DAGOREPORT - A.A.A. ATTENZIONE ALLA MONETA: RITORNA MINACCIOSA SULLA SCENA GEOPOLITICA DEL MONDO -…
Estratto dell’articolo di Andrea Ossino per “La Repubblica”
Avevano 5, al massimo 6 anni, quando i loro genitori le affidavano alle cure dello zio. Ma quell’uomo che avrebbe dovuto prendersi cura di loro le costringeva a subire rapporti quando sbagliavano le tabelline, o semplicemente mentre guardavano la televisione, promettendo regali e spiegando loro che era tutto «normale», che «l’amore è l’amore» .
Anche quando è stato scoperto ha provato a difendersi attribuendo «il suo comportamento a Satana». Una giustificazione che non ha convinto i magistrati: nel settembre del 2022 l’uomo è stato arrestato, poi è stato condannato a 14 anni di carcere e ieri è arrivata la sentenza di Appello per il cinquantenne romano: la pena è stata confermata.
Perché anche se non sarà stato Satana a ispirare le azioni dell’imputato, l’incubo vissuto dalle due vittime, due sorelle, assomiglia comunque a un girone dantesco dell’inferno. Un grande incubo racchiuso tra le anguste stanze di un appartamento nella periferia Sud di Roma, dove l’imputato abitava insieme alla madre, proprio nello stesso palazzo delle ragazzine. Non lavorava, viveva grazie alla rendita di alcuni appartamenti. E così aveva molto tempo libero. E lo dedicava alle nipoti.
Sono racconti da brivido, quelli che emergono dagli atti. Le violenze sarebbero andate avanti per anni e sono emerse solo quando la bambina più grande, 12 anni, ha rivelato ai genitori ciò che accadeva quando era da sola con quell’uomo, «quando aveva 7 anni, d’estate – dicono gli atti – e lo zio, mentre guardavano dopo pranzo un film o giocavano con il tablet » allungava le mani su di lei. Oppure quando la costringeva a guardare film o cartoni animati pornografici.
«Un giorno, quando aveva circa otto anni – ha detto la vittima agli investigatori – dopo essere entrata nella camera dello zio per ripetere le tabelline… lo zio ad ogni suo errore» avrebbe preteso qualcosa in cambio.
«È un nostro segreto, se faccio la brava e non dico nulla ai genitori mi fa dei regali», avrebbe poi raccontato la vittima. Una sorte simile a quella vissuta dalla sorella, che riceveva cornetti, cioccolattini, caramelle. «Facciamo un figlio», diceva l’imputato, che quando il padre delle vittime aveva allontanato le ragazzine da lui è andato su tutte le furie.
Inizialmente i genitori non si erano accorti di nulla. E avevano attribuito i comportamenti anomali delle ragazzine ad alcuni traumi subiti: la pandemia, la morte del nonno, i contrasti con i genitori o l’incidente vissuto dalla madre. La donna infatti era stata in coma. E in quel momento, racconta il padre delle vittime, lo zio ne avrebbe approfittato per chiudersi in camere con le ragazzine. […]
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