DAGOREPORT - L’ASSOLUZIONE NEL PROCESSO “OPEN ARMS” HA TOLTO A SALVINI LA POSSIBILITA’ DI FARE IL…
Sui cruscotti di tutte le auto delle forze dell’ordine c’è la foto di un sospettato per l’omicidio di Davide Fabbri, il barista di 52 anni ucciso sabato sera a Riccardina di Budrio, nel Bolognese, con un colpo di pistola. Si tratta di un ex militare dell’Est Europa, ricercato dalla Procura di Ferrara per alcune rapine commesse con modalità violente nella provincia ferrarese. Non è l’unica pista aperta, ma la figura di un 41enne russo, Igor Vaclavic, che in passato aveva militato nella fanteria del suo Paese e che «bazzica» nel Ferrarese da una decina di anni, è di certo all’attenzione degli inquirenti.
LE RICERCHE NEI CASOLARI — Continuano le ricerche serrate di carabinieri ed esercito nelle campagne tra il Bolognese e la provincia di Ferrara. I militari armati stanno scandagliando tutti i casolari e i posti abbandonati perché si teme che il killer, descritto come pericoloso, sia nascosto ancora nelle vicinanze. Anche la breve distanza tra i posti delle recenti rapine nel Ferrarese e la frazione della Riccardina fanno propendere gli inquirenti per la tesi che il killer abbia battuto in lungo e in largo la zona e che abbia potuto trovare un nascondiglio.
LA TESTIMONIANZA DELLA GUARDIA GIURATA — Intanto il vigilante aggredito a Consandolo, dopo essere stato già ascoltato domenica, lunedì mattina è stato di nuovo convocato in caserma dagli inquirenti per vagliare alcuni dettagli del suo racconto. In particolare, la statura dell’uomo che lo ha aggredito: secondo il vigilante sarebbe alto 1,80 cm ma dalle immagini delle telecamere del bar Gallo di Budrio, il killer di Davide Fabbri sembrerebbe essere un po’ più basso.
È un’ipotesi che possa essere la stessa persona che ha assassinato il barista con una pistola 9x21 rapinata la sera del 29 marzo alla stessa guardia giurata, dopo aver sparato alcuni colpi col fucile che aveva anche sabato, quando è entrato nel bar di Budrio per rapinare il titolare.
LA FUGA — Non è ancora chiaro invece se la persona che ha ucciso il barista sia fuggita in bici o a piedi - sul punto ci sono testimonianze divergenti - si pensa siano sue le macchie di sangue all’esterno del locale e che saranno analizzate per un profilo genetico del killer. L’assassino era entrato nel bar con il fucile chiedendo di farsi consegnare i soldi della cassa, ma il barista aveva reagito e gli aveva sfilato l’arma, con cui lo ha anche colpito utilizzandola come un bastone, prima di essere freddato con un colpo di pistola al cuore, nel retrobottega.
Gli investigatori pensano dunque che l’omicida abbia ferite o tumefazioni, conseguenze della reazione della vittima. Nel bar c’era anche la moglie del barista e due avventori, uno rimasto ferito di striscio da una pallottola. Le indagini dei Carabinieri coordinati dal Pm di Bologna Marco Forte proseguono senza sosta, nella consapevolezza della pericolosità del ricercato. Oltre al fucile, che è ritornato a prendere nel locale subito dopo l’omicidio, ha la pistola rubata alla guardia giurata, che si pensa abbia ancora diversi colpi in canna.
LA LISTA DEI SOSPETTATI — Il pool di investigatori che indaga sull’omicidio del barista Davide Fabbri ha chiesto a tutti i comandi provinciali dei Carabinieri della regione Emilia-Romagna di fare una lista di sospettabili che, per caratteristiche fisiche e per precedenti criminali, possano essere associati al delitto. Il segnale è che la pista dell’ex militare dell’Est che ha precedenti per rapine violente nel Ferrarese non è l’unica, perché gli elementi in mano agli inquirenti sono troppo pochi, per ora, per imboccare con certezza una sola pista.
Di certo, tra quelle seguite c’è l’analogia con il colpo di Consandolo (Ferrara), dove la sera del 29 marzo un uomo armato di doppietta da caccia aveva costretto, sparando alcuni colpi contro la sua auto, una guardia giurata a sdraiarsi per poi sfilargli la pistola, una Smith&Wesson argentata. Il vigilante ai carabinieri ha detto di aver visto male, al buio, di avere potuto solo intravvedere una forma di uomo corpulento e non alto, e dunque non sarebbe in grado di riconoscerlo in foto. Ha confermato peraltro la somiglianza e il calibro della propria pistola rubata con quella usata per uccidere Davide Fabbri.
LA FIACCOLATA — Domenica intanto i cittadini di Budrio e della provincia di Bologna si sono ritrovati in centinaia nel comune della Bassa bolognese per una fiaccolata. «Vogliamo vivere senza paura e liberi da ogni tipo di violenza. Budrio vuole essere una comunità sicura per tutti quelli che la abitano. Esprimiamo insieme la nostra vicinanza ai familiari della vittima». Così sulla pagina Facebook del Comune di Budrio l’amministrazione ha invitato i cittadini a partecipare alla fiaccolata in solidarietà alla famiglia di Davide Fabbri, il barista ucciso da un rapinatore sabato sera.
LE PAROLE DEL SINDACO — Il sindaco di Budrio, Giulio Pierini, ha scritto le motivazioni della fiaccolata che ha mobilitato migliaia di persone, sulla sua pagina Facebook. «Come comunità di Budrio dobbiamo respingere a testa alta questa violenza. Vogliamo vivere senza paura e liberi da ogni tipo di violenza. Dobbiamo batterci perché questo venga garantito alle nostre attività commerciali, economiche e a tutti i cittadini.
Ringraziamo e sosteniamo da questa piazza le forze dell’ordine e chiediamo che si faccia tutto il possibile e anche di più affinché il responsabile sia assicurato alla giustizia nel più breve tempo possibile. So che sono tanti i sentimenti che attraversano le persone in questo momento. Anche la rabbia e la sete di giustizia personale. Sono sentimenti umani e comprensibili.
Ma l’unica giustizia giusta è quella della legge. Che però – lasciatemelo dire – deve garantire la certezza della pena. Quella per cui se vieni beccato a rubare in casa non sei scarcerato il giorno dopo. Altrimenti i cittadini saranno sempre più sfiduciati nei confronti delle istituzioni – e non ce lo possiamo permettere – e allo stesso tempo le pene non certe incentivano e rafforzano i malviventi e le loro azioni. Budrio vuole essere una comunità sicura per tutti quelli che la abitano: il mio impegno in questa direzione è massimo e penso di parlare anche per gli altri esponenti politici presenti questa sera».
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