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QUALCUNO ANCORA CREDE CHE NETANYAHU STIA LAVORANDO PER UN CESSATE IL FUOCO?  LE FAMIGLIE DEGLI OSTAGGI TORNANO IN PIAZZA DOPO CHE IL PREMIER ISRAELIANO HA ALLONTANATO DI NUOVO L’IPOTESI DELLA TREGUA: “NON ACCETTERÒ DI PORRE FINE ALLA GUERRA PRIMA DI RIMUOVERE HAMAS DA GAZA” – UNA SUPERCAZZOLA CHE CONTINUA DA MESI, COME SOTTOLINEA ANTHONY BLINKEN: “SIAMO AL ‘MOMENTO LUCY’. QUANDO PREPARA LA PALLA A CHARLIE BROWN E GLIELA SOTTRAE MENTRE LUI STA PER CALCIARE…”

Estratto dell’articolo di Anna Lombardi per "la Repubblica"

bibi netanyahu

 

Hamas si dice pronto all’accordo su cui si negozia da giorni, pur di arrivare al cessate il fuoco in quella Gaza dove si continua a morire (ieri le vittime sono state 26). O quasi: «La possibilità di raggiungerlo è più vicina che mai. Se Israele smette di imporre nuove condizioni», hanno scritto in un comunicato dove, insolitamente, si parla pure a nome di Jihad islamica e Fronte popolare per la liberazione della Palestina. Gruppi con cui il capo negoziatore di Hamas Khalil al-Hayya si è incontrato venerdì: «Siamo uniti nella richiesta di porre fine immediata alla guerra come parte di un accordo che includa il rilascio degli ostaggi».

 

strage di civili a beit lahia a gaza 8

Parole che sembrano ributtare in campo israeliano la palla di quei negoziati la cui soluzione, fino a giovedì, sembrava così vicina da far volare il capo della Cia William Burns in Qatar: salvo andarsene dopo 24 ore, facendo intendere che la quadra è ancora lontana. Tanto più dopo l’intervista del premier Benjamin Netanyahu pubblicata venerdì sul Wall Street Journal , di cui i giornali israeliani hanno rilanciato una specifica frase: «Non accetterò di porre fine alla guerra prima di rimuovere Hamas da Gaza. Non li lasceremo al potere ad appena 30 miglia da Tel Aviv».

 

BENJAMIN NETANYAHU A GAZA

Affermazione importante quando sul tavolo c’è un piano in due fasi. La prima prevede il rilascio da parte di Hamas di 34 ostaggi “fragili” catturati il 7 ottobre 2023, in cambio della liberazione di un numero ancora imprecisato di prigionieri palestinesi: ma non il leader di Fatah Marawan Barghouti, su cui Israele ha posto il veto. E poi, appunto, il cessate il fuoco di 42 giorni.

 

Nella seconda i rimanenti ostaggi, cioè i giovani uomini, verrebbero rilasciati in cambio del ritiro militare dalla Striscia. La bozza c’è: manca la definizione dei dettagli. Una situazione riassunta con una metafora fumettistica dal segretario di Stato Usa, Tony Blinken: «Siamo al momento Lucy. Quando prepara la palla a Charlie Brown e gliela sottrae mentre lui sta per calciare». L’intervista di Netanyahu è stata un colpo per le famiglie degli ostaggi.

ANTONY BLINKEN - BENJAMIN NETANYAHU

 

Che ieri erano di nuovo a manifestare di fronte al Museo d’Arte di Tel Aviv, area che ormai tutti chiamano Hostages Square , chiedendo il cessate il fuoco, nella speranza che «sia l’ultimo Shabbat passato in prigionia dai nostri cari».

BENJAMIN NETANYAHU A GAZAantony blinken benjamin netanyahu

 

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