DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
1 - LA PROTESTA DILAGA IN TUTTA ITALIA ANCHE LA LEGA SCENDERÀ IN PIAZZA
NO VAX IN PIAZZA A TRIESTE CONTRO IL GREEN PASS
Niccolò Carratelli per “La Stampa”
Magari fosse solo un problema di nome. L'Accademia della Crusca consiglia di non chiamarlo "green pass", un termine "infelice ed equivoco", bensì "certificato Covid". Su Facebook, nei gruppi nati per protestare contro l'ultimo provvedimento del governo, c'è chi lo definisce "passaporto schiavitù" e chi parla di "dittatura del pass".
Uno dei più numerosi, oltre 25mila iscritti, si chiama "No green pass! Adesso basta!", dov' è pubblicata la lista delle manifestazioni convocate per oggi alle 17,30, in contemporanea, in oltre venti città italiane. Dopo la piazza di Torino, sull'onda della conferenza stampa del premier Draghi, centinaia di "no pass" si sono radunati ieri a Trieste.
Oggi saranno a Milano, Roma, Firenze, Bologna, Napoli, Palermo. Al momento, fanno sapere dal Viminale, nessuna allerta specifica per l'ordine pubblico, ma si temono assembramenti selvaggi. Rischia di provocare nuove tensioni nella maggioranza di governo, invece, l'appuntamento di mercoledì sera in Piazza del Popolo a Roma: una fiaccolata intitolata «Liberi di scegliere, no green pass obbligatorio», organizzata dal "Comitato libera scelta", spuntato sui social tre giorni fa.
Si definisce «di liberi cittadini, apartitico e apolitico, aperto a chiunque intenda sostenere la piena libertà di scelta in materia sanitaria». In realtà, pare che tra gli ispiratori ci sia il senatore della Lega Armando Siri, che mercoledì sarà in prima fila e su Facebook dice: «Non è più una questione sanitaria, ma ideologica. Nessuna limitazione di libertà trova giustificazione. Esibire il green pass per andare al ristorante? Follia».
Almeno una decina i parlamentari leghisti che aderiscono alla fiaccolata, tra cui gli economisti salviniani Alberto Bagnai e Claudio Borghi, quest' ultimo deciso a difendere «i bambini e i ragazzi dai dodici anni in su, che saranno tagliati fuori da piscine, campi da basket, musei». E ancora il senatore Simone Pillon: «Non si possono costringere le persone a vaccini che sono ancora nella fase sperimentale».
Poi Emanuele Cestari, Alessandro Pagano, Matteo Micheli, Alex Bazzaro, Marco Zanni, Roberta Ferrero. Non risulta che Matteo Salvini abbia richiamato all'ordine i suoi, ricordando loro che i ministri della Lega hanno votato per il provvedimento in cdm. Un via libera duramente criticato da diversi elettori della Lega sulla pagina Facebook del partito.
Le facce degli esponenti leghisti campeggiano, insieme ad altri parlamentari noti come Vittorio Sgarbi e Gianluigi Paragone, sulla pagina Facebook di chi ritiene «inaccettabile e indegno di un Paese libero il green pass obbligatorio per vivere». I disobbedienti del pass Sui social si sta organizzando anche una sorta di disobbedienza che segue l'hashtag #ilpassnonpassa.
BANDIERA NAZISTA VIGILI URBANI GREEN PASS
«Mi rifiuto di fare il poliziotto - dice Ernesto Milani, titolare di una pasticceria a Rovigo - si tratta di una discriminazione e non mi prendo questa responsabilità. Qui potranno entrare tutti liberamente». La palestra Gold Gym di Riva di Chieri, Torino, attaccherà all'ingresso il cartello della protesta: «Qui non chiediamo il green pass per entrare. Noi vogliamo solo fare il nostro lavoro, che non è quello dei controllori».
Poi una gelateria di Orgosolo, provincia di Nuoro, la cui titolare dice: «Ogni giorno ne inventano una nuova, dietro ci sono sempre le sanzioni, per continuare a svuotare le nostre tasche». Fa discutere, infine, anche la presa di posizione di alcuni vigili urbani di Roma, che in gruppi WhatsApp hanno condiviso l'immagine di una svastica su sfondo verde e la scritta «Green pass obbligatorio, lotta perché non accada». «Farò di tutto per non essere destinato ai controlli sul green pass - dice Marco Milani, segretario romano aggiunto del Sulpl, il sindacato dei lavoratori della polizia locale - Vedrete che il tasso di applicazione sarà nullo, non faremo le multe».
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2 - PARIGI, MIGLIAIA IN PIAZZA CONTRO IL GREEN PASS
Diverse migliaia di persone, divise in almeno tre diversi sit-in, hanno iniziato a manifestare a Parigi "per la libertà", contro il pass e la vaccinazione obbligatoria per il personale sanitario, parte della nuova politica del presidente Emmanuel Macron per contrastare l'avanzata dei contagi di coronavirus nel Paese.
Il nuovo testo in discussione al Senato, già approvato dalla Camera, introduce per tutti la necessità di avere il cosiddetto green pass per entrare in ristoranti e altri luoghi di intrattenimento e prevede l'obbligo di vaccinazione contro il Covid-19 per tutti gli operatori sanitari. I contagi da coronavirus in Francia sono in aumento, come pure le ospedalizzazioni.
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Il governo sta provando ad accelerare le vaccinazioni per proteggere i più vulnerabili e gli ospedali ed evitare nuovi lockdown. Costituito essenzialmente da gilet gialli, un primo corteo è partito poco dopo le 14 da Place de la Bastille. "Non toccate il mio corpo, non siamo topi da laboratorio", indica un cartello portato in processione. Sulla Place du Trocadéro, diverse migliaia di persone si sono radunate al richiamo di Florian Philippot, ex numero due del Rassemblement National.
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"Siete migliaia", ha detto Philippot alla folla parlando dopo la Marsigliese. "Libertà, libertà", hanno scandito i manifestanti, venuti da Parigi e dalle province e riuniti attorno a una piattaforma circondata da decine di bandiere blu-bianche-rosse. Infine un terzo corteo, composto da poche centinaia di persone, ha lasciato le vicinanze del Consiglio di Stato diretto a Place des Invalides.
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Oltre a Parigi, oggi sono in programma decine di altre proteste in tutto il Paese. A Tolosa, diverse migliaia di persone hanno dato il via a un corteo con tanti gilet gialli nel centro della città, dietro striscioni sui quali si legge "nopasaran" e "libertà". La maggior parte dei francesi adulti è completamente vaccinata e secondo i sondaggi una maggioranza di persone nel Paese sostiene le nuove misure.
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La scorsa settimana oltre 100mila persone avevano protestato in Francia contro le misure: fra loro, politici e attivisti di estrema destra, come pure altri dimostranti arrabbiati con il presidente Emmanuel Macron per diverse ragioni. Alcuni membri dei gilet gialli stanno usando il testo sul virus per provare a ravvivare il movimento: cominciato nel 2018 come rivolta contro quella che veniva percepita come ingiustizia economica, il movimento portò avanti due mesi di proteste sfociate in violenze fra dimostranti e polizia, ma perse intensità dopo che il governo francese affrontò molte delle preoccupazioni dei manifestanti.
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