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SI CHIAMAVA LEONARDO DI LORETO IL 27ENNE TROVATO MORTO DAVANTI AL PC, A ROSETO DEGLI ABRUZZI, CON INDOSSO UNA MASCHERA ANTIGAS A CUI ERA COLLEGATA UNA BOMBOLETTA DI GAS REFRIGERANTE - NON È CHIARO SE IL RAGAZZO, APPASSIONATO DI VIDEOGAME, SI SIA VOLUTO TOGLIERE LA VITA O È MORTO ACCIDENTALMENTE DURANTE UNA SFIDA VISTA SUI SOCIAL - GLI INQUIRENTI STANNO ANALIZZANDO IL CELLULARE DEL 27ENNE PER CAPIRE IL MOTIVO DEL SUO GESTO...
Estratto dell'articolo di Irene Famà per "La Stampa"
L’hanno trovato seduto alla scrivania della sua camera, in una casa a Roseto degli Abruzzi. Sul volto una maschera antigas collegata ad un contenitore con liquido refrigerante. Davanti a lui, il computer. Con lo schermo nero, in stand by. Ecco.
Per raccontare questa storia triste, di fragilità e dolore, bisogna partire dalla fine. Dalla morte di Leonardo Di Loreto. Dagli elementi che gli investigatori hanno acquisito per cercare di ricostruire cos'è successo. Per tentare di capire se Leonardo, ventisette anni, ha deciso di ammazzarsi oppure ha inseguito una sfida social, di quelle che vengono lanciate su Tik-Tok e Snapchat.
A lanciare l'allarme, l'altra sera, sono stati i genitori, preoccupati, probabilmente, perché Leonardo non rispondeva né al telefono né i messaggi. Una catena di soccorritori: i vigili del fuoco, i medici e gli infermieri del 118, i carabinieri. Ma i tentativi di rianimarlo sono stati vani. La cautela, per ricostruire e raccontare questa tragedia, è d'obbligo.
La procura ha disposto l'autopsia per giovedi 28 agosto e i carabinieri del reparto operativo di Teramo hanno sequestrato ogni cosa. La maschera antigas, per risalire a dove è stata acquistata e da chi, e la bomboletta con il liquido refrigerante. E ancora. L'hard disk e il cellulare di Lorenzo, per analizzare chiamate, messaggi e conversazioni sui siti web.
Leonardo abitava a Roseto degli Abruzzi, comune del Teramano sulla costiera adriatica, e lavorava in una ditta di un paese vicino. Un ragazzo fragile, così racconta chi lo conosceva bene.
«Una persona splendida, dotata di rara sensibilità e umanità», aggiungono da Rumore, associazione per i diritti della comunità Lgbtqia+. «Faiar», così lo chiamavano, era il segretario e un «caro amico». Al gruppo ci teneva molto, «aveva un forte senso di comunità che lo ha portato ad essere conosciuto sia in Italia sia in Germania, dove si recava spesso per seguire le sue passioni». Per organizzare convegni, eventi, feste. Per parlare di inclusione e rispetto e accettazione. [...]
Alcuni anni fa, ad esempio, si era diffusa la cosiddetta «Blackout challenge»: stringersi una cintura attorno al collo e poi cercare di resistere più a lungo possibile. Antonella, dieci anni, è morta così, nel 2021, chiusa nella sua cameretta in Sicilia. E la lista delle vittime dei social è lunga.
Vincent Plichi, ventitré anni, centinaia di migliaia di follower, si è ammazzato in diretta il 12 ottobre 2023, dopo che alcuni utenti lo avevano accusato ingiustamente di pedofilia. Era stato un susseguirsi di insulti e minacce. Vincent è stato tradito e giustiziato da quella comunità social che aveva curato e a cui si era affidato. [...]
Per capire se Leonardo è stato vittima di una challenge, così vengono chiamate le sfide su TikTok, o della difficoltà di trovare un posto nel mondo, dell'essere accettati dagli altri, sarà necessario attendere gli accertamenti.[...]
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