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WELCOME TO THE JUNGLE - L’IDROSCALO DI MILANO E’ DIVENTATO UNA PALUDE: UNA PIANTA ACQUATICA LO HA COMPLETAMENTE INVASO E LA “BONIFICA” SI ANNUNCIA LENTA E DIFFICILE. LA CAUSA? POCHI FONDI PER LA MANUTENZIONE

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Paolo Foschini per il “Corriere della Sera

 

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Più che una draga una mietitrebbia. A questo assomiglia la chiatta che da ieri mattina falcia l' acqua dell' Idroscalo come arasse un campo. Colpa del Potamogeton Pusillus , così si chiama.

 

Non è un' alga. È una pianta acquatica, con le radici sul fondo. Peggio della gramigna. Più intricata di un filo spinato. Più la tagli più ricresce. I canoisti ci bestemmiano a ogni pagaiata. Ai canottieri se ne impigliano al timone matasse «grosse - scrivono - come cadaveri». Che la draga sta frullando e portando via, certo. Ma è una. Può fare tre o quattro viaggi al giorno. Su uno specchio d' acqua di un milione e seicentomila metri quadri.

 

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Che sarebbe un posto bellissimo, e in realtà per molti versi lo è. Ma che ha sempre meno soldi per mantenersi tale. E se potesse parlare, a chiunque tra Stefano Parisi e Beppe Sala sarà tra dieci giorni il nuovo sindaco di Milano, direbbe una parola molto semplice: aiuto.

 

Il mare dei milanesi, come solo i non milanesi in verità lo chiamano, fu inventato nel 1930 per farci ammarare gli idrovolanti. Da molti anni la gente ci va a correre, a prendere il sole, a pagaiare, a passar la sera d' estate. L' invasione del Potamogeton non è una novità di quest' anno, è iniziata negli ultimi tre. Ma questa volta è esplosa.

 

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Tecnicamente non sarebbe neanche un sintomo brutto: non è una mucillagine da acque asfittiche, anzi, come le piante cresce con la luce e vien su alla grande se l' acqua è limpida. Il punto è che non va lasciata crescere. Come quella sulle rive. Ma questo costa. Il problema è tutto qui.

 

Prima, quando a occuparsi dell' Idroscalo era la Provincia, il budget per garantirne sicurezza, pulizia e manutenzione superava il milione e mezzo di euro. Non bastavano allora e non basterebbero neanche adesso, è vero, visto che la gestione complessiva del parco Idroscalo passata alla Città Metropolitana costa comunque più di 2 milioni e 400 mila euro.

 

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Ma i fondi ricevuti l' anno scorso hanno appena toccato il milione di euro, di cui solo 730 mila realmente disponibili perché la legge Delrio, in pratica, dice che la Città Metropolitana si deve occupare di ambiente ma non chiarisce bene fino a che punto: e così anche il denaro esistente sulla carta non è sempre spendibile.

 

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Morale: la direzione dell' Idroscalo si è potuta muovere contro il Potamogeton soltanto ieri e la campagna della draga-mietitrebbia continuerà fino al 28 giugno, affidata a una ditta specializzata di Busto Arsizio con un appalto da 37 mila euro più Iva.

Giuseppe Natolo e Dario Galbersanini, che sulla draga lavorano impugnando uno il timone e l' altro un forcone, spiegano che «per noi questa pianta è un cliente normale, quest' anno ci abbiamo avuto a che fare anche sul lago di Como e altrove: finiremo di ripulire l' Idroscalo nei tempi che ci hanno dato».

 

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Ma il lavoro da fare - come dice Elena Erba, vicepresidente dell' Idroscalo Club che l' anno scorso ha ospitato i campionati del mondo ed è il punto di riferimento per una folla di canoisti, canottieri e atleti vari - sarebbe molto di più: «Mi rendo conto che il problema dei fondi è quello centrale, so che non è questione di disinteresse. Ma è un dato di fatto che basta guardare: rispetto a qualche anno fa, quando la vegetazione del parco era curata ovunque, in moltissimi punti è oggi lasciata a se stessa».

 

Non è l' unico segno. Anni fa gli uomini della polizia locale a pattugliare anche con i sommozzatori la sicurezza dell' Idroscalo si misuravano a decine. Oggi sono tre per turno, su un perimetro di quasi sei chilometri punteggiato di cartelli: «Sos volontari del verde cercasi».