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Giordano Tedoldi per “Libero quotidiano”
Come tutto quello che riguarda il sesso, anche la storia del preservativo o "condom" come si dice anche da noi utilizzando il termine inglese è, in parte, avvolta nel mistero. Ad esempio, la stessa etimologia di condom è oscurissima, con varie interpretazioni nessuna decisiva. Altrettanto incerta è l'origine del preservativo. Il primo utilizzo di questo metodo di contraccezione risalirebbe addirittura all' Uomo di Cro-Magnon, antica popolazione di Homo Sapiens vissuta nel Paleolitico: in alcune pitture rupestri delle grotte di Combarelles, in Francia, risalenti a circa 12mila anni fa, sono stati trovati disegni di un rapporto sessuale in cui l' uomo ha il pene coperto.
Gli scettici ribattono che il disegno è troppo primitivo per essere una prova, e che in una civiltà in cui l'aborto non era minimamente un problema, non c' era nessun bisogno del preservativo. Semmai si usavano, per la contraccezione, erbe o oli o varie sostanze (o anche pessari o amuleti) che, inseriti nella vagina, si credeva impedissero il concepimento. Non meno discutibili sono le testimonianze nei papiri egizi, tra il 1350 e il 1200 avanti Cristo, che parlano di protezioni per il pene o il glande, ricavate da vesciche o budella animali trattate con olio, oppure anche fatte di papiro o lino.
Ma probabilmente erano appunto solo protezioni contro insetti o morsi di serpenti, polvere, infezioni, ecc. e non erano usate nei rapporti sessuali.
ANTENATI
Controversi anche i preservativi presunti di Greci e Romani, fatti degli stessi materiali di quelli egizi, oppure, per i Romani, con una variante particolarmente scomoda (e dunque poco credibile): il condom ricavato da crine di mula intrecciato. Per non parlare del "preservativo della vittoria" dei legionari, ottenuto, si dice, dalle pelle e i muscoli dei vinti, ammorbiditi nell' olio: credenza suggestiva di cui mancano prove solide.
Forse solo intorno al 1400 dopo Cristo, in Cina e in Giappone, compare il vero antenato del preservativo, e comunque solo per le classi più elevate: copriva solo il glande, ed era fatto di budello d' agnello o di carta sottile, o, in Giappone, di corno o guscio di tartaruga. Il suo utilizzo però era principalmente, o esclusivamente, per ragioni di controllo delle nascite.
Per arrivare al preservativo moderno, usato anche a scopo di profilassi contro le malattie veneree, bisogna saltare al Cinquecento e all' anatomista italiano Gabriele Falloppio (quello delle omonime tube). Falloppio morì nel 1562 e, due anni dopo, postuma, uscì la sua opera "De Morbo gallico", tradotto dal latino: "Il mal francese", cioè la sifilide, piaga spuntata tra i soldati francesi alla fine del Quattrocento e poi dilagante con grande virulenza in Europa.
In un passo del suo libro, Falloppio consiglia di usare delle guaine di lino intrise in una certa soluzione chimica, e lasciate asciugare prima dell' uso. Queste guaine o garze coprivano il glande e erano fissate con un nastro. Da vero scienziato, Falloppio diceva di averle testate su un migliaio di uomini e nessuno di loro aveva contratto la sifilide. In seguito, altri testi faranno riferimento a protezioni simili contro le malattie veneree, ma già all' inizio del Seicento in uno scritto del teologo cattolico Leonardo Lessio si condanna l' uso del preservativo in quanto "immorale", di certo perché slegava l' atto sessuale dal concepimento.
IN LETTERATURA
GLI EGIZI E L USO DEI PRESERVATIVI
Nonostante l' opposizione della Chiesa, il Seicento fu il secolo in cui il condom, di lino, di budello o di vescica animale, si diffuse presso le classi abbienti (venduti al mercato o nei pub erano però costosi, e per questo venivano anche lavati e riutilizzati) tanto che nel 1666 una Commissione sul tasso di natalità in Inghilterra attribuisce un calo delle nascite all' uso del "condon" (sic).
Arriva il Settecento e il condom appare anche in letteratura: ne parla, nelle sue Memorie, Giacomo Casanova (chi altri?): il famoso libertino e avventuriero racconta che vi soffiava per vedere se erano bucati. Arriviamo al 1839, all' americano Charles Goodyear e all'invenzione della vulcanizzazione della gomma e, nel 1855, viene messo in vendita il preservativo di gomma.
Un'ulteriore evoluzione si avrà nel 1920 con l'invenzione del lattice e quindi con la fabbricazione del profilattico in quel materiale da parte dell' americana Youngs Rubber Company. Più resistente e sottile del vecchio profilattico in gomma, e dunque decisamente più confortevole per il fruitore, il lattice è ancora oggi il materiale usato nei preservativi, a parte quelli in lattice sintetico per chi è allergico a quello naturale. E così, dall' Uomo di Cro-Magnon a quello di oggi, questa è la storia del profilattico, una storia che s' intreccia con la religione, la morale, la tecnica e, naturalmente, con l' instancabile ricerca umana del piacere.
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