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PERDITE & PROFITI – L’EX NUMERO UNO DEL “BAMBIN GESÙ” CONFERMA LA SUA DIFESA DI BERTONE: “IL CARDINALE SAPEVA DELLA RISTRUTTURAZIONE, MA NON È STATO TOCCATO UN SOLDO DEI FONDI DESTINATI AI MALATI E LUI POI HA COPERTO LE SPESE” – “L’ATTICO SERVIVA PER ATTIVITÀ DI MARKETING”

Intervista a Giuseppe Profiti di Mix24 di Giovanni Minoli su Radio24 

BERTONE PROFITIBERTONE PROFITI

 

Giuseppe Profiti, detto Pino, 54 anni, calabrese di Catanzaro, professore di Contabilità pubblica a Genova, per 7 anni Presidente del Bambin Gesù, l’ospedale leader nella cura dei bambini. Numero 1 della sanità cattolica italiana è l’uomo di fiducia del Cardinal Bertone.

 

Al centro del caso Vatileaks 2 del Vaticano, perché sarebbero i soldi della fondazione Bambin Gesù, gestita da lui, quelli con i quali è stato ristrutturato l’appartamento dell’ex Segretario di Stato Cardinale Tarcisio Bertone. Più volte inquisito, sempre assolto adesso Profiti è qui a rispondere a tutte le domande.

 

Allora, professore Profiti, la ristrutturazione dell'appartamento del Cardinale Bertone l'ha pagata lei con i soldi della Fondazione del Bambin Gesù ?

 

Perché?

Perché lì avremmo realizzato, nel successivo triennio, le maggiori iniziative della Fondazione, quelle con il più elevato ritorno economico.

giuseppe profiti alessandro casaligiuseppe profiti alessandro casali

 

Lo rifarebbe insomma?

Certo che lo rifarei. Solo per darle un’indicazione, nel 2013 gli eventi per la Fondazione che hanno visto la partecipazione del Segretario di Stato hanno determinato, nell’anno successivo, un incremento della raccolta fondi di oltre il 70%. Siamo passati da una raccolta di poco più di 3 milioni a oltre 5 milioni all’anno. Certo, che lo rifarei con questi risultati.

 

Quindi un appartamento, in un certo senso, di pubbliche relazioni, per fare marketing strategico?

Assolutamente sì, proprio una delle azioni che erano previste nel piano strategico proprio dalla Fondazione.

casali alessandro pecoraro giuseppe profiti giuseppecasali alessandro pecoraro giuseppe profiti giuseppe

 

Il Cardinal Bertone dice di non aver mai dato indicazioni alla Fondazione di intervenire. Allora da dove le è venuto l’ordine?

Io non ho ricevuto nessun ordine, come le dicevo, l’investimento era proprio una delle azioni del piano di marketing che vedeva come obiettivo questo investimento finalizzato alla raccolta fondi delle grandi aziende nazionali e delle grandi multinazionali estere.

 

Soggetti nei confronti delle quali il brand Vaticano, la location Vaticana, la possibilità di essere ospitati in eventi che descrivono l’attività dell’ospedale presso il Vaticano esercita un fascino straordinario e una sensibilità straordinaria come dimostrano i dati nel donare all’ospedale.

 

Il Cardinale Bertone, però, dice di aver pagato di tasca sua la ristrutturazione, e allora?

Pippo Marra Giuseppe Profiti e Vincenzo Fortunato Pippo Marra Giuseppe Profiti e Vincenzo Fortunato

Il cardinale Bertone, dalle carte, ha rimborsato le spese, la parte di ristrutturazione sostenuta dall’amministrazione dello Stato Città del Vaticano. Il contributo della Fondazione, dato dalla Fondazione alla ristrutturazione, era coperto da un impegno formale dell’impresa costruttrice a riconoscere un contributo alla Fondazione da impiegarsi per l’acquisto di attrezzature. Un contributo da darsi in due rate, l’impresa ha avuto i problemi che hanno avuto tante imprese dovuti alla crisi in questo settore, quando sono andato via, la prima trance non era stata ancora erogata.

 

Insomma è un caso di ristrutturazione a sua insaputa quella del cardinale?

MALACALZA E PROFITIMALACALZA E PROFITI

Mah, non mi risulta che ci sia un obbligo per i  cardinali o gli alti prelati che hanno diritto all’abitazione di servizio in Vaticano di concorrere alle spese di ristrutturazione. Il fatto  che il cardinale abbia deciso con i proprio risparmi di coprire questa ristrutturazione dimostra invece che non era a sua insaputa, ma sapeva benissimo quello che faceva e mi permetto di sottolineare l’intenzione con la quale l’ha fatto.

 

Però, leggere sui giornali, come è capitato in questi giorni, che è stato ristrutturato con i soldi dei bambini malati, insomma fa un brutto effetto!

Inviterei a non leggere certi giornali. Come credo di aver dimostrato, neanche un euro dei fondi raccolti per i bambini è stato impiegato in questa operazione che è un investimento.  

 

giuseppe profitigiuseppe profiti

Anche il viaggio a Potenza in elicottero del cardinale è stato pagato da voi: è vero?

Un segretario di Stato, quindi un primo ministro, che deve essere al mattino alle 10 a Potenza, e al pomeriggio alle 17 a Roma per ricevere due delegazioni di stati esteri non può che usare l’elicottero. Semmai la domanda dovrebbe essere un’altra: era necessario il segretario di Stato al mattino a Potenza?

 

Ed era necessario?

PROFITIPROFITI

Beh, per l’inaugurazione del primo Bambin Gesù del sud destinato a rispondere ai viaggi della speranza e impedire che centinaia di famiglie si muovano, spesso inutilmente, per venire a Roma, direi che è un motivo sufficiente e, se mi permette, ancora più degno rispetto a quello istituzionale per legittimare l’uso dell’elicottero.

 

A proposito di rapporti con il cardinale Bertone: com’è nato il vostro rapporto?

Era il 2004, io ero direttore generale della regione Liguria a Genova, non conoscevo il cardinal Bertone quando fui convocato in udienza per il cardinale che mi chiese di occuparmi dell’ospedale Galliera, un grande ospedale di Genova di cui l’arcivescovo è  presidente, che aveva dei problemi di carattere gestionale e aveva bisogno di un piano di sviluppo.

 

giuseppe profiti papa ratzingergiuseppe profiti papa ratzinger

Quindi lei è un bertoniano, si può dire?

Era il 21 maggio del 2008, alle 9 del mattino bussano a casa mia due finanzieri e mi arrestano. Io non so il perché. Alla fine di quella giornata, dopo aver fatto leggere le carte a ben tre penalisti, il cardinal Bertone esce con una nota della sala stampa vaticana in cui mi conferma totale fiducia, una fiducia che dura cinque anni, e che fino a quando la Corte di Cassazione non spazza via  questo castello di falsità parlando di aberrazioni giuridiche, di congetture e di assenza probatoria. Come si fa a non essere bertoniani?

 

Insomma, con Bertone Segretario di Stato, lei era il manager numero uno del Vaticano, della sanità del Vaticano?

Sì.

 

PROFITIPROFITI

Professore Profiti, visto dal suo punto di vista, quale è stata la difficoltà maggiore del Segretario di Stato Bertone durante il pontificato di Papa Ratzinger?

Sono le stesse difficoltà che sta incontrando Papa Francesco, che sono uguali a quelle di Papa Benedetto, ovvero le difficoltà legate all’avvio e allo sviluppo e al portare avanti un grande processo di cambiamento attraverso riforme, si pensi alla pedofilia, alla riforma sulla trasparenza delle finanze, il ridisegno del ruolo e della struttura della sanità cattolica.

 

Papa Benedetto si occupava anche della gestione come sembra fare Francesco o no?

Papa Benedetto dava le indicazioni e sceglieva le soluzioni.

 

Quindi il Cardinale aveva mano libera? Faceva come voleva oppure no?

VALLEJO BALDA CON PAPA FRANCESCO BERGOGLIO VALLEJO BALDA CON PAPA FRANCESCO BERGOGLIO

Doveva rispettare le indicazioni di Papa Benedetto e applicare le soluzioni che sceglieva Papa Benedetto.

 

Quindi il ruolo più difficile, insomma fare, dare esecuzione. Ma Bertone aveva più amici o più nemici nella Curia?

Beh, il cardinale Bertone ha quei pochi amici e quei tanti nemici che chi deve dare le gambe a un percorso di cambiamento inevitabilmente attira. 

 

Sembra però che prima del Conclave si sia trovata una quasi l’unanimità contro la  gestione di Bertone della Chiesa. È vero o è un segno della lotta interna alla Curia?

Beh allora è il segno più che altro del fatto che il cambiamento aveva iniziato a funzionare.

 

PAPA FRANCESCO E TRONCA PAPA FRANCESCO E TRONCA

Dalle intercettazioni si capisce che tra i cardinali la lotta è durissima. È così?

Direi più sul metodo e forse sulla scelta degli uomini che sui presupposti e sugli obiettivi.

 

Per esempio, tra  Bertone e il Presidente della CEI, Bagnasco, c'era una concorrenza fortissima nel gestire i rapporti con la politica italiana. È così?

Lo chiede a me? Ne hanno parlato i giornali di tutto il mondo!

 

Quindi è vero. Senta, ma parlando con lei, Bertone che dice che il Bambin Gesù - queste sono le intercettazioni - vince 60 a 5 contro il Gaslini di Genova (parlando dei milioni di euro ottenuti dallo Stato) non denuncia una rivalità fortissima?

INCONTRO TRA BENEDETTO XVI E PAPA FRANCESCO A CASTELGANDOLFO INCONTRO TRA BENEDETTO XVI E PAPA FRANCESCO A CASTELGANDOLFO

Veramente non era il cardinale, ero io a parlare e il risultato era 80 a 5. Ma non era una mia frase, io mi limitavo a riportare al cardinale il titolo di un articolo che era apparso in quei giorni sul Secolo XIX di Genova. Le ricordo che l’unica frase dell’intercettazione che il cardinale pronuncia è, con un sorriso che mi permetto di dire amaro, constatare l’assenza di volontà in Genova a una collaborazione tra quelli che sono i due più grandi ospedali pediatrici…  

 

E quindi era il segno di questo conflitto. Prof  Profiti, in tutto questo, lei è stato per 7 anni alla guida del Bambin Gesù, lo abbiamo detto. Ha detto che quello è stato il culmine della sua carriera. Lo è stato?

RATZINGER PAPA BENEDETTO XVI RATZINGER PAPA BENEDETTO XVI

Certo che lo è stato.

 

Perché?
Perché ha realizzato il sogno di ogni manager: la libertà di disegnare una visione, il potere e i mezzi di renderla concreta. 

 

Quando, nel 2008, è arrivato, ha detto che sognava di fare del Bambin Gesù uno dei tre o quattro punti di riferimento mondiali nel campo della ricerca e della cura della patologia pediatrica. C'è riuscito?

Si, direi che i numeri sono li a testimoniarlo. Oggi l’ospedale Bambin Gesù ha 4 sedi a Roma 7 in Italia, 17 tra sedi e iniziative all’estero è il principale centro di ricerca e cura pediatrica d’Europa sia come strutture che come produzione scientifica. Direi di essermi avvicinato all’obiettivo.

ISTITUTO GASLINI GENOVAISTITUTO GASLINI GENOVA

 

Qual’ è la cosa che è più fiero di aver fatto?

La sintetizzerei con una frase che di loro pugno hanno voluto apporre gli ispettori statunitensi della Joint commision International alla fine della loro valutazione “gli italiani dovrebbero essere fieri di un’istituzione come il Bambin Gesù” e aggiungo io: di quanti vi hanno lavorato e vi lavorano oggi.

 

E l'errore che le pesa di più?

Aver pensato che tutto quello che ho costruito fosse parte di un processo irreversibile.

 

Si pensava eterno…Professor Profiti, lei, uomo di Bertone nel 2014 è stato riconfermato dal nuovo Segretario Parolin per i prossimi tre anni. E allora perché ha lasciato prima?

Si è chiuso un ciclo tanto per me professionalmente quanto per l’ospedale, se ne apriva un altro era giusto che questo ciclo vedesse nuove visioni, nuove idee e nuovi attori.

ospedale Bambino Gesuospedale Bambino Gesù

 

Però il nuovo consiglio di amministrazione, non ha approvato il bilancio del 2014. E' un atto contro di lei?

Minoli lei non è informato, il bilancio dell’ospedale 2014 è stato regolarmente approvato, testimoniando anche un’eccellenza nella gestione, ovviamente non mi riferisco a quella economica ma a quella clinica e scientifica.

 

 

Quindi l’ho letto, hanno scritto delle cose sbagliate. Ma il rinnovo di Parolin è stato un rinnovo "vero" o con l'impegno di lasciare come si fa spesso nella chiesa?

Il rinnovo di un Segretario di Stato non può che essere un rinnovo vero.

 

  Pietro Parolin Pietro Parolin

Se il Bambin Gesù è l'eccellenza mondiale che tutti riconoscono, perché abbandonare?

Perché si era chiuso un ciclo.

 

E' finita un'epoca?

Io sono presuntuoso, alcuni dicono molto presuntuoso, ma presuntuoso al punto di pensare che andando via finisse un’epoca non ci sono mai arrivato.

 

Si sente in pace con la sua coscienza?

Assolutamente si.

 

La sua esperienza di vicinanza così prolungata ai vertici vaticani, ha rafforzato o raffreddato la sua fede?

Rafforzato.

 

Perché?

Bagnasco Angelo Bagnasco Angelo

Ho potuto toccare con mano che quello che oggi viene pubblicato sui libri o sugli articoli, soprattutto in questo periodo, non hanno alcuna corrispondenza con la verità. La mia esperienza diretta di un uomo che non veniva dall’ambiente di chiesa e che vi entrava per la prima volta è stata quella di vedere persone che a tutti i livelli e anche sbagliando, messi di fronte a una scelta operavano sempre la scelta che avrebbe favorito il terzo, avrebbe fatto il bene del terzo. A volte anche prendendo una soluzione che noi laici potremmo definire sbagliata.

 

Oggi, Papa Francesco dice che le spese sono fuori controllo e se non riusciamo a gestire quelle come facciamo a guidare i credenti: ha ragione?

E’  un principio dell’economia aziendale, della contabilità delle spese per definizione possono essere   gestite sempre meglio, così credo che sottintendesse Papa Francesco anche i credenti devono essere guidati sempre meglio.

 

Il rapporto con il denaro - necessario ma corruttore - è stato da sempre la dannazione della Chiesa. Papa Francesco ha messo il dito nella piaga?

Papa Francesco ha ragione quando invita a considerare il denaro un mezzo non un fine. Aggiungo io che i momenti più problematici del rapporto tra chiesa e denaro sono stati quelli nei quali  si è perso il collegamento tra il fine e il mezzo, l’equilibrio etico che deve legare il fine e il mezzo. Non è vero che tutti i fini possono giustificare qualunque mezzo.

IL CARDINALE ANGELO BAGNASCO IL CARDINALE ANGELO BAGNASCO

 

Il Papa ha due ruoli: quello di Pietro e quello di Paolo. Cioè l'Istituzione Pietro e la Rivoluzione Continua Paolo. Papa Francesco è tutto Paolo?

No, Papa Francesco è Pietro e Paolo, come tutti i Papi e come tutti i Papi ha dosi diverse di Pietro e di Paolo.

 

Nella sua rivoluzione verso una Chiesa "povera per i poveri" dice che "non si può vivere come faraoni e parlare di povertà”.Sono molti i cardinali che vivono come faraoni?

Non quelli che ho conosciuto io.

 

No?

No.

 

Il Papa dice una cosa…

Non credo si rivolgesse ai cardinali…

VATICANO - GIUBILEOVATICANO - GIUBILEO

 

A proposito di spesa fuori controllo, lei sapeva che Bertone da Segretario di Stato doveva attingere alle risorse dell'Obolo di San Pietro per garantire il mantenimento della Curia Romana?

Come tutti coloro che leggono i bilanci vaticani anch’io sapevo che il Cardinal Bertone, come tutti i segretari di stato prima di lui avevano necessità di attingere una parte dell’obolo vaticano per coprire le spese di funzionamento dello Stato Città del Vaticano.

 

Perché è stato necessario l'arrivo di Papa Francesco per scoprire che i soldi in Vaticano erano mal gestiti ?

La scoperta era già avvenuta prima, sicuramente l’arrivo di Papa Francesco ha aiutato il processo.

 

Quindi erano veramente mal gestiti ?

Diciamo che avrebbero potuto essere gestiti meglio.

 

C'e' una reale mancanza di professionalità specifica?

ATTICO DI BERTONE ATTICO DI BERTONE

Sì, c’ è una mancanza di adeguatezza a quella che sono le complessità della gestione moderna.

 

Ne ha visti tanti di ladri in vaticano?

Molto meno degli altri posti che ho frequentato, quello che ho visto in quantità leggermente superiore sono gli incompetenti.

 

Molti dicono che Papa Francesco ha ragione. Una grande visione, ma sceglie male le persone. E’ cosi ?

Papa Francesco, come ha detto lui, viene dalla fine del mondo con una visione della chiesa profetica, straordinaria. Pietro per intervenire e cambiare l’organizzazione ha bisogno di tempo.

 

Resta il fatto che chi ha divulgato documenti riservati sono persone scelte da lui. Allora?

Questo significa che Pietro ha bisogno ancora di molto tempo.

 

ATTICO DI TARCISIO BERTONE  ATTICO DI TARCISIO BERTONE

Cioè, intorno a Santa Marta c’è anche la confusione di cui si parla?

C’è un confusione bellissima, un termine che affiancherei a una sorta di entusiasmo. Mi rendo conto da manager, quindi da gestore di organizzazioni che per una organizzazione complessa come quella del Vaticano questa confusione presenti dei problemi che noi laici definiremmo di governance.

 

Ma il caos non può essere anche uno strumento per sparigliare tutto in un mondo bloccato ?

Tanto di cappello al manager che ha pensato questo.

 

Adesso che oltre alle critiche violente, agli stili di vita, il Papa dice anche che è vero che la Chiesa ha tanti beni ma servono per assistere chi ha bisogno. E' vero ?

ATTICO DI TARCISIO BERTONEATTICO DI TARCISIO BERTONE

E’ vero.

 

Quanto è vero ?

Tra il samaritano che taglia in due il mantello per darlo al povero nudo e la raccolta fondi per realizzare un ospedale al sud che impedisce nel terzo millennio gli inutili viaggi della speranza, io vedo lo stesso spirito la stessa azione caritatevole dalla chiesa esercitata in due modi diversi.

 

Il Papa dice anche che bisogna rivedere i rapporti tra la Chiesa e gli Stati. Vuol dire basta al Concordato ?

Vuol dire accordi più chiari e trasparenti dal riconoscimento dei reciproci ruoli.

 

grande grosso e bertonegrande grosso e bertone

E quindi un Concordato da rivedere?

Come tutti gli accordi arrestati in contesti che cambiano necessariamente hanno bisogno di rivisitazioni periodiche, è i periodo storico e non è quello della cronaca.

 

Per esempio IMU e Tasi andrebbero pagate senza esclusioni?

Sulle attività commerciali IMU e Tasi vanno pagati da chiunque senza se e senza ma.

 

Quindi anche dalla chiesa?

Senza se e senza ma.

 

La Chiesa incassa circa 1 miliardo e 200 milioni con 8 x 1000 dai cittadini italiani. Come vengono spesi?

Non mi sono mai occupato di queste questioni, sono questioni che riguardano la CEI, la Conferenza Episcopale Italiana.

 

Per legge devono essere spesi in Italia. E' così?

BERTONE E BERGOGLIO c a ac d e a a c BERTONE E BERGOGLIO c a ac d e a a c

Le ho detto che io non mi sono occupato di queste questioni, lo chieda a chi se ne occupa.

 

È da conservare  come meccanismo quello dell’8x1000 o nella Chiesa di Francesco è superato ?

Io credo che, come tutti i meccanismi, vada valutato alla stregua di una possibile alternativa. Si studi l’alternativa prima di cambiare il sistema.

 

Lei l'ha incontrato spesso il Papa?

Una volta sola.

 

Che impressione le ha fatto?

Era la visita al Bambin Gesù, quello che mi ha colpito in modo particolare è stata la sua trasformazione dal rapporto tra me, e quindi l’istituzione, e il contatto con i bambini e con le famiglie sofferenti.

 

Cioè trattati in modo diverso?

Non trattati in modo diverso, proprio un uomo diverso.

VESPA BERTONE VESPA BERTONE

 

Quanto a lei, in un’intercettazione sembra che, parlando con il cardinale Versaldi, vi diciate che è meglio non parlare con il Papa di una somma di 30 milioni di euro di finanziamenti in arrivo per risolvere i problemi dell' IDI. Perché avete scelto il silenzio ?

Direi che come i fatti e le inchieste hanno dimostrato, al di là delle intercettazioni, non si stava parlando di fondi ma si stava parlando di una possibile soluzione legislativa come quella legata ai fondi. Un’idea che il Papa avrebbe scartato, e su suggerimento saggio di Cardinal Versaldi è stato opportuno non far perdere tempo al Santo Padre, proponendogli una soluzione che non era certamente nelle sue corde.  

 

Pensa di aver perso lì la fiducia del Papa?

Non so se ho mai perso la fiducia del Papa.

 

Oggi, da libero professionista ed ex ministro della sanità del Vaticano, che consiglio darebbe per rendere più efficiente il sistema sanitario cattolico?

Bertone Grillo Bertone Grillo

Apertura, apertura a nuove professionalità per una complessità che è parte del mondo moderno, apertura alle nuove fragilità, l’abbandono dei vecchi settori. La Chiesa era forte nella Sanità perché c’era quando non c’era il pubblico e quando non c’era privato, adesso nella Sanità pura c’è il pubblico e il privato ma ci sono nuove fragilità, viviamo più a lungo, esprimiamo bisogni diversi e altrettanto complessi. Sono fragilità di cui non si occupa né il privato né il pubblico, è su questa frontiera che deve spostarsi e riconvertirsi la presenza cattolica nella Sanità o nel socio-sanitario.       

 

Anche nella sanità cattolica esiste uno scontro tra Roma e Milano?

No, non c’è uno scontro tra Roma e Milano, c’è uno scontro tra una sanità cattolica e una sanità non cattolica.

 

Cioè c’è un assalto da parte del privato alla sanità cattolica?

Sì, c’è un assalto alla sanità cattolica che è in difficoltà, S.Raffaele, IDI, Don Uva di Bisceglie, sono state occasioni nelle quali la sanità cattolica è intervenuta con lo scopo, unico scopo, non certo di creare un gruppo di potere, ma semplicemente quella di favorire, di salvaguardare il patrimonio culturale e i posti di lavoro. Credo che lo testimoni il fatto che non si è mai partecipato ad alcun tipo di contesa, contrariamente a quanto si era convenuto.

BERTONE E IL CORVO BY EDOARDO BARALDIBERTONE E IL CORVO BY EDOARDO BARALDI

 

Invece la sanità privata è all’attacco su queste fragilità?

Decisamente, disperdiamo un patrimonio che va al di là del semplice valore economico che spendiamo ogni qualvolta che chiude una congregazione, una grande istituzione quello che si disperde è un valore storico, tradizionale, una ricchezza valoriale che non si recupera più.         

 

Dott. Profiti, chi vincerà nella Chiesa di Francesco?

Questa è una domanda che da duemila anni ha sempre la stessa risposta: il Papa, Francesco.

luca di montezemolo cardinal bertone a maranello luca di montezemolo cardinal bertone a maranello