DAGOREPORT - BERLUSCONI ALLA SCALA SI È VISTO UNA SOLA VOLTA, MA IL BERLUSCONISMO SÌ, E NON AVEVA…
1 - È UNA PORNOSTAR L'IDOLO DELLA SINISTRA MONDIALE
Giovanni Sallusti per “Libero quotidiano”
Zitti che le sinistre mondiali in arretramento ovunque, quando non a rischio sparizione come nel Belpaese, hanno trovato l'icona a cui rimanere aggrappate per sperare ancora. Trattasi di Stephany Gregory Clifford, trentanovenne americana, in arte "Stormy Daniels".
L' arte diversamente nobile in questione è la pornografia, ambito dell' espressione umana in cui la signora ha indubitabilmente mostrato di essere ferrata, non solo animando con la sua generosa presenza pellicole come "Missionary Impossible" e "Internal Affairs" (che sospettiamo non si riferisse al Dipartimento di Giustizia), ma trasformandosi anche in sceneggiatrice e regista del settore, in brand di se stessa.
Adesso, però, il grande salto, il ruolo più importante della sua carriera, e senz'altro il meno faticoso, dal momento che richiede solo la posizione seduta, fronte telecamera. La Grande Accusatrice dell'Orco, di Donald Trump, l'incubo delle élite progressiste internazionali, o di quel che ne resta, il padre putativo di tutti i populismi, questa parolaccia che si sono inventati per designare le libere scelte dei liberi popoli.
stormy daniels a 60 minutes con anderson cooper 1
"Stormy" ha intrattenuto gli spettatori di "60Minutes", celebre talk della Cbs, sui dettagli di «un unico rapporto sessuale», che è stato «consensuale» e «non protetto» (particolare quest' ultimo fondamentale per le sorti della democrazia americana) con l' attuale presidente. La copula risale al 2006 e «il dettaglio scabroso», nota il sito di Repubblica dove non si registava un simile tasso di arrapamento dalla sbobinatura dell' affaire Ruby, è che risale a «quando Trump era sposato con Melania».
UNA STORIA DI CORNA
Un'ordinaria storia di corna, insomma, che permette di tenere vivo il sogno molto confessato dei segugi su entrambe le sponde dell'Atlantico: l'impeachment. È del resto una buona pratica della sinistra dai tempi dello stalinismo: vuoi battere il tuo avversario? Non perdere tempo a contrastarne le idee, delegittima la persona, distruggila nel privato, scava nelle lenzuola, nelle debolezze, nell' uomo.
Stormy ci trasmette quindi la notizia di notevole rilevanza pubblica per cui ha «sculacciato» Trump con una copia di Time dedicata a Trump stesso, perversione innocua che lo riduce quasi alla stregua di un'educanda, rispetto a una giornata media del vecchio Bill Clinton nello Studio Ovale. Ma agli occhi della centrale del Politicamente Corretto, con sede negli attici di Manhattan e diramazioni in tutte le redazioni, gerarchie di senso, gusti privati, irrilevanza politica della tragicommedia che va in scena nella camera da letto di ciascuno, non contano.
Il punto è montare disperatamente uno scandalo purchessia contro l'uomo a cui guardano tutte le destre in ascesa nel mondo occidentale, per evitare che si parli della ritirata ormai evoluta in rotta epocale delle sinistre, e delle sue ragioni (a naso, il culto acritico della globalizzazione e l'incentivazione dell' immigrazione selvaggia c'entrano qualcosa, ma comprendiamo siano spunti meno accattivanti del décolleté di Stormy Daniels).
EROTISMO E MANETTE
Con tutte le proporzioni del caso, per disarcionare il Berlusconi all'apogeo batterono la stessa strada: il saccheggio gossipparo della sua casa e delle sue notti. Furono i quarti d'ora di celebrità delle D'Addario, delle Ruby, fu l'epopea del bunga bunga e della cronaca giudiziaria ridotta a inserto di Playboy, con lunghe digressioni su «lap dance» e «toccamenti reciproci».
Una saga che non si è ancora esaurita, nonostante l'irreversibile declino politico del Cav, visto che è di ieri l'ennesimo rinvio a giudizio nell'ambito del "Ruby Ter", una delle tante sottotrame del canovaccio erotico-processuale antiberlusconiano. Quando non sa più cosa fare, la sinistra la butta in vacca.
Letteralmente: riduce il corpo delle donne a mero strumento animalesco da consumare nella lotta contro il Tiranno, ovvero colui che ha avuto l'imperdonabile colpa di prendere i voti senza iscriversi al club. Ma ormai il gioco è scoperto, e tutto questo pendere dalle labbra carnose di Stormy rischia di rivelarsi per quello che è. Un grande caso di onanismo collettivo, l' ultimo momento di sollazzo autoreferenziale che un establishment in decadenza concede a se stesso.
2 - LA PORNOSTAR CHE ACCUSA IL TEAM DI DONALD TRUMP "FECI SESSO CON LUI E FUI MINACCIATA PER NON DIRLO"
Francesco Semprini per “la Stampa”
PATRIZIA DADDARIO VERSIONE CHEF
Un rapporto solo, consensuale e non protetto. I riferimenti alla figlia come minaccia velata. Il silenzio in cambio di 130 mila dollari. Tenta di scatenare la tempesta perfetta sul presidente degli Stati Uniti, Stormy Daniels, l'ex pornodiva che sostiene di avere avuto una relazione sessuale con Donald Trump poco dopo le nozze con Melania. Era il 2006 e quello che presumibilmente accadde tra i due è divenuto di domino pubblico dopo l'intervista concessa dalla protagonista del film «Operation Desert Stormy», ad Anderson Cooper, per il programma di Cbs «60 Minutes».
L'approccio con l'allora tycoon ha inizio con una conversazione circa la copertina di un magazine a lui dedicata. Poi l'incontro ravvicinato in una camera d'albergo di proprietà di Trump a Lake Tahoe, dove durante la performance Stormy avrebbe «anche sculacciato» il futuro presidente con la suddetta rivista. Era il 2006 appunto, il rapporto fu consensuale e unico nel senso che non ce ne furono altri.
In quell' occasione - questo emerge dal racconto - Trump paragonò Daniels alla figlia Ivanka e le confidò che con Melania dormivano «in stanze separate». Subito dopo, però, alla tempestosa Daniels, al secolo Stephanie Gregory Clifford, inizia a salire l'angoscia. «Mi resi conto esattamente in cosa mi ero cacciata», spiega l'ex pornostar, affermando che i due non usarono precauzioni e che lei non gli chiese di prenderle.
PATRIZIA DADDARIO E BERLU images
Secondo Stormy Daniels il tycoon la chiamò diverse volte dopo quell' incontro e i due si rividero un anno dopo, nel luglio 2007, al Beverly Hills Hotel di Los Angeles, per discutere di una sua possibile partecipazione al programma «Celebrity Apprentice», ipotesi che Trump aveva ventilato durante l'incontro intimo.
«In quell' occasione si comportò come se avesse voluto avere un altro rapporto, ma non accadde», spiega Stephanie. Poi più nulla sino al 2011, quando uno sconosciuto le si avvicina in un parcheggio di Las Vegas dicendole: «Lascia stare Trump. Dimenticati la storia». La donna spiega che con lei c'era sua figlia, verso la quale l'uomo si rivolse dicendo: «È una bimba bellissima, sarebbe un peccato se accadesse qualcosa alla sua mamma».
Nel 2016 a farsi sotto è Michael Cohen, il legale di Trump, con cui Stormy Daniels stipula l'accordo del silenzio pagato: «L' ho firmato perché non avevo scelta», dice precisando però che non vi furono minacce fisiche. Perché parlare adesso? «Perché è molto importante per me potermi difendere».
«Tante fake news. Mai così tante e approssimative», tuona Trump su Twitter, mentre Cohen chiede che l'ex pornodiva si scusi con lui per aver lasciato intendere che fosse dietro le minacce subite nel 2011. «Il presidente ha sempre negato quelle accuse, è stato coerente, lei non lo è stata», dice il portavoce della Casa Bianca, Raj Shahri. E circa le minacce: «Non c' è nulla che le avvalori». Melania si affida alla sua portavoce che lancia un appello a tenere il più possibile Barron, il figlio 12enne della coppia presidenziale, fuori da questa storia.
ANNA PAOLACONCIA PATRIZIA DADDARIO
Intanto però la First Lady è rimasta a Mar-a-Lago, in Florida, dove il presidente la raggiungerà per Pasqua. Un segnale, secondo i maligni, che se non tira aria di tempesta, quanto meno nella First Couple c' è un po' di maretta.
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