il missile russo proton

RUSSIA, ODISSEA NELLO STRAZIO - DOPO L’INCIDENTE DELLA NAVICELLA PROGRESS, I TECNICI DELL’ENTE SPAZIALE RUSSO INFILANO UN ALTRO FLOP: A OTTO MINUTI DAL LANCIO, IL MISSILE “PROTON” SI SCHIANTA IN SIBERIA!

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Nicola Lombardozzi per “la Repubblica”

 

IL MISSILE RUSSO PROTON IL MISSILE RUSSO PROTON

Vladimir Putin li ha già definiti in passato “una banda di incapaci”, ha provato a sostituire i vertici, riorganizzare i quadri, investire ancora più denaro. Ma non c’è niente da fare, l’ente spaziale russo, l’eterno concorrente della Nasa, continua a collezionare brutte figure internazionali e a provocare danni di milioni e milioni di euro. Il risultato è il caos totale misto a un’evidente preoccupazione per nuovi possibili fiaschi. Ne potrebbe fare le spese anche la nostra astronauta Samantha Cristoforetti che rischia di veder rinviare ancora una volta il suo ritorno sulla Terra previsto per l’11 giugno.

 

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L’ultimo disastro è della notte scorsa quando lo stadio finale del missile Proton che doveva portare in orbita un complesso satellitare messicano è precipitato dopo solo otto minuti dal lancio. E mentre gli sconsolati addetti alla rampa di lancio della base di Bajkonour nella steppa del Kazakhstan, cercavano di capire le ragioni dell’ennesimo fallimento, sorgeva un’ulteriore problema: il missile Proton, derivazione di un progetto sovietico degli Anni ‘60, utilizza uno speciale carburante altamente tossico. Fortunatamente i resti del Proton si sarebbero schiantati in una zona deserta lontana da centri abitati, nella repubblica siberiana di Cita.

 

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Lo scoramento dei tecnici, che si rifiutano di rilasciare dichiarazioni, e il ringhioso silenzio ufficiale del Cremlino hanno giustificazioni evidenti. Il flop del Proton segue di meno di due settimane l’incidente della navicella spaziale Progress che doveva inviare rifornimenti e pezzi di ricambio alla stazione orbitante internazionale che ospita Cristoforetti insieme a due colleghi russi e due americani.

 

Anche in questo caso nessuno è riuscito a individuare le cause dell’incidente dovute a una misteriosa esplosione durante il distacco del secondo stadio. Da allora gli astronauti stanno economizzando le risorse di bordo, dal cibo alle batterie, in attesa di una seconda nacivella-rifornimento il cui lancio continua a essere rinviato.

 

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Alla Cristoforetti è stato detto che sarebbe tornata a casa l’11 giugno a bordo di una navicella Soyuz ma cominciano ad esserci molti dubbi. Ieri la base avrebbe dovuto correggere l’orbita della stazione spaziale per consentire l’aggancio nella data fissata. Ma, visto che non ne va bene una, anche questa operazione sarebbe in parte fallita. Nessuna fonte ufficiale conferma, ma il rientro dell’italiana potrebbe slittare anche di più di un mese.

Al Centro spaziale non resta che avviare l’ennesima inchiesta per individuare i problemi.

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È la quinta volta in meno di tre anni dopo i fallimenti in serie. Due anni fa Putin in persona aveva preteso una rivoluzione interna dopo l’esplosione della navicella che portava nello spazio il sistema Glonass, alternativa russa al monopolio americano Gps. I risultati sono quelli che si vedono e che fanno impazzare nel web le ironie degli oppositori. Magra consolazione è che anche i rivali Usa registrano d problemi tecnici. E che la tecnologia russa, nonostante tutto, resta ancora la più efficiente ed economica per la collocazione di satelliti nello spazio. Quando riesce.

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