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Estratto dell’articolo di Giuseppe Salvaggiulo per “la Stampa”
La Procura generale della Cassazione ha aperto un procedimento disciplinare nei confronti di due magistrati di Torino. La vicenda riguarda le intercettazioni telefoniche disposte e acquisite nel processo denominato “Bigliettopoli”, in cui il principale imputato è Giulio Muttoni, noto imprenditore nel settore dei concerti.
La Procura della Suprema Corte, competente sugli illeciti disciplinari dei magistrati, ha effettuato nei mesi passati una prima valutazione sulla non manifesta infondatezza dell’ipotesi di accusa. Poi, nelle scorse settimane, ha formulato un’incolpazione nei confronti del pubblico ministero Gianfranco Colace, che ha condotto l’inchiesta, e della giudice Lucia Minutella, davanti a cui si è svolta l’udienza preliminare.
Il capo di incolpazione è per «grave violazione di legge determinata da ignoranza o negligenza inescusabile», una delle fattispecie previste dalla legge del 2006 sull’ordinamento giudiziario. La contestazione riguarda il presunto mancato rispetto delle regole sulle intercettazioni telefoniche. […] Colace e Minutella, i due magistrati incolpati, saranno interrogati […] Acquisiti gli atti processuali e le versioni dei due magistrati, la Procura della Cassazione valuterà se chiederne il proscioglimento o se […] sussistano i presupposti per disporne il processo disciplinare davanti al Csm.
La questione delle intercettazioni nell’inchiesta “Bigliettopoli” era già stata ripetutamente sollevata da indagati e avvocati. Stefano Esposito, all’epoca senatore del Pd, contesta le intercettazioni che hanno registrato le sue conversazioni. Esposito non era intercettato direttamente: per farlo, la Procura avrebbe dovuto chiedere l’autorizzazione preventiva al Parlamento. L’intercettato era Muttoni. Ma i due parlavano frequentemente. Il telefono di Esposito era peraltro intestato alla società di Muttoni.
Sulle circa 500 captate tra 2015 e 2018, agli atti dell’inchiesta sono finite 132 conversazioni. Casuali, perciò legittime e utilizzabili secondo la Procura. Non casuali perché gli investigatori sapevano di intercettare un parlamentare, perciò illegittime in assenza di autorizzazione parlamentare secondo Esposito. Il quale non solo ha sollevato la questione nell’udienza preliminare, ma si è rivolto anche a Csm e Senato, lamentando la violazione della Costituzione.
Il Senato ha accolto la sua richiesta sollevando a larga maggioranza un conflitto tra poteri davanti alla Corte Costituzionale, che non si è ancora pronunciata. […]. Il Csm ha girato l’esposto per competenza alla Procura generale della Cassazione. […]
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