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“SIAMO DEI GRANDI, LO ABBIAMO PICCHIATO, POI È MORTO” – DUE RAGAZZI DI GENOVA, UNO DI 19 E L’ALTRO DI 17 ANNI, SONO ACCUSATI DI AVER PESTATO A MORTE SERGIO FAVETO, UN 51ENNE DISABILE CHE PENSAVANO FOSSE UN PEDOFILO – LO SCORSO TRE AGOSTO I DUE HANNO COMPIUTO LA SPEDIZIONE PUNITIVA CONTRO IL POVER’UOMO (CHE NON AVEVA NESSUNA COLPA), PROBABILMENTE AIZZATI DA UN 50ENNE – L'UOMO È MORTO DOPO UN MESE DI AGONIA E I DUE SONO ACCUSATI DI OMICIDIO AGGRAVATO
Estratto dell’articolo di Tommaso Fregatti per “la Stampa”
Daniel e Alessandro - il nome di quest'ultimo è di fantasia perché minorenne - hanno 19 e 17 anni e sono iscritti in un liceo di Genova. La mattina studenti, pomeriggio e sera membri di spicco di una banda di ragazzini che in Valbisagno, la zona dello stadio, è stata protagonista negli ultimi mesi di furti, rapine, piccolo spaccio e pure atti vandalici.
Daniel e Alessandro, secondo gli inquirenti, il 3 agosto nei giardini di piazza Unità d'Italia nel quartiere di Molassana hanno massacrato di botte fino a ucciderlo un disabile con la passione dei computer solo perché nel quartiere si era sparsa la voce che «fosse un pedofilo». Lo hanno fatto davanti ad amici e fidanzate, scrive il giudice, «per un atto di bullismo per cui vantarsi con gli amici».
Sergio Faveto, 51 anni, è morto dopo quasi un mese di agonia all'ospedale San Martino. E pedofilo non era proprio per nulla. Semplicemente, era solo e problematico, trascorreva la serata nell'area verde di Molassana navigando con il suo pc seduto sulla panchina.
E ogni tanto, faceva vedere ai ragazzini video sul computer: erano solo cartoni animati.
Ieri, per la morte di Sergio Faveto, Daniel Borsi e l'amico sono finiti nei guai. Il primo (figlio di un poliziotto in pensione, difeso dagli avvocati Simone Vernazza e Matteo Mezzapesa) è ai domiciliari; il secondo è a piede libero anche perché è minorenne. Sono accusati di omicidio preterintenzionale aggravato dai futili motivi.
A fermarli, dopo otto mesi di indagini, sono stati carabinieri della stazione di Molassana e i colleghi del nucleo operativo della compagnia di San Martino. Ma nel mirino delle indagini ci sono almeno altre cinque persone. Il primo è Salvatore F., disoccupato genovese di 50 anni, che avrebbe «aizzato» gli animi colpendo alla testa Faveto e dandogli pubblicamente del «pedofilo». Per gli inquirenti, il gesto ha scatenato «il pestaggio brutale» e la «spedizione punitiva» di Daniel e l'amico. Salvatore F. rischia l'accusa di istigazione a delinquere. […]
E anche le intercettazioni telefoniche sono piuttosto eloquenti. «Raga, siamo dei grandi. Lo abbiamo pestato», racconta uno dei componenti della banda al telefono con un amico. È il 2 febbraio, le indagini incalzano. Marco si sfoga con il padre: «Papà, io non ho visto niente! Però questi tre qui… raccontavano cose nel quartiere perché finché non è morto erano tutti presi bene... Capito? Tipo siamo dei grandi, l'abbiamo picchiato. Poi è morto, e sono morti per la paura, sono scappati via». […]
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