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Pierluigi Panza per il “Corriere della Sera”
renzi pereira
ALEXANDER PEREIRA
Il cartellone 2016-17 del Teatro alla Scala è stato approvato ieri dal Consiglio di amministrazione con un astenuto e un voto contrario espresso da Cristina Cappellini, rappresentante della Regione Lombardia. Il motivo della contrarietà riguarda ancora gli acquisti effettuati dal sovrintendente Alexander Pereira dal Festival di Salisburgo nel periodo di passaggio dalla gestione Lissner, durante il quale fu incaricato di progettare la stagione Expo e quella 2016 senza avere il diritto di firma.
Due di quei sette titoli acquistati nel 2014, il Don Carlo con regia di Peter Stein e il Falstaff di Damiano Michieletto saranno proposti, in una sequenza di spettacoli non prodotti dalla Scala, all’inizio del 2017. Questo ha suscitato perplessità e la Regione ha ritenuto opportuno ribadire la sua contrarietà. C’è da sottolineare che la Scala ha in magazzino entrambi i titoli, ma anche che il Falstaff di Michieletto è ambientato nella Casa di riposo Verdi e sarebbe stata un peccato non proporlo a Milano mentre il Don Carlo è una produzione in cinque atti.
A questi, nella prossima stagione, si aggiungono i titoli noleggiati da Bordeaux (Anna Bolena) e Zurigo: da qui vengono i Die Meistersinger von Nuernberg che nella direzione di Daniele Gatti hanno ottenuto grande successo. La sovrintendenza aveva ricordato che la predilezione andata ai titoli di Salisburgo era perché a conoscenza di qualità e ricezione di quegli spettacoli, progettati sotto la sua gestione del festival austriaco. La stagione si aprirà con Madama Butterfly per l’opera e Coppélia per il ballo.
Preoccupazione è stata manifestata dal Cda anche per la vastità della nuova stagione - 15 titoli pur non essendoci più Expo e con molte nuove produzioni — in un periodo di contrazione della spesa per le famiglie italiane. L’orientamento della direzione è quello di proporre un terzo di coproduzioni, un terzo di riproposte e un terzo di nuove produzioni. L’accordo raggiunto dal sovrintendente con i sindacati sul contratto, invece, ha avuto il via libera da tutto il Cda con riserve messe a verbale, in quanto la parte variabile è fissata a parametri di produzione così bassi che, di fatto, diventerebbe un fisso.
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