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POLANSKI, LO STUPRO È PER SEMPRE - LA SVIZZERA NON LO PERDONA: DOPO L’ARRESTO A ZURIGO NEL 2009, ORA AL FESTIVAL DI LOCARNO BOICOTTANO LA SUA PRESENZA PER UNA LEZIONE PUBBLICA: “INCARNA L’INGIUSTIZIA PIÙ BIECA”

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Maurizio Porro per “Il Corriere della Sera

 

PREMI CESAR 2014 - ROMAN POLANSKIPREMI CESAR 2014 - ROMAN POLANSKI

La Svizzera e Roman Polanski. E’ polemica sulla lezione ferragostana del regista a Locarno. Proprio in un altro festival elvetico (a Zurigo) il maestro del cinema era stato arrestato nel 2009 per lo stupro di una tredicenne avvenuto a Hollywood nel 1977. Una vicenda giudiziaria conclusa però con il no della Confederazione agli Usa che chiedevano l’estradizione. 


Protestano alcuni politici. Come Fiorenzo Dadò, capogruppo del Partito Popolare Democratico (di ispirazione cattolica): dal sito facebook scaglia fulmini sulla scelta di ospitare, premiare il regista e chiede dietrofront. Ma il direttore Carlo Chatrian ha invitato Polanski come regista riconosciuto in tutto il mondo e il presidente della rassegna, Marco Solari, ha sposato la causa e avallato la decisione: «La libertà è libertà e questo è un Paese libero» ha detto l’altra sera applauditissimo all’apertura della rassegna, davanti alla Piazza invasa da 8500 persone. Messaggio criptato ma raccolto da chi doveva.

Venus in Furs- by PolanskiVenus in Furs- by Polanski


I nemici del regista polacco preferiscono ricordare l’80enne autore Oscar del Pianista per la violenza su Samantha Geimer che ha recentemente raccontato gli abusi nel libro «The Girl». Ma Polanski, anche se rischia l’arresto negli Usa, oggi vive libero a Parigi, è andato anche a Cannes nel 2013 con la moglie Emmanuelle Seigner per Venere in pelliccia (in programma in Piazza a Locarno) e in Svizzera. Paese che, appunto, ha rifiutato l’estradizione.

 

Venus in Furs- by PolanskiVenus in Furs- by Polanski

«Ma solo per un cavillo» insistono i detrattori. «Resti a casa o si scusi in piazza». La pìetas, dopo 37 anni e l’ambiguo perdono di Samantha Geimer, non serpeggia nelle file del partito cattolico di centro, terza forza politica svizzera dopo i liberali e i socialisti. I gruppi di pressione fanno capire dalle colonne del Corriere del Ticino che l’invito a Polanski potrebbe rivelarsi un boomerang: Chatrian muove i cinefili, dicono, ma Solari muove i milioni degli sponsor e la collaborazione delle sedi istituzionali che qualcuno vede a rischio proprio nel momento in cui dovrebbe sorgere il nuovo Palacinema.

 

samantha geimer roman polanski photo samantha geimer roman polanski photo

«In questi anni si sono portati avanti obiettivi di qualità artistica senza compromessi» dice Solari «il festival piace, hanno aumentato il contributo di 60.000 franchi (totale 12 milioni e mezzo di franchi, ndr) e non si può vivere sotto il ricatto velato di un taglio di fondi. Del resto non ospitiamo solo il libero cittadino Polanski, ma anche Democrazia senza frontiere che mostra e denuncia l’impunità dei crimini sessuali sulle donne durante la guerra».

 

carlo chatriancarlo chatrian

Chatrian: «Polanski suscita reazioni contrastanti, può essere ammirato nel percorso attraversato da grandi gioie e tragedie come l’Olocausto, non solo da quel gravissimo accadimento, ma io lo invito come regista ponendo l’accento sui suoi film e di questi si parlerà».

 

marco solari
marco solari

Dadò non accetta repliche: «Come regista non si discute ma l’accoglienza al latitante Polanski non può essere taciuta né tollerata. L’uomo, al di là dei meriti d’arte, incarna l’ingiustizia più bieca. Il Festival revochi l’invito a chieda al regista di domandare perdono alle vittime della pedofilia offese dalla sua codardia». 

 

Sul caso è intervenuto anche Luc Besson. A domanda sul perché non avesse firmato un appello pro Polanski, ha detto: «Nessuno me l’ha chiesto ma io credo che la giustizia debba essere uguale per tutti».

Fiorenzo DadòFiorenzo Dadò