FLASH! – NO, NON ERANO SOLO ILLAZIONI DI QUESTO DISGRAZIATO SITO: ROBERTO CERRETO, IL VISPO…
"PERCHÉ NON C’È PROFONDA COSTERNAZIONE MA SOLO ESALTAZIONE PER IL DOPPIO SUICIDIO DELLE KESSLER? – MARIO ADINOLFI, FONDATORE DEL “POPOLO DELLA FAMIGLIA” TORNA A PUNGERE SUL DOPPIO SUICIDIO ASSISTITO DELLE GEMELLE KESSLER: "ALICE ED ELLEN NON AVEVANO MALATTIE INVALIDANTI, ERANO AUTONOME E VIVEVANO DA SOLE, UNA DELLE DUE PARE FOSSE UN POCO DEPRESSA. QUESTA È SOLO UN’OCCASIONE PER TAMBUREGGIARE A FAVORE DI UNA LEGGE CHE CONSENTA ANCHE IN ITALIA ALLO STATO DI COLLABORARE ALLA SOPPRESSIONE DI UN ESSERE UMANO. UNO STATO CHE UCCIDE È SEMPRE INGIUSTO..." - VIDEO
LE KESSLER E IL PIFFERAIO DI HAMELIN
Dalla pagina Facebook di Mario Adinolfi
Non c’è prima pagina di giornale, non c’è telegiornale che non esalti il doppio suicidio assistito di Alice ed Ellen Kessler. Non c’è cordoglio, non c’è dolore: è solo un’occasione per tambureggiare a favore di una legge che consenta anche in Italia allo Stato di collaborare alla soppressione di un essere umano preparando il farmaco mortifero (suicidio assistito) o iniettandolo direttamente nelle vene del sofferente, ammazzandolo (eutanasia).
Vi chiedete mai perché insistano così tanto sui media a raccontare come buona, giusta e “dignitosa” la strada della morte per eutanasia o suicidio assistito che riguardi un malato, un anziano, un affaticato? A me pare così evidente che il mainstream agisca come l’orchestrina del Titanic, tiene calma la gente mentre la conduce alla morte perché la nostra società sta valorialmente affondando.
I giornali di oggi hanno scelto di suonare il motivetto del Da Da Umpa approfittando dell’impatto del suicidio doppio, programmato con tedesca precisione, nell’immaginario nostalgico di ciascuno di noi.
Alice ed Ellen Kessler non avevano malattie invalidanti, erano perfettamente autonome e vivevano da sole, una delle due pare fosse un poco depressa, perché non c’è profonda costernazione ma solo esaltazione per il loro doppio suicidio?
Ce lo spiega uno studio agghiacciante della canadese Western University. Il Canada è il Paese che più recentemente ha introdotto nell’ordinamento suicidio assistito e eutanasia. Lo ha fatto nel 2016, seguendo l’Olanda battistrada (2001), il Belgio (2002) mentre la Svizzera dal 1941 accetta il suicidio assistito, lo stesso più recentemente fanno la Germania e limitatamente l’Italia.
I sostenitori della “dolce morte” guardano nel nostro Paese al Canada come nazione di riferimento e non a caso proprio in Canada i numeri sono paurosi, con crescita di anno in anno delle soppressioni di Stato nell’ordine del 30%. Proprio in virtù di questi tassi di crescita i ricercatori della Western University hanno calcolato che nei prossimi vent’anni i canadesi potenzialmente interessati dal Maid (Medical Assistance In Dying) saranno 16.692.205 e quelli che effettivamente saranno uccisi dallo Stato saranno 4.9 milioni pari al 12.3% della popolazione canadese che è di poco superiore ai 41 milioni.
Questo consentirà allo Stato canadese un risparmio sempre in vent’anni pari a 1.273.000.000.000.000 dollari canadesi, 781 miliardi di euro. In media dunque il Canada risparmierà 39.5 miliardi di euro l’anno. Soldi determinanti per la tenuta del suo welfare, realizzati come? Lo ha spiegato un ministro canadese: “Ormai da noi è diventato più facile chiedere la morte che una sedia a rotelle”.
Come ha denunciato chiaramente nell’ottobre scorso la 27enne Siska De Ruysscher, soppressa dallo Stato belga il 2 novembre 2025, basta impoverire drasticamente la qualità e anche la quantità di sostegno statale ai sofferenti per spingerli facilmente a chiedere la morte. Per questo oggi l’orchestrina suona il Da da umpa e ci vuol convincere della beltà dell’ultima tragica danza di Alice ed Ellen Kessler. Perché l’Italia è assai più inguaiata del Canada, ha venti milioni di abitanti in più con prevalenza di anziani. Infatti l’unica voce controtendenza sul suicidio delle due soubrettes è stata quella di Iva Zanicchi, 86 anni a gennaio, che ha capito dove si va a parare e ha ribadito il valore assoluto della vita umana come bene non disponibile.
Il fondamento della scienza medica da ventiquattro secoli è il giuramento di Ippocrate il cui testo recita che nessun medico può fornire a un paziente un farmaco che ne procuri la morte, neppure se richiesto dal paziente stesso. È un divieto ferreo che l’Ordine dei medici italiano, anch’esso capendo dove si va a parare e volendosi conformare all’aria che tira, ha rimosso dalla formula del giuramento dal 2007.
Alice ed Ellen Kessler hanno come Socrate bevuto la cicuta preparato dallo Stato come strumento di morte. Uno Stato che uccide è sempre ingiusto, una legge che lo consente è sempre immorale e da combattere, se lo fa per soldi spacciando questa simonia come nuovo fantastico diritto connesso all’idolo dell’autodeterminazione, è anche uno Stato imbroglione e vile.
Non fatevi incantare dall’orchestrina, questo ultimo Da da Umpa è suonato da un pifferaio di Hamelin che non è lontana da Gruenwald dove Alice ed Ellen sono state suicidate da una società impietosa e avara che non ha voluto chiedere loro di vivere ancora perché le ha considerate un inutile costo di cui sbarazzarsi e lo farà con ciascuno di noi se non alzeremo subito un argine contro questa follia che altrimenti ci condurrà tutti nel burrone come nella fiaba dei fratelli Grimm.
Alisa Toaff per adnkronos.com
''Noto nei media poca compassione, nessun cordoglio e invece tanta ideologica esaltazione davanti al macabro duplice suicidio avvenuto ieri in Germania. Alice ed Ellen Kessler appartengono al lungo elenco di anziani, disabili, sofferenti che dalla fine degli Anni Trenta lo Stato tedesco ha iniziato a sterminare perché rappresentavano un costo inutile per lo Stato. I nazisti lo chiamarono 'programma Aktion T4' e Goebbels ci fece su anche un bel film che trionfò al festival di Venezia del 1941.
I tempi non sono cambiati: al festival di Venezia l’anno scorso ho visto un altro film che esalta l’eutanasia, i media applaudono un duplice suicidio operato dallo Stato che ha preparato con una sua dottoressa la pozione letale, come fosse un trionfo della civiltà e dei diritti''. A parlare all'Adnkronos è Mario Adinolfi, fondatore del Popolo della Famiglia e presidente dell'associazione 'Cristo Regna', sul suicidio assistito di Alice e Ellen Kessler, morte ieri nella loro abitazione in Germania.
Secondo Adinolfi "le Kessler sono state uccise con lo stesso metodo e dalla stessa logica dei nazisti: costavano e non rendevano, per lo Stato era vantaggioso eliminarle e per questo ha mandato un suo medico donna a espletare la pratica - continua Adinolfi - Mi meraviglia il silenzio della Chiesa. Quando quel film sull’eutanasia voluto da Goebbels vinse a Venezia nel '41 i vescovi tedeschi ordinarono ai sacerdoti di andare a bussare casa per casa per vietare ai cattolici di vederlo. Ora discettando di fine della cristianità, i cardinali italiani tacciono davanti alla barbarie che si consuma nello stesso giorno delle loro amene assemblee.
Poi ci si chiede perché avanza ovunque il pericolo islamico. Alice e Ellen Kessler meritano prima di tutto sgomento e cordoglio sinceri, poi preghiere per le loro anime che speriamo abbiano incontrato la misericordia del Signore davanti ad una scelta tragica quanto grave e sbagliata''.
''La vita non è un bene disponibile, lo Stato che sopprime è ingiusto quando lo fa con Socrate e quando lo fa con le Kessler, l’Italia non segua in questo la via dettata dal Nord Europa che da sempre genera ideologie pericolose, specie quelle che partono dalla Germania - sottolinea Adinolfi - Hitler e Marx sono stati entrambi sconfitti dalla cristianità, con buona pace del cardinale Zuppi che evidentemente è immemore della lezione del Papa sotto cui ricevette l’ordinazione sacerdotale, resistente antinazista in Polonia e poi guerriero anticomunista in nome di Cristo per una vita intera. Giovanni Paolo II fu un condottiero a difesa della vita dei più fragili e anche Francesco è stato in prima linea a denunciare la 'cultura dello scarto' che è alla base dell’abominio dell’eutanasia e del suicidio assistito.
le gemelle kessler con don lurio
I cattolici non possono tacere davanti a ciò che è stato fatto ad Alice ed Ellen Kessler - prosegue il fondatore del Popolo della Famiglia e presidente dell'associazione 'Cristo Regna' - perché ci riporta alla mente gli anni più bui del Novecento anche se qualcuno che sa far di conto vuole provare a spacciarci questi morti come splendidi testimonial di un presunto nuovo diritto.
Ma il diritto alla morte non esiste - ammonisce Adinolfi - è solo negazione del diritto alla cura anche dell’incurabile, anche dell’anziano non produttivo, anche del sofferente senza speranza. Questa è la civiltà che l’ordinamento giuridico italiano deve continuare a difendere sfidando la cultura utilitaristica della morte di Germania, Olanda, Belgio e Svizzera dove, dagli Anni Quaranta, uccidono i sofferenti per risparmiare in sanità, previdenza e assistenza attuando programmi eutanasici tra i più crudeli della storia dell’umanità'', conclude.
mario adinolfi wokismo e islamismo cover
le gemelle kessler con frank sinatra
le gemelle kessler
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