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I NUOVI DELIRI DELLA CULTURA "WOKE" - LA PROVINCIA AUTONOMA DI BOLZANO CENSURA I TERMINI CHE CREDE ESSERE SESSISTI E INTRODUCE DELLE "LINEE GUIDA PER ANNUNCI DI LAVORO INCLUSIVI" - È LA PRIMA VOLTA CHE, IN ITALIA, UN ENTE PUBBLICO DICE AI PRIVATI QUALI TERMINI SI POSSONO O NON SI POSSONO UTILIZZARE (COME IN UN ROMANZO DI ORWELL): VIETATI GLI ANNUNCI IN CUI SI CERCA UNA "DONNA DELLE PULIZIE". IL TERMINE "POLITICAMENTE CORRETTO" È "PERSONALE DELLE PULIZIE" - "FIORAIO"? MEGLIO "FIORISTA" - VIETATISSIMO CERCARE "COMMESSA DI BELLA PRESENZA". DOVESSERO MAI OFFENDERSI LE RACCHIE...

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Estratto dell'articolo di Elisa Messina per www.27esimaora.corriere.it

 

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«Cercasi commessa bella presenza». Annunci di questo tipo non li vedremo più. Ma neppure il solo «cercasi commessa». Almeno non nella Provincia Autonoma di Bolzano, dove sono entrate in vigore, grazie all’iniziativa della consigliera di parità Brigitte Hofer, le «Linee guida per annunci di lavoro inclusivi», sottotitolo, «La parità inizia dal linguaggio».

 

Primo caso in Italia in cui un ente pubblico si fa carico di sensibilizzare tutte le aziende e i datori di lavoro in generale a scrivere annunci di lavoro in modo il più possibile neutro, non discriminatorio e inclusivo fornendo anche un manuale di facile utilizzo.

 

TERMINI VIETATI DALLA PROVINCIA AUTONOMA DI BOLZANO

Facciamo qualche esempio semplice: Non più «cercasi donna della pulizie» ma «personale delle pulizie». Non «fioraio», ma «fiorista», non «cuoco o cuoca», ma «chef»; non «capo contabile», ma «responsabile ufficio contabilità», non «infermiera», ma «infermiere/infermiera».

 

Le linee guida offrono varie soluzioni per togliere dall’imbarazzo datori di lavoro e uffici del personale e l’ufficio della consigliera è a disposizione per istruire al meglio. In generale, si invita a scegliere nomi di genere comune, che non cambiano in base al genere («insegnante» invece di maestro/a), oppure formulazioni neutre sotto il profilo del genere (es. «responsabile gestione del magazzino» invece di capo magazziniere).

 

«In fondo si tratta di applicare la legge - spiega Hofer - che lo dice chiaramente: negli annunci di lavoro, nel processo di reclutamento e nella retribuzione è vietata qualsiasi forma di discriminazione. Tranne ovviamente casi specifici: per esempio quando si cercano comparse per un film, con determinate caratteristiche». Eppure, nonostante la legge, abbiamo sotto gli occhi una casistica infinita e varia di annunci discriminatori. Ma, a parte il caso estremo e sessista del «cercasi segretaria bella presenza», molti di questi annunci sono talmente normalizzati ai nostri occhi che non ci facciamo caso e li consideriamo legittimi proprio perché non siamo abituati a vedere niente di diverso. [...]

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Le nuove linee guida, redatte in collaborazione con la Camera di Commercio di Bozano, sono state ben accolte sul territorio altoatesino anche perché lavorare per una maggiore inclusività ha una ricaduta economica. «Le aziende ci hanno ringraziato - aggiunge Hofer - teniamo presente che siano in un periodo di carenza di personale quindi aprire gli annunci di lavoro a tutti aumenta il raggio di partecipazione delle persone. Noi seguiamo molto come ci si muove in questa direzione in Austria e in Germania e devo dire che lì sono molto avanti.

 

Quindi se in Italia vogliamo posizionarci al mercato europeo siamo chiamati a seguire determinati standard. Non dimentichiamo che nel giugno 2026 entrerà in vigore la Normativa Ue 2023/970, quella sulla trasparenza retributiva, proprio per contrastare la differenza salariale tra uomini e donne. La direttiva dispone che gli annunci di lavoro debbano essere neutri sotto il profilo del genere e che la selezione sia condotta in modo non discriminatorio». [...]

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