rissa strada

TE LA DO IO LA SLOT - A ROMA UN BARISTA PIANIFICA UN RAID PUNITIVO CONTRO DUE ROMENI CHE, CON UN MARCHINGEGNO, AVEVANO "RIPULITO" LE SLOT-MACHINE DEL SUO LOCALE - UNA VOLTA SCOPERTI I FURBETTI, L'UOMO HA CHIAMATO TRE AMICI E IL SUOCERO, SI SONO ARMATI DI MAZZE DI FERRO E BASTONI E SONO PARTITI ALL’ASSALTO - MA POI LA VENDETTA GLI E' SCAPPATA LA MANO E...

Adelaide Pierucci per “il Messaggero - cronaca di Roma”

 

Mazze di ferro, bastoni e la forza del branco. Dei baristi, il giorno dell'Immacolata, alla Giustiniana, hanno usato la violenza e armi già accantonate apposta, per giustiziare dei ladri sorpresi nel loro bar a scaricare slotmachine.

 

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Gli scassinatori - secondo la ricostruzione dei padroni del locale - due amici romeni con un marchingegno riuscivano a scaricare soldi mentre giocavano: sono finiti al pronto soccorso in codice rosso, con il volto e le costole fracassate. Mentre il padrone del bar assieme al suocero, cogestore, e tre amici, tra clienti e fornitori di videopoker, sono finiti in manette, a più retate, con l' accusa di tentato omicidio e rapina. Non appagati, dopo il pestaggio avrebbero sottratto alle vittime giubbotti e portafogli per recuperare parte del maltolto.

 

L'agguato è scattato alle due del pomeriggio quando Alhem Mehari, romano di origine straniera, proprietario del bar Lelli, in quel momento dietro al banco col suocero Vincenzo Brescia, accecato dalla rabbia, ha dato il via libera al pestaggio, nonostante nel locale fossero in funzione le telecamere. Con il telefonino ha allertato tre amici avvertendoli che aveva colto i soliti ladri, già segnalati alle forze di polizia, ancora nel suo locale, ancora pronti a rubare. In pochi minuti l' improvvisata squadra, col volto semicoperto, è entrata in azione per dare una lezione ai due romeni.

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LA MATTANZA

Non appena quattro uomini, tra cui il genero, sono entrati assieme nel bar col volto semicoperto, Brescia, si è assicurato che altri clienti uscissero, ha sbarrato l' ingresso dando il via alla mattanza. Colpi alla testa e alle braccia, bastonate al petto con aste e mazze di ferro e di legno. Grida e schizzi di sangue. Le urla e la fuga di una delle due vittime per strada, tra l' altro rincorsa e ancora picchiata, ha messo in allerta i passanti e di lì a poco è arrivata la polizia.

 

Alexe e Neculai, i presunti ladri colti sul fatto, seppure malconci, sono riusciti a indirizzare gli agenti nel bar Lelli dove hanno trovato i padroni intenti a ripulire il locale, mentre gli altri 3 aggressori erano fuggiti. Immediato l' arresto dei due baristi.

 

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Dall' ospedale, dove le vittime sono ricoverate in prognosi riservata, non sono arrivate notizie confortanti. Neculai aveva riportato un frattura cranico facciale e delle ossa nasali, una sospetta frattura scomposta di un gomito e alle gambe, un trauma toracico con conseguenze polmonari. L' amico, contusioni e ferite alla testa e su tutto il corpo, con sofferenza del cuore. Per gli investigatori, aiutati dal sistema di videosorveglianza del bar, non è stato difficile risalire ai tre complici.

 

Così Andrea Lupo, cliente abituale del bar, Valentino Aliberti e Gianluca Menniti, incensurati e quest' ultimo fornitore di videopoker, sono stati arrestati nei giorni successivi. Il gip Elvira Tamburelli, che ha firmato i mandati di cattura richiesti dalla procura, ha parlato di «spedizione punitiva», «di una aggressione chiaramente pianificata». La squadra, armata e col viso semicoperto, infatti, compatta, si sarebbe avventata «contro le persone offese colpendole alla schiena mentre giocavano alle macchinette».