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PANEBIANCO E OLIO (DI RICINO) - L’EDITORIALISTA DEL 'CORRIERE' DI NUOVO SOTTO ATTACCO ALL’UNIVERSITA’ DI BOLOGNA - “VIGILANZA DINAMICA” PER GLI STUDENTI DI ESTREMA SINISTRA - SERRA VS IL FASCISMO ROSSO: “DISPIACE DOVER AGGIUNGERE CHE MANCAVA SOLAMENTE L’OLIO DI RICINO”

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1.L' AMACA

Michele Serra per “la Repubblica

 

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Visti un paio di video sulla "contestazione" al professor Panebianco all' università di Bologna, va detto che contestazione è la parola sbagliata. In italiano si dice: intimidazione. Esiste una etologia umana - in questo caso di facilissima interpretazione - che non consente equivoci.

 

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Il gruppo contro uno solo, il dito del leaderino puntato addosso all' inquisito (quel dito dice: "tu sei l' imputato, io il giudice"), le urla di scherno quando il bersaglio si allontana perché non sopporta il processo sommario, le urla irate quando il bersaglio osa replicare. Nessuna discussione consentita e nemmeno immaginabile, in quel clima. Gli altri studenti ugualmente intimiditi che assistono in silenzio. Dispiace dover aggiungere che mancava solamente l' olio di ricino.

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È immaginabile che il drappello antagonista consideri la propria violenza infima cosa rispetto alla violenza del potere e degli apparati bellici (dei quali il professor Panebianco è stimato, dai suoi aggressori, la quintessenza, essendo solamente uno studioso che dice e scrive ciò che pensa, come è suo diritto e suo dovere).

 

È un alibi già molto abusato dai violenti di ogni tipo, e come molti abili ha qualcosa di vile. Scarica sul mondo cattivo la responsabilità dei propri gesti, dei propri atti, delle proprie parole. Dei quali, invece, ognuno di noi porta la croce, sia esso un generale, un pacifista, un editorialista, uno studente.

 

2.NUOVO BLITZ CONTRO PANEBIANCO

Gianluca Rotondi per il “Corriere della Sera

 

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Una nuova violenta contestazione verbale, la seconda in 48 ore, ha costretto ieri mattina Angelo Panebianco a interrompere la sua lezione del corso «Teorie della pace e della guerra» e a spostarla in un' altra aula di Scienze Politiche dell' Università di Bologna. I contestatori, una decina di un collettivo di estrema sinistra, hanno aspettato che iniziasse la lezione, poi l' hanno bersagliato di insulti.

 

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«In questo palazzo non può parlare perché è un guerrafondaio», ha urlato uno di loro. «Non sono un guerrafondaio, uscite da questa aula», ha risposto il professore che dopo aver preso atto della impossibilità di proseguire ha chiamato la sicurezza e spostato la lezione.

 

Lunedì altri antagonisti avevano interrotto la lezione a suon di insulti e rumori di guerra veicolati da una cassa. Gli studenti si erano ribellati e dopo alcuni lunghi minuti i contestatori avevano abbandonato l' aula. Erano seguite la condanna trasversale del mondo politico e accademico (in 90 hanno firmato un documento di sostegno al collega) e la solidarietà unanime al politologo ed editorialista del Corriere, finito nel mirino dei collettivi bolognesi per un editoriale pubblicato lo scorso 15 febbraio dal titolo «Noi in Libia saremo mai pronti?».

Angelo Panebianco Angelo Panebianco

 

Già in passato il professore era stato oggetto di due durissime contestazioni, quando gli murarono lo studio e imbrattarono la porta d' ingresso. Sempre e solo per aver espresso un' opinione. Ieri, alla fine della lezione, Panebianco ha lasciato l' Università, seguito a vista dagli agenti della digos. La Procura di Bologna ha aperto un' inchiesta per interruzione di pubblico servizio e delegato indagini per identificare i responsabili che peraltro hanno agito a volto scoperto e postato un video del blitz.

Panebianco Panebianco

 

Anche l' Ateneo sembra voler fare sul serio e minaccia sanzioni disciplinari: «Troveremo un modo perché questo pubblico servizio venga svolto regolarmente - ha detto Pina Lalli, vicepresidente di Scienze politiche -. Stiamo ragionando su quali azioni prendere per evitare episodi simili».

 

Quanto accaduto a Panebianco, additato come un simbolo da zittire, è seguito con la massima attenzione da questura e prefettura. Si sta valutando una forma di protezione per garantire la sua sicurezza, non solo dentro l' Ateneo. Si va verso una forma di vigilanza dinamica, una misura che consentirà di monitorare l' abitazione e i suoi spostamenti.

Panebianco Panebianco

 

Il tema sarà al centro del comitato per l' ordine pubblico e la sicurezza convocato per domani in prefettura e a cui è stato invitato il rettore Francesco Ubertini per capire come tutelare il professore anche all' interno dell' Università. Subito dopo il prefetto Ennio Mario Sodano proporrà a Roma la misura di protezione da adottare.