DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Estratto dell’articolo di Mattia Ferraresi per https://www.editorialedomani.it
L’amministrazione Biden ha fretta di espandere le operazioni americane in Ucraina prima che Donald Trump si insedi alla Casa Bianca e cambi linea sul conflitto. Ci sono 7 miliardi di armamenti allocati dal Pentagono e 2 miliardi di contratti per servizi militari vari che non sono stati ancora spesi, e alla Casa Bianca è iniziato il conto alla rovescia per dare a Volodymyr Zelensky tutto ciò che è possibile per evitare che la posizione negoziale di Kiev nei confronti della Russia si indebolisca.
E per impedire a Trump di costringere l’alleato a cedere alle pressioni russe diminuendo troppo rapidamente i flussi delle forniture. Il Pentagono sta inviando 500 missili per il sistema di difesa Patriot. Il materiale dovrebbe arrivare nel giro di alcune settimane e assicurare all’esercito ucraino di potersi adeguatamente difendere fino alla fine dell’anno dagli attacchi dei droni di Mosca, che si sono intensificati negli ultimi giorni, in concomitanza con le elezioni americane, il cui esito è certamente il più gradito a Vladimir Putin.
Funzionari militari americani hanno fatto sapere che l’impatto di questi trasferimenti sulle riserve di armamenti americane è «una grande preoccupazione», segno che l’Amministrazione, preoccupata dalla transizione alla Casa Bianca, sta accelerando più di quanto avrebbe fatto in caso di una vittoria democratica.
Trump ha promesso di fare terminare rapidamente la guerra e ha detto che ha già un piano per farlo, di cui naturalmente non ha voluto svelare i dettagli. Qualunque sia questo piano, ammesso che esista, coinvolge anche Elon Musk, il proprietario del sistema satellitare Starlink che è una tecnologia decisiva per l’Ucraina, che con mossa irrituale (ma non inedita per Trump) è anche intervenuto in una telefonata con Zelensky.
[…] Per segnalare l’urgenza del momento Biden ha fatto anche un’ulteriore apertura: ha autorizzato la missione di contractor del governo per la manutenzione e riparazione del sistema Patriot e dei caccia F-16, le armi più potenti che l’America ha offerto e anche le più bisognose di personale specializzato. Da mesi Kiev chiede alla Casa Bianca aiuto su questo fronte, ma Biden ha finora rifiutato: l’invio di contractor americani sul campo è un passo simbolicamente rilevante nel coinvolgimento diretto degli americani. Con l’incombere di Trump, il presidente ha rotto gli indugi.
Il governo ucraino, dal canto suo, vorrebbe anche di più, e chiede altri missili Atacms, quelli in grado di colpire in profondità nel territorio russo. Armi che evidentemente Zelensky teme di non ricevere più in futuro. Per il momento Biden non ha accolto la richiesta: se lo farà nei prossimi giorni o settimane, sarà il segno che la preoccupazione è in aumento. […]
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