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Da “Corriere.it”
CAMERA ARDENTE DI GERARDO DAMBROSIO ALFREDO ROBLEDO
«Chiederò un’audizione urgente al Csm». Lo ha dichiarato il procuratore aggiunto Alfredo Robledo rispondendo in questo modo al provvedimento con cui il procuratore della Repubblica Edmondo Bruti Liberati venerdì lo ha «licenziato» da capo del pool anticorruzione. Robledo ha intenzione di portare al Csm la lettera ritrovata nel computer, lunga tre pagine, con cui nel luglio 2012 ha risposto al procuratore e al Fondo Unico Giustizia in merito a richieste di chiarimento sulla gestione dei 172 milioni sequestrati nel processo sui derivati e il decreto di sequestro, di cui fa cenno nella stessa lettera, con cui il 23 aprile 2009 il gip Giuseppe Vanore gli aveva prescritto di occuparsi della nomina di un custode giudiziale per i soldi.
La gestione dei soldi
Come gia’ emerso nel fine settimana, il punto piu’ controverso del documento di Bruti Liberati con cui e’ stato disposto il trasferimento di Alfredo Robledo e’ quello sulla gestione dei 172 milioni di euro sequestrati nel 2009 alle quattro banche che sono state sotto processo per la vicenda dei derivati del Comune di Milano.
Quei fondi sono stati versati su conti presso due banche di credito cooperativo, in particolare quella di Carate Brianza e - secondo Bruti Liberati - contro la prassi di versare i soldi sequestrati alla Bnl e provvedendo autonomamente alla nomina di custodi giudiziali. Inoltre, Bruti Liberati lamenta di non aver avuto «alcuna previa informazione» in proposito e neanche «dettagliate spiegazioni» dopo che il 10 luglio 2012 in procura a Milano era arrivata una lettera a firma dell’amministratore delegato di Equitalia che lamentava la mancanza di alcune comunicazioni da parte della Bcc di Carate Brianza in merito a quei fondi.
La replica di Robledo
La replica di Alfredo Robledo e’ che nel provvedimento di sequestro firmato il 23 aprile 2009 dal Gip di Milano Giuseppe Vanore e’ lo stesso giudice a dire che e’ il pm a dover nominare il custode giudiziale delle somme sequestrate e che lui ha concorso nella scelta della Bcc di Carate Brianza in quanto «come credito cooperativo non e’ una istituzione a scopo di lucro, presta soldi all’economia reale e non fa finanza», oltre a essere «la seconda Bcc d’Italia dopo quella di Roma», ricordando che esiste un fondo di garanzia tra Banche di credito cooperativo per coprire i clienti in caso di fallimento di una di loro, quindi «i soldi erano al sicuro», sottolineando di «aver avuto un unico rapporto con la Bcc di Carate» ovvero «il versamento dello stipendio fino al 1995, senza aver mai avuto prestiti o mutui», cercando di allontanare qualsiasi sospetto di conflitto di interessi.
Consiglio Superiore della Magistratura
Ma soprattutto, la difesa di Robledo si basa sul fatto che il procuratore aggiunto sostiene di aver risposto a Bruti Liberati dopo aver saputo della lettera di Equitalia, spiegando le sue scelte e indicando i passaggi della vicenda. Quindi per il pm, l’accusa di Bruti Liberati e’ priva di fondamento.
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