DAGOREPORT – DANIELA SANTANCHÈ NON È GENNARO SANGIULIANO, UN GIORNALISTA PRESTATO ALLA POLITICA…
1.«OVULI RUBATI A UNA PAZIENTE» ARRESTATO IL GINECOLOGO ANTINORI
Andrea Galli per il ''Corriere della Sera''
Aveva conosciuto la vittima per caso, in vacanza. Le aveva elencato le qualità, il prestigio, gli ottimi stipendi della clinica. E la clinica, ora sequestrata, era il «tempio» di Severino Antinori. Il luogo dove il suo staff, ogni giorno, si affannava per aumentare il già sconfinato culto della personalità del ginecologo, 70 anni, un' ampia rete di relazioni, una carriera vissuta per ottenere gravidanze sempre e comunque, sfidando ogni «legge».
Un uomo della provvidenza per i sostenitori, uno scienziato senza scrupoli per i detrattori. Ieri i carabinieri del Nas di Milano l' hanno arrestato a Fiumicino. Il medico, interdetto dalla professione per un anno, ha ripetuto di cadere dalle nuvole. Gli avvocati parlano di «accuse assurde». Nella clinica, la Matris di via dei Gracchi, semicentro di Milano, la ragazza spagnola di 24 anni, infermiera, era arrivata ad aprile proprio dopo quell' incontro con Antinori, che l' aveva invitata per un colloquio di lavoro.
Ma il posto per un nuovo impiego era un' esca. E forse non era vera la cisti ovarica che Antinori le aveva diagnosticato dopo essersi offerto per un controllo di routine. La cisti era probabilmente il pretesto per poterla «curare»: la giovane è stata portata in sala operatoria, immobilizzata a letto, anestetizzata, costretta a subire un' asportazione di ovuli.
Che sia stata una costrizione lo testimonia la scomparsa del suo cellulare, per impedirle di chiedere aiuto. Quand' è riuscita ad alzarsi, non trovando il telefonino, non ottenendo risposte dai medici e dalle infermiere fermati in corridoio, tra lo smarrimento e un dolore fisico che cresceva, la ragazza ha girato per la clinica, ha trovato in un ufficio un telefono fisso e ha chiamato le forze dell' ordine. Sono arrivati i poliziotti di una pattuglia, insultati dal ginecologo e dai collaboratori, infuriati.
Severino Antinori Andrea Attardi e le gemelle in provetta
Antinori è ai domiciliari.
L' inchiesta è all' inizio (divieto di dimora a Roma e Milano per due sue collaboratrici). Si ipotizzano altri casi. Decine di altri casi. Il giorno dopo, Antinori avrebbe dovuto «utilizzare» gli ovuli rubati su pazienti della Matris, in attesa da tempo. Il lavoro dei magistrati sarà lungo.
Ci sono le cartelle cliniche da esaminare. E c' è il «materiale». Altri ovuli, congelati, e sperma di donatori. «Materiale» che potrebbe venir trasferito nella clinica Mangiagalli, dove la ragazza è stata curata. La polizia l' aveva accompagnata in albergo ma dopo poche ore si era sentita male.
La direzione dell' hotel aveva telefonato al 118. I soccorritori l' avevano portata alla Mangiagalli, nel Centro di soccorso per le violenze sessuali. Per la paura, lo choc e il suo spagnolo, agli agenti non era riuscita a spiegare cosa fosse successo.
Nella clinica, aiutata dal personale e da una traduttrice, i fatti sono emersi con chiarezza. In Mangiagalli i medici hanno accertato l' asportazione degli ovuli ed è stata scoperta la presenza di ecchimosi sul corpo, causate dalla violenza con la quale l' infermiera è stata bloccata a letto. La clinica Matris era popolata. Dalle donne che sognavano un bimbo e dalle altre che si offrivano di donare ovuli da mezza Europa.
Gli investigatori, nelle fasi iniziali, per fugare i dubbi, hanno anche preso in considerazione l' ipotesi che la denuncia della giovane sia stata successiva a un mancato «accordo». Era cioè consenziente al prelievo ma a condizioni che non la trovavano d' accordo. Ipotesi scartata. Chi indaga ha la ragionevole certezza degli abusi consumati in via dei Gracchi.
La difesa del ginecologo sostiene che la volontà della ragazza c' era, altrimenti non avrebbe firmato la liberatoria per l' intervento. I carabinieri sono convinti che la firma sia stata estorta: la giovane non l' ha riconosciuta come sua.
La Matris non era convenzionata con la Regione; procedeva da sola rispetto al sistema socio-sanitario. La 24enne è tornata in Spagna. Dell' orrore milanese, racconta il legale Roberta De Leo, un pensiero la angosciava su tutti: che potessero nascere figli suoi da altre donne. Escluso. Gli ovuli rubati non sono stati impiantati.
2.LA BRUTTA STORIA DEGLI OVULI RUBATI E L’IPOCRISIA, CHE È PEGGIO
Maurizio Crippa per ''Il Foglio''
Severino Antinori è un ginecologo famoso. Ora è ai domiciliari con l’accusa di “rapina aggravata e lesioni personali aggravate”. Avrebbe prelevato tre ovuli a una ragazza spagnola, infermiera nella sua clinica, contro la sua volontà e allo scopo di fecondarli e impiantarli su un’altra donna. La storia è brutta ma noi siamo garantisti anche con Massimo Bossetti, quello di Yara.
Però la clinica di Antinori è sotto sequestro e indagine da mesi per un presunto traffico di ovuli destinati alla fecondazione eterologa che giovani donne con difficoltà economiche avrebbero accettato di vendere, in nero, al prezzo di mille euro a prelievo. E siccome, checché ne dicano i dottor Frankenstein, sottoporsi alle pratiche per produrre e prelevare ovuli non è una passeggiata, alcune di quelle ragazze avevano poi denunciato la faccenda.
O chissà per quale altra resipiscenza. E siccome siamo garantisti anche con la giovane infermiera spagnola, non vogliamo pensare che magari anche lei si sia trovata nella medesima condizione. Abbiamo fiducia nei pm, come dice Renzi. Poi c’è un però, a proposito di queste tecniche così belle, buone e fatte per il bene delle donne.
Ed è che gli ovuli non si regalano per sport, così come non si affittano gli uteri per solidarietà femminile. Queste sono ipocrisie, la verità è che c’è una scienza che può e vuole, e poi esiste l’inevitabile mercato. In tutto ciò, arrestare uno che passa dalle bellurie ai fatti, suona un po’ un’ipocrisia.
3.L' UOMO CHE PROMETTEVA GRAVIDANZE A TUTTE LE ETÀ (E A QUALSIASI COSTO)
Michele Bocci per ''la Repubblica''
fecondazione in vitro tecnica sperimentale
Ascesa e caduta dell' uomo che promette la maternità ben oltre l' età della menopausa, a 50 o addirittura 60 anni. Severino Antinori è stato tanto sui giornali e in televisione nel corso della sua carriera ormai lunga, molto spesso per parlare delle sue pazienti e raccontare i suoi successi, qualche volta per guai con la giustizia, ma alla fine resta un oggetto misterioso nel mondo dei medici che si occupano della procreazione assistita, la sua materia.
Ha sempre giocato da solo, costruendosi un nome a suon di annunci di gravidanze insperate e di esperimenti di clonazione. Ai congressi ha preferito spesso l' ambulatorio, prima a Roma poi a Milano, dove donne che vogliono diventare madri anche se sembrano nonne, ma anche coppie più giovani, sono ben contente di pagare parcelle importanti per farsi vedere da lui.
Del resto il suo nome è salito alla ribalta per una maternità estrema. Rosanna Della Corte aveva 63 anni quando nel 1994 partorì un bambino con dell' eterologa. Di fronte alle critiche per quella che in quel momento era la madre più vecchia del mondo, lui disse che la paziente appariva più giovane della sua età.
Chi aveva qualcosa in contrario faceva bene a tenerselo per sé. Antinori non ha mai amato le critiche e le querele gli partono facilmente. Ci sono colleghi che ricordano di averlo visto ad alcuni congressi accompagnato dal suo avvocato. Della serie: occhio a quello che dite. E in effetti qualcuno cose da ridire per il suo modo di lavorare ne avrebbe anche. «Ha sempre viaggiato al confine della legge - dice un ginecologo - disposto anche a sfidarla pur di ottenere il risultato». Ossia un figlio per la paziente.
Antinori è nato nel 1945 a Civitella del Tronto, provincia di Teramo. Ha frequentato poco il servizio pubblico, ben presto si è dedicato all' attività privata, spesso in convenzione. Un contesto certamente più redditizio, che gli permetteva di girare in Ferrari, ma anche più adatto alla procreazione assistita, che in Italia in effetti viene svolta prevalentemente in strutture private.
Ottimo affabulatore, è stato tante volte in televisione. La sua fama è cresciuta a colpi di annunci. La nonna- mamma appunto, ma anche le clonazioni. Ha detto di averle fatte già nel 2002, poi nel 2009 rivelò che nove anni prima erano nati tre bambini grazie a quella tecnica. Si è però appellato alla privacy, rendendo impossibile verificare l' affermazione.
E su quelle "conquiste" è caduto l' oblio.
Antinori ci ha provato anche con la politica senza successo.
Nel 2000 si è candidato alla presidenza della Regione Lazio con la lista Autonomia liberale.
Ha preso il 2,3% dei voti. Dieci anni esatti più tardi è andata male anche per il consiglio regionale, con una lista civica che sosteneva Renata Polverini.
Quando nella primavera del 2014 la Corte Costituzionale ha tolto il divieto di eterologa, Antinori è stato tra i primi ad annunciare di aver fatto alcuni trattamenti. Ad agosto i Nas hanno fatto un controllo nella sua clinica Matris di Milano facendo una serie di contestazioni sul modo in cui veniva conservato il materiale biologico e ipotizzando il pagamento di donatori.
Accuse poi cadute nel vuoto. Sono andate invece a segno quelle della moglie. A fine maggio la procura di Roma gli ha vietato l' ingresso in città dopo le denunce per stalking della moglie e delle figlie. Ora la nuova tegola. È un momento difficile per l' uomo che vuole rendere mamme le nonne.
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