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tv irachena fa incontrare vittime e carnefici
Haider Ali Motar un mese fa è stato accusato di terrorismo per aver aiutato l’ISIS nell’attentato a Baghdad. Ora il 21enne fa è il riluttante membro del cast di "In the Grip of the Law", un reality show che mette i terroristi, in divisa gialla, faccia a faccia con le vittime, in incontri surreali. Prodotto dalla tv di stato irachena, è solo uno dei tanti programmi che puntano a sostenere l’esercito dopo l’umiliante sconfitta della scorsa estate, quando un terzo del paese è stato conquistato dalla Stato Islamico. Durante le pubblicità, cantanti integrati con le forze di sicurezza intonano l’inno nazionale.
La scorsa settimana, la crew è arrivata sulla scena dell’attacco di cui è ritenuto corresponsabile Motar, scortato da otto pick up militari. Qui il giovane si è ritrovato davanti ai parenti delle vittime. Uno gli ha gridato: «Datelo a me, lo faccio a pezzi!». La telecamera riprendeva. Il prigioniero è scoppiato a piangere davanti a un ragazzo sulla sedia a rotelle che ha perso il padre nell’attentato. La telecamera riprendeva. Il messaggio è che le forze di sicurezza assicureranno i colpevoli alla giustizia. Prima dell’incontro fra vittima e carnefice, si mandano in onda le prove della colpevolezza, utilizzando i video di sorveglianza e mostrando il materiale acquisito, dalle cinture esplosive ai campioni di dna.
Il pubblico deve essere convinto che si tratta di criminali che pagano per i loro crimini. Si mandano in onda anche le confessioni, ma dopo essere state fatte al giudice preposto.
I gruppi che lottano per i diritti umani tipo “Amnesty International” non ne sono felici: «Il sistema della giustizia è così viziato che i diritti dei detenuti, non solo terroristi, sono continuamente violati, il che rende impossibile credere che abbiano libertà di espressione.
Non possono vedere i parenti e non hanno accesso agli avvocati». A settembre “Amnesty” ha denunciato che molte confessioni sono state estorte con la tortura.
Di questo nel reality non c’è traccia. L’altro programma popolare si chiama "The Quick Response", dove un inviato intervista i soldati per mostrare il volto umano di chi lotta contro gli estremisti.
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