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Ilaria Maria Sala per "La Stampa"
Potrà mai una barriera di ghiaccio riuscire a bloccare l'acqua radioattiva che continua a fuoriuscire dalla disastrata centrale di Fukushima? Dopo settimane di crescente allarme, data la forza delle radiazioni che vengono immesse in mare in seguito ad una serie di fughe d'acqua dalle macerie della centrale, il portavoce del governo giapponese Yoshihide Suga ha annunciato un investimento di quasi 500 milioni di dollari Usa proprio per tamponare il disastro con il congelamento del terreno.
Ci è voluto molto tempo, ma finalmente il governo ha detto che «sente come essenziale il coinvolgimento al massimo livello» nella soluzione del problema. Dopo la distruzione di due dei tre sistemi di raffreddamento dei reattori nucleari durante il terremoto e lo tsunami del 2011, la loro temperatura è ora regolata «innaffiandoli» con tonnellate d'acqua.
Trattandosi di nucleare, però, questo provoca un problema supplementare: dove depositare l'acqua contaminata - a cui si deve aggiungere l'acqua di sottosuolo che si contamina a sua volta dopo essere entrata in contatto con materie radioattive. Il processo porta alla produzione di 400 nuove tonnellate di acqua radioattiva al giorno.
Le fughe delle scorse settimane sono avvenute proprio in prossimità delle mega cisterne temporanee che la Tepco (l'azienda che ha in gestione la centrale di Fukushima) ha approntato in fretta e furia intorno alle macerie della centrale. L'estate è stata angosciante, con gli incidenti più gravi dal 2011 ad oggi: in un punto vicino alle cisterne sono state registrate radiazioni superiori ai 100 millisievert e uno dei container avrebbe perso circa 300 tonnellate di acqua radioattiva.
Il muro di ghiaccio potrebbe dunque essere creato intorno ai reattori, tramite tubature riempite di liquido congelante a temperature dai -20 ai -40 gradi, così che le acque sotterranee non possano entrare in contatto con le aree contaminate, e l'acqua dalle cisterne non possa più fuoriuscire.
Si tratta di una scommessa mai tentata finora: in un'intervista alla Bbc, Tatsujiro Suzuki, vicedirettore della Commissione giapponese per l'Energia Atomica, ha detto che la tecnica del congelamento del terreno è stata utilizzata in passato solo per controllare «piccole zone di inquinamento, e non con contaminazione radioattiva», ma che la situazione è «grave» e sta peggiorando.
La tecnica del congelamento del terreno è utilizzata anche per scavare tunnel sotterranei, ma non è mai stata adottata per periodi di lunga durata, come dovrebbe essere in questo caso.
Il muro di ghiaccio sarà solo una delle misure per diminuire la pericolosità delle acque avvelenate e il grosso delle operazioni di ripulitura e dismissione della centrale - che richiederà ancora diverse decadi, con tecnologie per l'appunto ancora da testare - resta per ora affidato alla Tepco, malgrado questa abbia spesso mostrato un'incomprensibile incompetenza e leggerezza davanti alla catastrofe.
Alcuni hanno accolto gli annunci dati ieri con evidente scetticismo, facendo notare che arrivano proprio pochi giorni prima della decisione del Comitato Olimpico Internazionale rispetto alle Olimpiadi del 2020, per le quali Tokyo è candidata, insieme a Istanbul e Madrid.
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