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GAZA, BOLLICINE E POLEMICHE – UNA PASTICCERIA DI ROMA HA MESSO IN VENDITA LA “GAZA COLA”, BIBITA LANCIATA DA UN IMPRENDITORE PALESTINESE CHE PUNTA A FINANZIARE LA COSTRUZIONE DI UN OSPEDALE NELLA STRISCIA. E SUL WEB PIOVONO INSULTI CONTRO I TITOLARI DEL LOCALE: “SEGNALATE QUESTA PASTICCERIA DI EXTRACOMUNITARI CHE NON PARLANO MANCO UN ITALIANO DECENTE, E FORSE MANCO SANNO DI COSA PARLANO” – LA REPLICA: “ANCHE GRAZIE A QUESTA GENTE SAPPIAMO DI STARE DALLA PARTE GIUSTA DELLA STORIA”
Estratto dell’articolo di Luca Venturino per www.dissapore.com
La Gaza Cola è una bibita, com’è ovvio, ma è anche e soprattutto il progetto messo in piedi da Osama Qashoo, imprenditore palestinese rifugiato a Londra. La premessa, come avrete intuito, è piuttosto semplice: finanziare la ricostruzione della sanità in Palestina una lattina alla volta, e nel frattempo – e pare poco – sensibilizzare alla causa. La notizia è che una pasticceria di Roma ha deciso di metterle in vendita.
L’annuncio viene pubblicato sulla vetrina dei social: “Da oggi nella nostra pasticceria troverete in vendita una nuova bevanda, la Gaza Cola” si legge sull’angolo digitale della pasticceria Charlotte, boutique del dolce in zona piazza dei Re di Roma. Nei commenti c’è una polveriera di cattiveria.
pasticceria charlotte annuncia lam vendita della gaza cola
[…] “Segnalate questa pasticceria di extracomunitari” si legge in un commento ricondiviso dalla stessa pasticceria, “che non parlano manco un italiano decente, e forse manco sanno di cosa parlano ‘sti ritardati politicizzati”.
La risposta dei titolari non tarda ad arrivare. “Usano la parola extracomunitari come fosse un’offesa, anche grazie a questa gente sappiamo di stare dalla parte giusta della storia” ha commentato uno dei soci, sottolineando che la decisione in oggetto è “una scelta etica e non politica”. E non mancano altri esempi: allo stesso modo avrebbero “scelto di offrire ai nostri clienti succhi di frutta di marchi artigianali e non prodotti da multinazionali”.
E se è pur vero – ed è giusto farlo presente – che tra i commenti c’è anche e soprattutto chi applaude e difende, c’è anche chi ha pensato che lasciare un commento fosse gratuito ma futile, e ha pertanto preferito buttarsi sulle recensioni negative – arma più subdola e meschina. In questo caso i titolari affidano la propria difesa a un altro annuncio in vetrina social.
La pasticceria, spiegano i nostri, guadagna sulle vendite della Gaza Cola come avviene su qualsiasi prodotto venduto all’interno del locale. L’unica differenza è che, nel caso della GC, “il profitto è destinato al sostegno di progetti umanitari, tra cui la ricostruzione dell’Ospedale Al Karama”.
“L’abbiamo scelta per sostenere l’imprenditoria palestinese, l’indipendenza economica e la lotta per la giustizia” continuano i titolari. “Perché quando i nostri figli e nipoti chi chiederanno ‘come è potuto accadere’, vogliamo poter rispondere: non nel nostro nome. Perché siamo e saremo sempre dalla parte degli oppressi, non degli oppressori”.[...]
Osama Qashoo e la Gaza Cola
Osama Qashoo e la Gaza Cola
gaza cola
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