
DAGOREPORT – IL CAMALEONTISMO DELLA DUCETTA FUNZIONA IN CASA MA NON PAGA QUANDO METTE I BOCCOLI…
Niccolò Zancan per La Stampa
à difficile trovare una foto in cui Paola Vairoletti sorride. Occhi azzurri, diciotto anni, capelli neri con ciuffi rossi. Si faceva chiamare «Vampire», ed era disperata. Alle otto di sera del 2 dicembre 2004 stava ripassando Filosofia sul letto di casa. Chiama un'amica e la trova quasi incapace di proferire parola. «Ciao», dice soltanto.
Fra le 21,30 e le 23 scompare. Indossa un cappotto nero fino al ginocchio, scarpe da ginnastica bianche con sopra gli scaldamuscoli. Non prende i documenti, neppure la borsa, ma esce. Per tre giorni nessuno la trova. Fino a quando ricompare ai piedi della torre dell'acquedotto municipale di Savigliano, non lontano da casa.
Si era appena buttata giù. Senza che nessuno sia mai riuscito a chiarire chi avesse incontrato nel frattempo. Senza che nessuno abbia mai capito cosa l'avesse resa tanto angosciata. Ma ora, forse, una spiegazione c'è. «Il professor Giordano mi ha detto di aver saputo che sul suicidio di Paola Vairoletti c'era un patto del silenzio», ha messo a verbale pochi giorni fa un testimone chiave dell'inchiesta. Ecco perché tutte le domande degli investigatori, alla fine, tornano a lei. A Paola.
Perché nell'inverno del 2004 c'erano già tutti gli ingredienti della storia scoperta nell'estate 2013: lo stesso professore di Italiano stimato eppure troppo vicino alle allieve, una ragazzina in crisi esistenziale attratta dal satanismo, e poi il silenzio. Tonnellate di silenzio. Come una pietra tombale sui segreti di questo ricco pezzo di provincia italiana.
Riassunto delle puntate precedenti. Una madre preoccupata, accompagnata da una psicologa, presenta un esposto in procura. Siamo a maggio 2012. «Mio figlio frequenta la IV B del liceo Soleri. Si comporta in maniera assurda. Non mangia, non dorme, cerca di non fare pipì, disegna croci rovesciate. Fa temi sulla necrofilia, dice di essere satanista. Abbiamo saputo che già un'altra allieva, morta suicida nel 2004, aveva confidato al professor Giordano di essere seguace di Satana».
I carabinieri seguono il filone esoterico, ma si imbattono in quello sessuale. Scoprono che il professor Giordano ha due relazioni quasi parallele con due allieve. I rapporti sono iniziati quando entrambe erano minorenni. Si interrompono quando scatta la perquisizione, con conseguente arresto. à luglio. Scoprono che il professore conservava scatoloni di messaggi, temi, lettere. Custodiva i diari di alcune ragazze, anche gli scritti di Paola Vairoletti. Ecco perché il professor Giordano è stato iscritto nel registro degli indagati anche con l'accusa di «istigazione al suicidio».
Ancora oggi, dopo tutto questo tempo, trovare qualcuno che accetti di parlare di Paola non è facile. Ma alla fine un'amica c'è. Un'amica che ancora le vuole bene. «Paola era una ragazza molto particolare - dice - certe volte faceva discorsi così complicati e affascinanti che mi perdevo. Era cresciuta in una famiglia molto chiusa e bigotta. Si sentiva sempre inadeguata. Con il padre aveva un rapporto teso, conflittuale, duro. Voleva essere una ragazza allegra come noi, ma era bloccata dai sensi di colpa. Voleva andare via, cambiare vita. Me l'aveva detto...».
Tre persone ruotano attorno a Paola. Un padre che oggi si è fatto diacono, e che non ha mai rilasciato dichiarazioni sul suicidio della figlia, neanche dopo gli sviluppi recenti. Un ex fidanzato che oggi fa quasi fatica a ricordarsi di lei, anche se molti si ricordano di lui: «Era un tipo strano. Attratto dalla filosofia e dall'esoterismo. Quasi una copia di Paola». E poi c'era il professor Giordano, che nel verbale di interrogatorio ha spiegato: «Tra noi c'è stata una relazione puramente intellettuale...». Argomento difensivo su cui gli investigatori sembrano nutrire molti dubbi.
Tre uomini. Paola che vola giù dalla torre dell'acquedotto. Il padre, il fidanzato e il professore. E adesso, per la prima volta, quasi 9 anni dopo, un teste chiave: «Il professor Giordano mi ha detto di aver saputo che sul suicidio di Paola c'era un patto del silenzio». Come se fossero tutti così preoccupati di rivelare le proprie vere esistenze, da essere d'accordo. Meglio tacere.
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