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Guglielmo Buccheri per la Stampa
C' è un papà che rimarrà fuori dallo stadio per tutta la vita. Lo ha deciso il suo club perché pensare di aggredire i giocatori avversari con il piccolo in braccio è troppo folle per non reagire nel modo che merita: l' Everton, squadra della serie A inglese, ha individuato il rissoso supporter che durante la sfida di Europa League contro il Lione ha tentato di partecipare, da bordo campo, al caos e gli ha comunicato che non sarà mai più gradito.
L' Inghilterra, da qualche anno, ha indicato la via per uscire dal pericoloso corto circuito ultrà-club. L' Italia ci sta provando, almeno nelle intenzioni. E, per farlo, il 4 agosto scorso è stato licenziato un nuovo protocollo che deve impegnare le parti in campo: i responsabili per l' ordine pubblico e le società di serie A, B e C. Cosa prevede la rivoluzione? Il punto di arrivo è il superamento della Tessera del tifoso, quello di partenza dice ai club di far proprio un codice di gradimento che si rivolga a chi sottoscrive un abbonamento o acquista un biglietto.
Tradotto: se esci dalle regole, la società può, anzi dovrebbe, squalificarti per una, due, tre partite, per l' intera stagione, per sempre.
La ragione della svolta studiata dal Viminale è quella di responsabilizzare i club e di dotarli di ulteriori strumenti per spezzare i legami con chi vive lo stadio alla rovescia. In cambio, ecco l' apertura di credito da parte delle istituzioni nei confronti dei tifosi: via libera alla vendita dei biglietti anche prima delle gare e, fra l' altro, la possibilità di portare in curva megafoni e tamburi o gli striscioni. Risultato? Da quando il protocollo è sul tavolo, immobilismo, o quasi.
Nessuna società delle tre leghe professionistiche ha introdotto il codice di regolamento e, quindi, di gradimento. Nessun passo in questa direzione è stato fatto e, così, il quadro generale rimane lo stesso. Dentro le assemblee, si parla di tutto, ma non appena il discorso scivola sul tema la palla passa di mano in mano e, poi, si ferma.
Alla luce dei fatti, illogici, di queste ore aver dato applicazione al protocollo di agosto avrebbe aperto la strada ad una serie di immediate, possibili, conseguenze. Come fatto dall' Everton per il papà con il bimbo in braccio che dà sfogo alla sua follia, il patron della Lazio Claudio Lotito, in attesa della chiusura delle indagini penali, avrebbe potuto annunciare la chiusura a vita dell' Olimpico per i colpevoli perché soggetti sgraditi. E una sospensione a tempo dell' abbonamento per atteggiamenti inopportuni avrebbe potuto mettere in atto l' Ascoli nei confronti di chi è rimasto fuori dalla curva, martedì sera, nel momento del ricordo di Anna Frank.
Il Daspo, il divieto di accesso alle manifestazioni sportive, è il provvedimento su cui si reggono le pene comminate dalle istituzioni preposte a garantire l' ordine pubblico: oggi non può superare gli otto anni e, spesso, finisce strattonato da sentenze sulla sua costituzionalità che non fanno altro che annacquarlo. Il protocollo, invece, deve dare forza all' azione delle società: ogni club, adesso, se non ha la possibilità di scegliersi i propri tifosi, quantomeno può cominciare a selezionarli o allontanarli dal capo branco. L' importante è non fare catenaccio all' italiana, ma giocare in contropiede.
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