maximilian andronikov detto cesar

È INIZIATA LA LOTTA “PARTIGIANA” A PUTIN – PARLA MAXIMILIAN ANDRONIKOV, ALIAS “CESAR”, CAPO DELLA LEGIONE “RUSSIA LIBERA”, I MILIZIANI RUSSI FILO-UCRAINA CHE CONDUCONO INCURSIONI AL CONFINE RUSSO: “IL REGIME DI PUTIN SI PUÒ ABBATTERE SOLO CON LE ARMI. LA POPOLAZIONE CI TRATTA IN MODO AMICHEVOLE” – PER IL CREMLINO È UN NAZISTA TRADITORE DELLA PATRIA: “NON SONO UN UOMO SOVIETICO, SONO RUSSO E CRISTIANO...”

Estratto dell’articolo di Marta Serafini per il “Corriere della Sera”

 

Maximilian Andronikov detto Cesar 2

Per i russi è un estremista e un nazista traditore della patria. Per i suoi seguaci è il liberatore della Russia. Maximilian Andronikov (alias Cesar) è il vicecomandante della legione Russia Libera che conduce incursioni dal territorio ucraino in quello russo e che ieri avrebbe avviato un’operazione su Belgorod e Kursk, come annunciato in un video apparso in rete. Ha risposto al Corriere via messaggio.

 

Chi è lei prima di diventare un miliziano?

«Ho 49 anni, sono nato a Sochi. Negli ultimi 20 anni ho vissuto a San Pietroburgo, sono laureato in pedagogia, ho lavorato come istruttore di palestra e fisioterapista. Sono sposato e ho 4 figli».

 

Maximilian Andronikov detto Cesar

L’accusano di essere un estremista di destra...

«Sono piuttosto conservatore. I miei valori sono la democrazia e la libertà, e sono pronto a lottare per essi. Non sono un uomo sovietico, sono russo e cristiano. Sono un oppositore del regime di Putin. Credo che lo si possa combattere solo con metodi radicali» […]

 

Dicono che ci siano molti prigionieri di guerra russi nella legione...

«È un fake di propaganda diffuso dal Cremlino. I primi legionari erano militari dell’esercito russo che avevano deciso di passare dalla parte dell’Ucraina. Nessuno di noi è costretto a combattere».

 

Crede davvero di rappresentare una seria minaccia per il Cremlino?

Maximilian Andronikov detto Cesar

«Non sono naïf. Ma sono abbastanza realista da sapere che il potere in Russia può essere cambiato solo con le armi».

 

Avete condotto incursioni sul territorio della regione di Belgorod e di Kursk. Come si è comportata la popolazione?

«Quei pochi che abbiamo incontrato non hanno mostrato alcuna aggressività nei nostri confronti, si sono comportati in modo neutrale o amichevole. Li abbiamo protetti dagli attacchi lanciati dai russi».

 

 

 

 

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