
DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL…
Fiorenza Sarzanini per il “Corriere della Sera”
«Abbiamo un impegno formale del procuratore generale sulla massima collaborazione per arrivare alla verità e questo, al momento, ci soddisfa. Vedremo nelle prossime settimane come si evolverà il lavoro comune, però una cosa deve essere chiara: noi forniremo tutto il supporto necessario, ma i titolari delle indagini sono i magistrati egiziani». Il giorno dopo la missione al Cairo, il capo della Procura di Roma Giuseppe Pignatone chiarisce i termini dell’intesa siglata due giorni fa insieme con il sostituto Sergio Colaiocco per arrivare alla verità sul rapimento e l’uccisione di Giulio Regeni.
manifestazione per giulio regeni
Nessuno si fa illusioni rispetto al fatto che risultati possano arrivare a breve, ma il procuratore assicura che «l’attenzione rimarrà alta, seguiremo passo dopo passo l’evoluzione degli accertamenti». Una strada che indicherà personalmente ai familiari del giovane: «Incontrerò i genitori di Giulio nei prossimi giorni e a loro ribadirò la nostra intenzione di andare fino in fondo perché possano ottenere giustizia».
Il risultato principale, spiega Pignatone, «è quello di aver ottenuto l’assicurazione che nessuna illazione venga fatta sulla figura dello studente, sulla sua rettitudine. Si è sgombrato il campo da tutte le falsità e i sospetti circolati sinora e questa è una buona base dalla quale ripartire. Entro qualche giorno consegneremo ai colleghi egiziani il nostro fascicolo, compreso il risultato dei controlli effettuati sul computer di Regeni.
Al procuratore generale Nabil Sadeq invieremo anche il risultato finale dell’autopsia svolta dal professor Fineschi. Siamo convinti che quanto accertato dai medici legali italiani possa contribuire a stabilire che cosa è accaduto, tenendo conto che le sevizie scoperte sono addirittura più gravi di quelle riscontrate durante il primo esame svolto in Egitto. E infatti lo stesso collega egiziano ha dovuto riconoscere come il delitto sia di una ferocia efferata».
La precisazione sulla titolarità del fascicolo dei colleghi del Cairo ha il doppio scopo di non creare «precedenti» rispetto all’attività del proprio ufficio su eventuali interferenze in altri casi che dovessero sorgere in futuro e di ribadire «la responsabilità delle indagini» in modo da non doverne condividere obbligatoriamente anche il risultato finale.
Non a caso Pignatone ci tiene a chiarire i termini della missione al Cairo, «che è stata pianificata d’intesa con il governo, ma svolta nell’ambito della cooperazione giudiziaria e infatti al più presto anche gli investigatori dovranno incontrarsi e confrontarsi per arrivare a uno scambio reale di tutto quanto è stato acquisito sino ad ora».
Con la procura di Giza, guidata dal magistrato che prima aveva accreditato la pista dell’incidente stradale e via via alimentato altre ipotesi legate alla vita privata di Giulio Regeni, non c’è stato alcun contatto. «Abbiamo deciso di accettare l’invito del procuratore generale - chiarisce Pignatone - consapevoli che lui ha il potere di supervisionare gli accertamenti in corso e dunque per ottenere la garanzia che nulla sarà lasciato di intentato per sapere chi ha torturato e ucciso Regeni».
Ipotesi sul movente il capo della procura di Roma non vuole, nè può farle. Anche se più volte in questi ultimi giorni è apparso chiaro come le verifiche svolte dai carabinieri del Ros e dai poliziotti dello Sco abbiano imboccato in maniera decisa la pista che porta a un apparato di sicurezza che avrebbe catturato il ricercatore ritenendolo una spia e dunque per cercare di scoprire le sue fonti sulle ricerche che svolgeva sull’attività dei sindacati egiziani.
«Il nostro obiettivo principale - dice Pignatone - era il confronto con la massima autorità giudiziaria. Siamo consapevoli della complessità della realtà egiziana e dunque delle difficoltà di svolgere un’indagine tanto delicata e segnata da innumerevoli interferenze, ma questo non può distogliere nessuno di noi dalla determinazione a scoprire quanto accaduto». Al momento si procede dunque seguendo una strada comune, anche se il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni ha ribadito di fronte al Comitato parlamentare di controllo sui Servizi che «l’Italia non si accontenterà di verità di comodo». Una linea che Pignatone fa propria: «Non abbiamo firmato alcuna cambiale in bianco».
FIACCOLATA PER GIULIO REGENI
Il New York Times annuncia che gli Usa solleveranno il caso di Giulio Regeni con l Egitto
REGENI
FIORI PER GIULIO REGENI
DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL…
DAGOREPORT - UCRAINA, CHE FARE? LA VIA PER ARRIVARE A UNA TREGUA È STRETTISSIMA: TRUMP DEVE TROVARE…
DAGOREPORT - COME È RIUSCITO IL FUNERALE DI UN SOVRANO CATTOLICO A CATTURARE DEVOTI E ATEI, LAICI E…
FLASH! - QUI, SAN PIETRO: TANA PER PATRIZIA SCURTI! MASSÌ, NON POTEVA MANCARE AL FUNERALE DI PAPA…
DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA…
DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI…