO DI BOSSETTI DA “QUARTO GRADO”

 

 

2. YARA, DOMANI UDIENZA PRELIMINARE. IL MURATORE: «PERCHÉ IO ANCORA IN CELLA?»

Giuliana Ubbiali per il “Corriere della Sera

 

CHIGNOLO IL LUOGO DEL RITROVAMENTO DI YARA GAMBIRASIOCHIGNOLO IL LUOGO DEL RITROVAMENTO DI YARA GAMBIRASIO

«Scusi avvocato, perché sono ancora in carcere?». Dieci mesi dietro le sbarre, cinque giudici che gli hanno negato la scarcerazione, 60 mila pagine di inchiesta, e Massimo Bossetti non ha cambiato di una virgola la sua verità. Il carpentiere di Mapello imputato dell’omicidio di Yara Gambirasio domani affronterà l’udienza preliminare. Ci sarà — secondo piano del tribunale blindato — e potrebbe rilasciare dichiarazioni spontanee. La battaglia giudiziaria vera sarà però a dibattimento, senza sconti di pena, dove l’imputato vuole difendersi «a costo di rischiare l’ergastolo».

 

L’ultimo suo contatto con il mondo esterno è di venerdì. Al mattino ha incontrato il suo difensore Claudio Salvagni (di recente affiancato da Paolo Camporini) e al pomeriggio la moglie Marita con i tre figli. Nessuna visita invece ieri, anche se sabato è giorno di colloqui, perché proprio questa settimana era festivo. «C’è il tuo Dna e questo è ritenuto sufficiente per tenerti qui», la risposta dell’avvocato alla domanda di Bossetti sul carcere.

 

YARA GAMBIRASIO - MASSIMO BOSSETTI YARA GAMBIRASIO - MASSIMO BOSSETTI

«Non è il mio, non è possibile», il mantra del carpentiere. Poche parole sull’udienza: «Ci siamo salutati con un abbraccio ed è scoppiato a piangere quando mi ha detto che nel pomeriggio sarebbero arrivati i figli — è l’ultima immagine del difensore —. Alterna fasi di lucidità ad altre di grande apprensione. Continua a credere nella giustizia, vive il processo come una liberazione perché spera di poter dimostrare la sua innocenza».

 

Bossetti dovrà però vedersela con l’inchiesta dei grandi numeri racchiusa dal pm Letizia Ruggeri in 59 faldoni: 10 mila pagine solo su di lui, 21 mila prelievi del Dna, 14 mila test, 120 mila contatti telefonici sotto la lente. Uno sforzo investigativo senza pari. Polizia e carabinieri hanno pure ricostruito fino al 1719 l’albero genealogico dell’autista (morto) ritenuto il padre naturale di Bossetti. Hanno recuperato in Marocco un telefonino venduto dall’imputato e hanno trovato Damiana, la vera fidanzatina di un rumeno che secondo una testimone della difesa diceva di avere un’amichetta di nome Yara, a Bergamo.

YARA  YARA

 

L’accusa ha raccolto una mole di indizi che ritiene cementino il pilastro del Dna: quello di Bossetti è sugli slip e sui leggings della vittima, in corrispondenza di un taglio netto. La difesa sa bene che se regge questo elemento, gli altri di contorno valgono come conferma. Così, è la battaglia più impegnativa, punta a minare le basi del pilastro: «Nel Dna c’è la componente nucleare del mio assistito ma non anche quella mitocondriale. L’anomalia va spiegata a processo». Per l’accusa è già chiarita: la traccia è mista con il sangue di Yara che può avere in parte coperto il profilo del presunto killer.

 

BOSSETTI ARRESTATOBOSSETTI ARRESTATO

Poi c’è il resto. Come il furgone ripreso dalle telecamere mentre gira attorno alla palestra da cui scompare Yara, dalle 18 alle 18.47, per poi rispuntare alle 19.51. È l’Iveco Daily di Bossetti, è la certezza del pm che ha mobilitato il progettista e ha fatto fotografare oltre 2.000 mezzi simili nel Nord Italia: nessuno dei conducenti era a Brembate Sopra. Il furgone si vede bene solo in due immagini e va dimostrato che sia di Bossetti, è la linea della difesa. Quei fotogrammi sono le sole tracce del carpentiere. Non si sa cosa abbia fatto il pomeriggio e la sera del giorno del delitto, se non per una fattura di materiale edile delle 14.30.

 

BOSSETTI ARRESTATO BOSSETTI ARRESTATO

E le sue spiegazioni («Sono passato dal commercialista, dal meccanico, da mio fratello e dall’edicola») sono state smentite dalle verifiche. «Chi può ricordarsi che cosa ha fatto quattro anni prima?», obietta il difensore. I binari paralleli di accusa e difesa si incroceranno a processo. Ciascuna parte spiegherà la portata anche degli altri indizi: le fibre sui leggings e sul giubbotto di Yara identiche anche nei quattro colori a quelle dei sedili del furgone di Bossetti, la telefonata dell’imputato alla madre Ester Arzuffi quando la 13enne fu ritrovata senza vita nel campo di Chignolo d’Isola e quell’acquisto di un metro cubo di sabbia, proprio a Chignolo, il 9 dicembre, a tredici giorni dalla scomparsa della bambina.