DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE…
1 - GABRIELE IL CAMALEONTE "MANIPOLAVA LE DONNE CON LE SUE MILLE FACCE"
Paolo Griseri per “la Repubblica”
Gloria certo. Ma anche Laura e poi Claudia e poi Sofia. Non Marzia, che pure dice: «Abbiamo avuto una frequentazione per due mesi». Ma anche Roberto, il complice, e prima ancora Luca, l' ex fidanzato, parrucchiere a Pinerolo. Amori intensi, fugaci, di passione e di interesse. Amori di tutti i generi. «Una figura camaleontica», sintetizza il suo legale, Pierfranco Bertolino. Una figura con tante facce. Tante quante le relazioni che ha intrecciato nei pochi anni della sua giovane vita da adulto.
Gabriele Defilippi, glaciale e disperato, con gli occhi freddi o pieni di lacrime a seconda degli interrogatori e, forse, delle convenienze. Lo spietato cacciatore di prede: «Ho deciso di cercare nel mio panorama sociale la persona adatta per la truffa. Gloria era benestante». E il contrito ragazzo che si è lasciato sfuggire la situazione di mano: «Non capisco come sia andata a finire così. Mi dispiace. Ma in quei momenti, mentre Roberto stringeva la corda intorno a Gloria, ho avuto paura anch' io».
marzia lachello la maestra di sanremo
Qual è il vero Gabriele? Se si dà credito al suo legale, che ha chiesto una consulenza psichiatrica di parte, il vero Gabriele non c'è. Ce ne sono tanti. Lui di sé racconta un' infanzia difficile: «Alle scuole medie venivo preso di mira per la mia esuberanza. Da sempre sono stato vittima di bullismo, anche per il mio aspetto che, mi rendo conto, all'epoca, era un po' particolare».
marzia lachello la maestra di sanremo
All'epoca. Quando la professoressa Rosboch («una persona che si è sempre comportata con me molto correttamente ») cercava di proteggerlo, di aiutarlo a sopravvivere. Ma sei anni dopo, quando Gabriele incontra Marzia, la maestra di Ceresole che andrà al Festival di Sanremo, la sua eccentricità non è venuta meno: «Mi colpiva per la passione con cui studiava, per la profondità dei suoi ragionamenti e per la cura morbosa che aveva della sua immagine». Così racconta Marzia Lachello.
Dice di aver avuto con il ragazzo «un'amicizia e una frequentazione intense, non certo una relazione. Non siamo mai stati insieme». Negli interrogatori Gabriele racconta una storia diversa: «Lei ha sempre cercato una situazione particolare con me ed è per questo che la storia è finita. Abbiamo avuto una relazione sentimentale. A lei però non ho mai chiesto soldi». Ma c' è da credere a Gabriele? Alle sue fughe dalla realtà, ai suoi sogni? E alle sue smargiassate: «Quando ha fatto sesso l' ultima volta? ». Alla domanda di due fan che si definiscono sul web «un po' curiose», lui risponde da consumato viveur: «Lunedì mattina. O martedì. Non ho molta memoria ».
Le ragazzine gli scrivono «sei meraviglioso», ma la scia delle relazioni concluse traumaticamente è lunga quanto quella delle ammiratrici virtuali. Con Laura, la studentessa toscana che si è iscritta all' università di Torino probabilmente per stare vicino a lui, la relazione dura quattro anni. Finisce nel 2013 e lei oggi non vuol più sentirne parlare: «Vi diffido dallo scrivere il mio nome». Sofia è l' attuale compagna. Almeno così dice chi lo conosce bene. Claudia una vedova che ha avuto una relazione con lui qualche mese fa.
Una scia di legami e anche di drammi. Marzia chiede disperatamente di essere lasciata in pace: «Nel giro di una settimana sono passata dal palco di Sanremo alla cronaca nera. Pensavo di essermi lasciata Gabriele alle spalle. Ha avuto un ruolo marginale nella mia vita».
Ma un mese fa quegli occhi glaciali sono tornati a guardarla dal coperchio del frigorifero dei gelati al bar del paese: «Ho visto quella fotografia e ho pensato: io quello lo conosco». È cominciata così l' apprensione di Marzia. Salita quando, giovedì scorso, è stata convocata dai carabinieri perché facesse lei il suo ritratto di Gabriele. Diventata paura la mattina dopo, quando il Samsung della maestra ha avuto una piccola vibrazione: «Ehilà, ciao come stai? Sto leggendo i giornali adesso. Ma sei stata interrogata?». «Scusa chi sei?».
«Sono Gabriele. Ho letto adesso e sono rimasto a bocca aperta. C' è roba assurda ».
Sono le 9.58 di venerdì mattina. È uno degli ultimi messaggi da uomo libero, una delle ultime trasformazioni della realtà. Nel pomeriggio Gabriele sarà interrogato e crollerà. Il suo castello diventerà fragile.
Non ci sono più ragazze da illudere, mondi lontani da sognare, fughe da progettare. Il ritorno alla realtà è violento come il tuffo al cuore in un ascensore che precipita a terra: «In relazione all' accusa che mi viene mossa, ammetto l' addebito e voglio a questo punto rendere dichiarazioni in merito alla vicenda». Nelle stesse ore Marzia comincia una nuova battaglia: «Non voglio che i bambini della scuola risentano di questa storia assurda. Tornerò presto a insegnare. Siamo rimasti indietro. Fermi agli australopitechi».
GABRIELE DEFILIPPI CON LA MADRE
2 - L' INTERVISTA «GABRIELE AVEVA TANTI PROBLEMI MI RACCONTAVA DEI SUOI AMORI»
Marco Bardesono per il “Corriere della Sera”
Le luci della ribalta hanno accecato Marzia Lachello. La maestra della scuola più piccola d' Italia chiede che vengano spente. «Desidero ritrovare me stessa e tornare a vivere come sempre. Sono fatta così, d' altra parte se ho scelto di insegnare in un posto di montagna, in un paese molto piccolo, ci sarà un perché».
Sembra il testo di una canzone del Festival di Sanremo sul cui palco Marzia è salita prima ancora di sapere che l' avrebbe investita un ciclone. Spenti quei riflettori, su di lei se ne sono accesi altri: luci sinistre che hanno generato ombre e sospetti. Marzia, seconda insegnante sedotta, truffata e poi abbandonata da Gabriele Defilippi.
«Non è assolutamente andata così - racconta la maestra seduta vicino al suo legale, l' avvocato Paolo Campanale di Ivrea -. Molte cose che hanno scritto i giornali o riportato le tv, sono completamente false. Io con Gabriele non ho mai avuto alcuna relazione». L' insegnante non smentisce i media, ma Gabriele, il suo autentico diffamatore: «Marzia - dice Defilippi e la sua frase viene riportata nell' ordinanza del gip Marianna Tiseo - è venuta a vivere con noi, ed io l' ho frequentata per un periodo, nel senso che abbiamo avuto una relazione sentimentale».
le mille facce di gabriele defilippi
La donna risponde mentre addenta un toast e beve un succo di frutta: «Vede? Dicono che dopo la storia con Gabriele io sarei diventata anoressica, macché. Non c' è stata alcuna relazione. Lui era un ragazzino molto più giovane di me, aveva bisogno di parlare, di confidarsi con qualcuno ed io ho soltanto cercato di aiutarlo.
Lui mi cercava con frequenza, insisteva. Mi diceva dei suoi problemi a scuola, mi parlava dei suoi primi amori». Gabriele insiste: «Tra noi è finita perché - si legge nell' ordinanza - lei ha creato una situazione un po' particolare con me. Mi disse che era gravemente malata (...). Mia madre vedendomi preoccupato le chiese una cartella clinica per capire, ma lei non la produceva, quindi abbiamo compreso che fingeva».
Marzia Lachello allarga le braccia: «Io con quella famiglia ho avuto a che fare per due mesi, da febbraio alla fine di marzo del 2013. Ho fatto del mio meglio per aiutare un ragazzo di diciotto anni che manifestava tanti problemi, poi mi sono allontanata, proprio per non creare equivoci. Tutto il resto (le parole di Gabriele, ndr ) sono solo delle invenzioni».
Marzia Lachello è stata tirata per i capelli in una brutta storia: «Si è detto che fossi l' insegnante di sostegno del fratellino, non è vero. Lo ero di un altro bambino. Si è detto che sia stata derubata di tremila euro e di un' auto, ma figuriamoci: per la mia macchina sono costretta a pagare le rate». Sul punto, forse l' unico, anche Gabriele concorda: «A lei non ho mai chiesto soldi», dice l' indagato al gip di Ivrea.
Assediata dalle tv, Marzia si è sentita braccata e ha trovato sostegno nell' amico avvocato: «Oggi io temo che questa vicenda possa provocarmi dei problemi al lavoro, quella scuola di Ceresole è ciò a cui tengo di più. Insomma, io non ho commesso alcun reato, non sono neppure una vittima, nessuno mi ha raggirato. Ho semplicemente e solo cercato di aiutare un ragazzo che aveva delle difficoltà, perché tutto questo?».
Perché Marzia Lachello è la maestra più famosa d' Italia, perché è salita sul palco dell' Ariston con i suoi due scolari: «Lo so, il motivo è quello. L' ho fatto per loro, per i miei bambini. L' ho sempre detto e colgo l' occasione per ripeterlo oggi. Di andare a Sanremo sono stata indecisa fino all' ultimo, poi mi sono convinta, ma sinceramente ne avrei fatto volentieri a meno. Le luci della ribalta non fanno per me: né quelle del festival, né quelle dei talk show televisivi. La mia vita è insegnare in una scuola di un piccolo paesino di montagna».
3 - IL GIALLO DELLA PISTOLA E DELLE BANCONOTE FALSE DOPO IL DELITTO
Riccardo Bruno per il “Corriere della Sera”
Gabriele mente in continuazione, inventa storie e persone. Lo fa sempre, come una malattia, un ossessione da cui non riesce a liberarsi mai. Anche se è inutile, fuori luogo. Quando ormai il delitto della prof di Castellamonte è stato scoperto e lui ha ammesso di essere un assassino, al magistrato descrive in questo modo cosa sarebbe avvenuto dopo lo strangolamento: «Gloria non era morta, è stata gettata nell' acqua ancora viva, mentre ancora si lamentava, sia da me che da Obert. Preciso: era ancora viva e si è lamentata».
Anche questo è falso, come ha stabilito il medico legale. Gloria Rosboch è morta subito, quando ancora era in auto. Chissà perché Gabriele Defilippi racconta una scena che non ha mai visto, forse per aggravare la posizione del suo amante e complice, Roberto Obert, o forse solo per il bisogno irrefrenabile di cambiare la realtà.
Nell'ordinanza del gip di Ivrea, Marianna Tiseo, che ha confermato il carcere per i due assassini e per la madre di Gabriele, Caterina Abbattista, viene fuori tutto il mondo che si era creato attorno questo ragazzo di appena 21 anni, senza un lavoro ma con uno «standard di vita molto elevato» (come testimonia un giovane conosciuto in una chat erotica), costellata di società finanziarie fasulle, valigette di banconote in facsimile e una pistola semiautomatica. La stessa che Gloria aveva visto nel cruscotto della sua auto e indicato nella denuncia per truffa.
Gabriele dice di averla data a Obert dopo il delitto. E l' amante conferma: «Me l' aveva mostrata una volta per vantarsi... Mi ha detto di tenerla, ma io ho avuto paura e l' ho sotterrata». Insieme all' arma Obert parla anche di «una busta piena di banconote facsimile, 50 e 100 euro» che gli avrebbe consegnato Gabriele sempre in quell' occasione e che lui poi bruciò. Anche Gabriele parla di una borsa con denari falsi, anche se afferma che era di Obert e che forse l' aveva portata con sé il giorno dell' omicidio.
Accusare gli altri, allontanare da sé ogni responsabilità. É una costante per Gabriele. La prima volta che viene sentito, quando la prof è ancora solo scomparsa e lui un testimone che deve però spiegare il presunto raggiro, fa verbalizzare sicuro di sé: «I genitori di Gloria le stavano addosso, abbiamo preparato la finta corrispondenza in modo tale da far realmente credere ai suoi l' esistenza di questi contatti lavorativi all' estero e di una possibilità concreta di un nuovo lavoro».
E i 187 mila euro? «Gloria li ha recuperati, a quel punto io mi ero già fatto da parte». E quando ormai gli inquirenti sanno che è stato lui ad ucciderla, Gabriele prova a scaricare tutto sull' amante: «Mi sono proiettato con avidità nel mio panorama sociale, al fine di trarne profitto, su indicazione chiara di Roberto».
Ricostruisce come sarebbe nata la loro relazione: «Io ero ancora minorenne e abbiamo avuto rapporti sessuali sotto forma di molestia nei miei confronti». E ancora: «Roberto per anni è stato un grande usuraio... È colui che mi ha rovinato». Soprattutto lo accusa di essere l' ideatore prima della truffa e poi del delitto: «Lui prende il cavo e la strozza. Io sono rimasto sconcertato».
Gli inquirenti sono poco convinti della sua versione. Anche Obert ribalta le accuse: «Io non capivo nulla, per pietà l' ho aiutato a trascinarla». E pure lui prova a giustificarsi: «Nel mio obbedire a Gabriele mi comportavano come un servo, sia perché affascinato sia impaurito». Ci sono ancora molti dettagli da chiarire, ma in una cornice ben definita, che la gip definisce di «straordinaria ferocia», opera di personalità «dall' indole particolarmente malvagia e antisociale».
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