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SE NELLA STRISCIA SI VOTASSE OGGI, I MACELLAI DI HAMAS OTTERREBBERO IL 2,9% (MANCO CALENDA!). IL 32,8% SCEGLIEREBBE UN CANDIDATO INDIPENDENTE - IL SONDAGGIO REALIZZATO ALLA FINE DI OTTOBRE SMENTISCE L’ULTRADESTRA ISRAELIANA CHE IDENTIFICA LA POPOLAZIONE DI GAZA CON I TERRORISTI DEL 7 OTTOBRE - QUATTRO GAZAWI SU CINQUE CONCORDANO CHE HAMAS E ALTRE FAZIONI PALESTINESI DOVREBBERO ACCETTARE QUALSIASI CONDIZIONE PER GARANTIRE LA TREGUA. E QUASI LA METÀ (IL 48,7%) SOSTIENE IL PIANO DI TRUMP. LA MAGGIORANZA SI ASPETTA CHE IL CESSATE IL FUOCO SIA PERMANENTE, MA CIRCA UN QUARTO (24,4%) PENSA CHE NON CI SARÀ UN VERO RITIRO ISRAELIANO…

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Greta Privitera per corriere.it - Estratti

 

Secondo Soliman Hijjeh, «tutti hanno un piano per la Striscia, ma non include mai le volontà degli uomini e delle donne che ci abitano». Il giornalista di Gaza City dice che ha smesso di perdere tempo con le «opinioni su quello che gli Stati Uniti o Israele vogliono fare di questa terra in cui sono nato».

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Ma Soliman eccome se ce l’ha un’opinione. Il progetto americano di costruire 25 mila alloggi per i palestinesi sul lato di Gaza controllato da Israele lo fa infuriare: «La strategia è quella di separarci e rendere permanente la presenza dell’Idf. È tutto inutile, la nostra voce non è ascoltata».

 

Se le volontà dei gazawi non trovano mai spazio sui tavoli delle trattative, c’è un istituto di ricerca di Ramallah — si chiama The Institute for Social and Economic Progress — che in questi due anni di incessanti bombardamenti si ostina a chiedere ai palestinesi della Striscia «come state?», «cosa volete?».

 

L’ultimo sondaggio è stato realizzato alla fine di ottobre, a quasi un mese dall’inizio del cessate il fuoco. Racconta che i sentimenti di speranza dichiarati dalla popolazione sono raddoppiati: oggi superano il 70%.

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È duplicata anche la percentuale di coloro che ritengono «più vicina» la fine dell’occupazione. Secondo gli intervistati, il merito dell’accordo è di Egitto, Turchia, Stati Uniti e Qatar.

 

Quattro su cinque (l’80%) concordano che Hamas e altre fazioni palestinesi dovrebbero accettare qualsiasi condizione per garantire la tregua. E quasi la metà (il 48,7%) sostiene il piano di Trump. La maggioranza (70%) si aspetta che il cessate il fuoco sia permanente, ma circa un quarto (24,4%) pensa che non ci sarà un vero ritiro israeliano.

Colpiscono i dati politici.

 

Se domani si potesse votare, un intervistato su tre (32,8%) darebbe la sua «x» a un candidato palestinese indipendente; il 16,3% voterebbe per Fatah; il 31,5% diserterebbe le urne. Ma solo una piccolissima minoranza desidera che Hamas governi Gaza: il 2,9%.

 

 

Un numero che smentisce l’ultradestra israeliana che identifica la popolazione di Gaza con i terroristi del 7 ottobre. L’anno scorso, il dato era un po’ più alto: circa il 5% della popolazione avrebbe votato per i jihadisti.

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