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IL RATTO DI ROMA! “GUARDA CHE PANTEGANA”, “GO FAST”: PISCHELLI E TURISTI IN FUGA DAI TOPI A CASTEL SANT' ANGELO – TRA LE CAUSE DELL’INVASIONE DEI RODITORI I RIFIUTI, L’ERBA ALTA, IL DEGRADO. E NESSUNO PONE RIMEDIO

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Manuela Pelati per il Corriere della Sera – Roma

 

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La notte a Castel Sant' Angelo c' è una quiete che nasconde insidie. La passeggiata oltre il fiume sul ponte con gli angeli del Bernini che di sera offre la vista sulla cupola di San Pietro illuminata, svela anche discreti orrori. Lasciando la sagoma della Mole Adriana sulla sinistra e proseguendo verso il Palazzaccio si intravedono tre fantasmi in penombra: sono i cassonetti dei rifiuti sempre stracolmi, maleodoranti e circondati da avanzi di cibo.

 

Nelle sere di primavera quando la brezza tiepida rende ancor più piacevole la passeggiata nell' area pedonale, un brivido assale chi tenta di raggiungere piazza Cavour. Ratti piccoli, medi e grandi, rappresentanti di intere colonie si infilano tra i sacchi sventrati riversi sulla strada, salgono dentro ai cassonetti bucati. C orrono fuori infilandosi nel muro dove hanno scavato le grotte. Trottano sulle ringhiere, scivolano nelle caditoie che portano alla fogna dove i fori sono tutti aperti.

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Qui la norma comunale impone la retina proprio per impedire ai roditori, come li ha voluti chiamare elegantemente una settimana fa l’assessora Pinuccia Montanari, di avere un accesso libero alla strada dal loro mondo sotterraneo. «Guarda che pantegana! hai visto quanto è grande quello?» urlano impauriti ed eccitati i ragazzini diretti al loro raduno serale di piazza Cavour. «Go fast!» esclamano due turiste con il trolley mettendosi a correre dopo l’avvistamento dei ratti sul marciapiede.

 

All’imbrunire sono centinaia le persone attratte dalle luci del lungotevere e dallo spettacolo dei monumenti illuminati, arrivando a piedi dal ponte con le carrozzine e i bambini. Ma la tranquillità dell’area pedonale a 500 metri dal sagrato della basilica più importante della cristianità può nascondere anche sgradevoli sorprese. «È un problema che esiste anche in piazza Amerigo Capponi» dice Moreno Prosperi, presidente del Comitato per la salvaguardia di Borgo. «Dove ci sono cataste di rifiuti giorno e notte ed è sempre pieno di roditori». Inutile derattizzare, infatti, se non si risolve il problema dei sacchi a terra. «Le cause che attirano i topi sono i rifiuti, l’erba alta e il degrado» ripetono come un mantra al dipartimento Ambiente dove, in mancanza di un piano prestabilito, dai primi di aprile sono in vigore le disposizioni di intervenire d’urgenza «per le derattizzazioni su richiesta dei cittadini, municipi e vigili urbani».

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E anche se l’assessora Montanari la settimana scorsa ha dichiarato che «a Roma i topi non sono poi così tanti» al Dipartimento le disposizioni in corso sono per decine di interventi quotidiani, quasi esclusivamente nelle scuole, specialmente quelle di Trastevere dove i ratti risalivano anche dai tubi dei bagni. «Abbiamo più volte inviato lettere alla polizia locale e ad Ama per denunciare l’invasione ma non ci hanno risposto» precisa intanto da Borgo Prosperi.

 

Dagli uffici del Municipio I dove una settimana fa è partita l’ultima lettera con l’appello sulla degenerazione dei rifiuti, dicono: «Riguardo a Castel Sant’Angelo, avevamo trasmesso una nota ad Ama unitamente a una segnalazione che “fotografava” lo “stato cestini dei giardini e delle strade limitrofe” e abbiamo ricevuto una laconica risposta dall’Azienda con la quale ci viene detto che i giardini non sono di loro competenza... ». E aggiungono:

 

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«Abbiamo anche evidenziato quelli che a nostro avviso sono i fattori che determinano le criticità — ossia la carenza di personale e lo stato dei macchinari, elemento questo denunciato nei giorni successivi dalla Cgil — ma, ad oggi, non abbiamo ricevuto alcuna risposta». A festività finite, i rifiuti persistono dal centro alle periferia. Al Ghetto i sacchi agli angoli sono accatastati fin dalla mattina e di notte si trasformano nel banchetto per i gabbiani, una scena che si ripete fino a piazza Navona. E dove i cassonetti traboccano di immondizia, praticamente in tutta la città a macchia di leopardo, i topi proseguono le danze.

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