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Valentina Errante per “il Messaggero”
Un' organizzazione come la ndrangheta, capace di arruolare altri criminali, a cominciare dagli albanesi e controllare la città, anche i quartieri lontani dalla zona di egemonia. Le intercettazioni agli atti dell' inchiesta che ha portato in carcere 33 persone, tra esponenti e affiliati del clan Casamonica raccontano una spartizione di Roma, e come l' organizzazione riesca a garantire chi paghi anche negli altri quartieri.
Intanto le indagini dei carabinieri del comando provinciale, coordinati dal procuratore aggiunto Michele Prestipino e dal pm Giovanni Musarò, vanno avanti. Durante le perquisizioni, avvenute a margine degli arresti, sono stati trovati elenchi con nomi e cifre: l' agenda dell' usura, secondo gli inquirenti.
Sarà invece necessaria una perizia per valutare i chili di oro sequestrati martedì, i quindici orologi, tra Rolex e Cartier, per un valore che raggiunge almeno i 100mila euro, custoditi dai Casamonica insieme ad almeno 50mila euro in contanti. Intanto Angelo Guglielmi, il primo degli arrestati interrogati dal gip, si è avvalso della facoltà di non rispondere, così come Domenico Strangio, figura di collegamento tra la ndrangheta calabrese e il clan romano.
IL REGISTRO
Appunti con nomi e cifre. Nel clima di omertà totale e di intimidazione che atterrisce le vittime del racket e dell'usura, il ritrovamento del registro, dove i Casamonica appuntavano le somme del business, potrebbe rappresentare un elemento fondamentale per le indagini.
Attualmente sono quindici le persone identificate dai pm attraverso le intercettazioni, persone che pagavano tassi usurari fino al 600 per cento o che erano costrette a pagare il pizzo per un' attività commerciale, ma agli inquirenti è chiaro che le vittime sono molte di più.
E quei fogli, che adesso saranno esaminati, potrebbero tracciare la mappa del racket.
GLI ALBANESI
È Massimiliano Fazzari, il pentito che ha lavorato per i Casamonica a raccontare come, all'occorrenza, anche altri criminali potessero essere arruolati dal clan. «Agli albanesi gli abbiamo spezzato le ossa e li abbiamo mandati via», dice in un'intercettazione Beppe Casamonica a un agente sotto copertura. Ma Fazzari racconta: «Quando è successo della figlia di Beppe si è riempito il vicolo, cose, si chiamavano, facevano, addirittura anche gli albanesi avevano chiamato, Besim, questa cosa me la raccontò anche Besim, prendi le armi per tutti gli albanesi che conosci».
nello trocchia e la troupe di nemo aggrediti dai casamonica durante l arresto 1
Besim Skarra è un albanese che, per conto dei Casamionica si occupava di spaccio,, e la vicenda al quale il pentito si riferisce riguarda fatti dell' aprile 2014, quando per vendicare uno sgarro e la fuga d' amore della figlia di Giuseppe Casamonica gli uomini del clan si presentarono con le armi a casa dell'uomo. Ad aiutarli proprio gli albanesi.
«COPRIAMO TUTTA ROMA»
Il potere dei Casamonica non si limita all'Appio Tuscolano, quartiere d'influenza del ramo della famiglia, colpita martedì dalle misure cautelari. Ma si estende a tutta la città. Una circostanza che emerge dalle intercettazioni tra un ufficiale dei carabinieri sotto copertura e Beppe Casamonica. Il militare finge di essere un dirigente della società Tipico di Modena e spiega che vuole aprire in altre zone di Roma e di avere saputo «che c'erano problemi con gli albanesi. Casamonica gli risponde: «Puoi domandà in zona come stiamo noi e vedi».
casamonica - aggressione a una disabile in una bar in zona romanina
Alla richiesta dell'uomo di sapere se i Casamonica possano coprire tutte le zone di Roma e se, rivolgendosi a loro, magari in qualche zona potevano crearsi problemi con altri e la società trovarsi invischiata «in una guerra», Giuseppe Casamonica rispondeva: «Noi copriamo pure tutta Roma». E il militare: «Se adesso dobbiamo aprire sulla Colombo?» E Giuseppe Casamonica: «Non ci sono problemi», noi siamo collegati da tutti i pizzi, all' Eur , alla Magliana la Colombo, Cinecittà, Quarticciolo, Boccea, Primavalle, Tor di valle...Siccome la gente fa lo stesso lavoro si conosce, non ci si va a mozzicare tra cani perché sarebbe inutile e controproducente per tutti».
casamonica - aggressione a una disabile in una bar in zona romanina
COME LA NDRANGHETA
«La famiglia nostra è come da te in Calabria». Così Liliana Casamonica spiegava a Fazzari, figlio di un uomo delle ‘ndrine come fosse organizzato il clan. E il collaboratore di giustizia a verbale ha spiegato ai pm: «Loro si vantano di essere un vero clan, di essere i primi a Roma ad aver preso l'associazione di stampo mafioso, che loro sono organizzati su tutto, che hanno disponibilità di droga armi estorsioni , usura. Questi magari hanno il vicolo Di Porta Furba, su via Tuscolana ed hanno tutti i cugini, che ognuno ha il ruolo suo».
LA VILLA CONFISCATA AI CASAMONICA
Nel senso che se io so che vado giù in Calabria, ecco, vado a Parghelia dove abitano i miei zii e sa che una volta avevano loro il locale di ndrangheta lì e so che magari tot persone fanno parte di quel locale di ndrangheta. Quindi io so che magari a Roma, da Centocelle fino a... Per ipotesi, ora non so bene la zona.. Corso Francia, c'è Michele Senese. Che poi, comunque sia, riforniva anche Massimiliano. Perché sono anche stati carcerati insieme». E aggiunge: «Se tu devi fare qualcosa nella loro zona devi chiedere a loro».
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