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Marco Gasperetti per il “Corriere della Sera”
Il regalo per il compleanno del piccolo Tommaso, 3 anni ad agosto, mamma Laura lo ha già preparato. Ma non è l'unico. In un angolo segreto della casa ce ne sono infatti già altri dieci, uno per ogni anno che verrà.
«Lei non ci sarà, l'ha uccisa in pochi mesi un tumore raro e terribile, e toccherà a me consegnarli a nostro figlio, ma forse in quei doni Tommaso riuscirà a trovare le parole della mamma», racconta il papà Alberto Salerno, 37 anni.
Perché le parole della mamma signor Alberto?
«Perché mia moglie ha pensato di lasciare a suo figlio libri, pagine d'amore, che l'accompagneranno nei suoi anni da bambino fino all'adolescenza e gli trasmetteranno coraggio, amore per la gente e per la vita, altruismo e anche la volontà di non mollare mai.
Saranno più che insegnamenti, saranno carezze».
Che libri sono?
laura lonzi e il marito antonio salerno
«Classici per l'infanzia e la pre adolescenza. Che hanno tutti uno sguardo verso la crescita felice, l'educazione, la buona pedagogia. E l'amore della mamma che sarà sempre e comunque accanto a suo figlio. Poi Laura ha lasciato altre sorprese».
Quali?
«Quattro video di dieci minuti l'uno, nei quali spiega a suo figlio l'importanza della scuola, dell'amicizia e dell'amore. Ha previsto anche le inevitabili delusioni dei cuori infranti, Laura, e spiega a Tommaso come combattere le delusioni ed essere più forte di prima. Gli chiede anche di studiare molto. Magari per diventare un giorno medico e salvare tante mamme che come lei non sono riuscite a sconfiggere la malattia».
Quando era in vita aveva spiegato al figlio che cosa sarebbe accaduto?
«Lo ha preparato come dolcezza. Quando non c'era piangeva e si arrabbiava per il destino atroce che l'aveva travolta. Ma, da brava maestra elementare quale era, cercava di trasmettere al figlio serenità.
L'aveva imparato anche nei 13 anni di volontaria della Misericordia di Campo di Marte a Firenze e il presidente Alberto Locchi ha detto che era perfetta a far stare bene le persone. Aveva un dono».
Un grande insegnamento. E Tommaso come ha reagito?
«Ha sperato sino alla fine. Ogni giorno portava alla mamma un fiore. "È per farti guarire", le diceva. Nostro figlio è cresciuto nella malattia: l'emergenza pandemia, la tragedia della mamma. Prima di andare a letto, insieme, andiamo a vedere il cielo.
Sa che la mamma è diventata una stella. Mi ha chiesto perché sono così tante e gli ho risposto che sono le mamme di altri bambini. Lui però dice di aver riconosciuto Laura, dice che è la stella più brillante».
Quando è morta sua moglie?
«Il 28 giugno. Oggi (ieri, ndr ) l'abbiamo cremata. Si è fatta sedare ma prima di lasciarci mi ha chiesto di abbracciarla. "Amore, non ti preoccupare, sono tranquilla. Siate sereni, dai un bacio a Tommaso".
Ha lasciato anche una lettera che poi ho letto ai funerali. "Sono felice della vita che ho vissuto, mi sono divertita tanto. Ricordatevi di colmare i vuoti di Tommaso con magiche parole d'amore" ha scritto la mia Laura. Altre lettere le ha lasciate al bambino, una la leggerà quando frequenterà la prima media».
Quando è precipitata la situazione?
«All'improvviso. Abbiamo fatto di tutto per salvarla. Esami in Germania, negli Stati Uniti... il direttore sanitario dell'Asl Centro, il dottor Emanuele Gori e il dottor Stelvio Sestini ci sono sempre stati vicini, così come i volontari della Fondazione leniterapia. Mia moglie ha combattuto. Fino alla fine, con un coraggio e una dignità straordinari. Ma prima abbiamo deciso una cosa importante».
Che cosa avete deciso?
«Di sposarci. È accaduto il 7 giugno a casa nostra. Era stanchissima, la malattia l'aveva prostrata ma quel giorno Laura era radiosa. Eravamo tutti felici, Tommaso, i nostri genitori, gli amici».
Avete progetti lei e suo figlio?
«Viaggiare. Mia moglie avrebbe voluto girare il mondo. Sarà sempre con noi».
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