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Fulvio Fiano per il "Corriere della Sera - Roma"
Non c'è bisogno di approfondimenti ulteriori, né di esami più specifici. A giudizio dei periti nominati dal giudice, quanto mostrato dalla signorina Aurelia Sordi in questi due giorni di esami sulla sua lucidità è sufficiente ad avere un quadro completo della situazione. E la posizione delle tre persone indagate con l'accusa di averla raggirata si aggrava.
Non sembrano avere dubbi i tre docenti universitari incaricati di capire se la sorella 95enne di Alberto sia adesso e sia stata nel passato in condizioni di intendere e di volere al momento di firmare la procura generale che, lo scorso febbraio, dava all'autista Arturo Artadi piena ed esclusivo accesso al suo patrimonio multimilionario. Questa capacità di difendersi dalla presunta circonvenzione non c'è.
L'erede unica del grande attore non ha aveva gli strumenti per rendersi conto a pieno di quanto la circonda. E un terzo giorno di esami, anche clinici, e di confronto con vecchi filmati in cui compare la signorina Aurelia - primo fra tutti l'intervista realizzata un anno fa da Carlo Verdone in occasione del decennale della morte di Albertone - non è stato ritenuto necessario per retrodatare questa diminuita lucidità ai giorni del presunto raggiro.
«Una situazione fin troppo chiara», riferisce chi ha assistito ai due giorni di incidente probatorio, l'espediente tecnico necessario a dare valore di prova alla perizia. Gli esami - test, colloqui e «interviste» - si sono svolti tra lunedì mattina e martedì pomeriggio. Oltre ai tre periti del tribunale - che a metà giugno depositeranno la perizia - c'erano, collegati via video in una stanza adiacente a quella dove si sono svolti gli incontri nella villa alla Terme di Caracalla, i dieci consulenti di parte.
Tre della signorina Sordi, uno del pm Eugenio Albamonte, e due a testa per i dei tre indagati (oltre ad Artadi, l'avvocato Francesca Piccolella che avrebbe redatto la procura e il notaio Gabriele Sciumbata davanti al quale fu firmata).
Ma c'è di più. Sentendo anche l'amministratore di sostegno nominato dal Tribunale, uno dei dati emersi sarebbe la smarrita capacità da parte della 95enne di dare un reale valore ai soldi. Elemento al quale gli inquirenti danno grande rilievo. Nel testamento redatto due anni fa da Aurelia Sordi, infatti, niente viene lasciato al personale di servizio della villa, se non la garanzia del posto di lavoro.
Gli stessi domestici, Artadi in testa, vengono però beneficiati da una donazione da due milioni e mezzo di euro totali solo 12 mesi dopo e, passato ancora qualche mese, l'autista si trova investito della gestione dell'intero patrimonio. à credibile che la sorella di Alberto abbia cambiato così radicalmente idea senza che qualcuno guidasse la sua inconsapevole mano?
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