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Valeria D' Autilia per “la Stampa”
Lei rifiuta di pagare il parcheggio agli abusivi e loro le danneggiano la macchina. Poi insieme alla sua amica, anziché fuggire, decide di chiamare i carabinieri. E li aspetta, sotto lo sguardo intimidatorio dei tre che, poche ore prima, le avevano chiesto i soldi. Poi racconta tutto sui social, con un video denuncia diventato virale. «Non è normale che sia normale» dice Marianna Panzarino con i suoi 25 anni e una notorietà guadagnata per caso. Una sera d' estate a Bari, al molo San Nicola, dopo una serata con amici. «Torno alla macchina, è danneggiata.
BARI - LA DENUNCIA DI UNA RAGAZZA CONTRO I PARCHEGGIATORI ABUSIVI
Perché non ho pagato il pizzo. Quel pizzo che è d' uso chiedere soprattutto in luoghi non sorvegliati dalle forze dell' ordine». Eppure questa è una zona centrale, a pochi passi dal centro e dal Lungomare. Sa benissimo che quella è la risposta al suo rifiuto. Del resto, ai parcheggiatori abusivi ha sempre detto no, ma mai erano andati oltre.
«Si avvicina un uomo che pretende un euro. Come faccio sempre, gli chiedo perché avrei dovuto darglielo e chi lo aveva autorizzato a stare lì. Risponde che vuole spiccioli. Mi squadra e continua a farlo mentre mi allontano senza dargli nulla. A fine serata, trovo la mia macchina graffiata». Lei e l' amica restano lì, gli abusivi le osservano a poca distanza. Hanno un atteggiamento minaccioso. A quel punto la scelta coraggiosa: chiamare le forze dell' ordine e aspettare.
BARI - LA DENUNCIA DI UNA RAGAZZA CONTRO I PARCHEGGIATORI ABUSIVI
«Spiego che ho un danno e chiedo un intervento per la presenza di questi uomini con fare intimidatorio. Ci fissavano e ci indicavano. Poi uno si è alzato e si è piantato davanti a noi». Nel frattempo Marianna decide di fare un video con il cellulare, raccontando tutto in tempo reale, mentre l' amica la riprende. «Sapevo che più aspettavamo e più la situazione diventava pericolosa. I carabinieri sono arrivati dopo una ventina di minuti».
I tre vengono identificati.
In questi casi, si può fare poco. «Il problema è che non è espressamente un reato, ma un' estorsione tacita. I militari mi hanno detto che avrei dovuto chiamarli subito, ma comunque i soldi non li avevo dati né il parcheggiatore mi aveva minacciata verbalmente. Ma sappiamo che funziona così». Marianna, che studia Giurisprudenza a Roma, è consapevole che l' accaduto sarà difficile da dimostrare in tribunale. Il suo scopo è un altro: denunciare una forma di illegalità diffusa e spesso tollerata. Da istituzioni e cittadini.
BARI - LA DENUNCIA DI UNA RAGAZZA CONTRO I PARCHEGGIATORI ABUSIVI
«Se alla fine ti danneggiano l' auto, ti senti anche in colpa per non aver piegato la testa». Il dispiacere vero è che, dei costi di riparazione, dovrà farsi carico sua mamma. «Sono una studentessa e gli unici soldi sono i suoi. Anzi, sono stata fortunata perché avrebbero potuto rompermi il vetro, rubare la macchina. Oltre all' impunità, mi fa rabbia che il tipo di danno sia stato a loro discrezione».
Tanti i commenti di sostegno al suo racconto, uno invece le lascia l' amarezza: «La prossima volta passa da casa che te li do io due spicci». Una mentalità difficile da scardinare. «Non è dare l' euro, è smettere di accettare passivamente le anormalità come normali e accendere riflessioni collettive che sono la miccia del cambiamento che spesso vorremmo e raramente costruiamo». È anche per questo che ha scelto di eliminare i commenti più violenti. Come le minacce di morte contro gli autori di quel gesto. «Altrimenti diventiamo come quelle persone che denunciamo».
Poi Marianna va oltre. «Non ritengo il parcheggiatore abusivo un delinquente. A volte è un indigente, altre è l' ultima ruota di un sistema criminale che è dietro di lui. Serve un intervento delle istituzioni, anche a livello legislativo. Noi cittadini non dobbiamo sentirci soli». Un richiamo alla responsabilità che sente molto, come dimostra il suo essere attivista per «Fridays For Future», il movimento di Greta Thunberg. «Nell' ultimo anno e mezzo mi sono dedicata all' emergenza climatica e infinite volte mi sono sentita dire che non si può fare niente. Non ci credo. Quindi figuriamoci se mi devo preoccupare di un piccolo sistema di abusivismo».
Marianna ha le idee chiare, al punto da essere pronta a correre il rischio una seconda volta. E scherzarci su. «Lì ci ritorno. Mia mamma non vorrebbe e, a dire il vero, la temo più dei parcheggiatori abusivi. Per lei avrei potuto dare questo euro anziché doverne sborsare adesso 200. Ma sono fatta così. Ritornerò e, se ci saranno di nuovo loro, andrò a cercarmi un altro parcheggio. Ma solo per rispetto a mia mamma che ha uno stipendio nella media, mi mantiene a Roma e non può permettersi anche queste spese».
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