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https://www.repubblica.it/economia/2024/12/12/news/fabriano_azienda_cartiera_chiusura-423881457/
Estratto dell'articolo di Cenzio Di Zanni (Roma) e Diego Longhin (Torino) per “la Repubblica”
l'ultimo foglio firmato dagli operai a fabriano
Le risme Fabriano Copy 2 resteranno un ricordo. L’ultima bobina di carta destinata a stampanti e fotocopiatrici ha lasciato gli impianti marchigiani dopo quasi cinquant’anni di attività ininterrotta. Era il 1976 quando l’azienda ha iniziato a sfornare carta da ufficio notte e giorno.
La buona notizia, però, è che il gruppo Fedrigoni, al quale fa capo il brand, con la storica macchina F3 ha bloccato anche i 173 licenziamenti minacciati nell’ottobre scorso. E che la società – controllata dagli americani del fondo Bain Capital dal 2017 – non ha intenzione di lasciare Fabriano, che dal 1264 significa carta.
La ricollocazione nelle altre fabbriche avverrà nei prossimi 12 mesi, il tempo della cassa integrazione straordinaria. Ora l’azienda punta a spingere l’acceleratore sulla carta premium e su quella per i passaporti, che ha fatto registrare una crescita della domanda dopo la Brexit.
Lo sa bene Marco Nespolo, amministratore delegato del gruppo: «L’anno che abbiamo davanti ci darà il tempo di identificare nuove opportunità occupazionali anche grazie al potenziamento di alcuni segmenti del business Fabriano, come le carte speciali per il disegno artistico, le carte di sicurezza ( leggi passaporti, appunto ) e i prodotti per la scuola e la cartoleria realizzati nelle Marche, su cui intendiamo investire», rassicura l’ad. […]
La scelta di uscire dal business dell’ufficio è stata quasi obbligata per il gruppo, dopo la ricerca di nuovi partner, andata a vuoto, e di possibili acquirenti, anche questi inesistenti. Meglio quindi lasciare perdere, anche perché si tratta di un settore che non dà margini e di cui non si vedono sviluppi futuri: si stampa sempre meno e la concorrenza della finlandese Upm Raflatac e della finno-svedese Stora Enso non lascia spazi. Decisione difficile tanto che «i dipendenti erano in lacrime quando si è fermata la storica F3, la macchina più grande di tutto il gruppo », racconta Valerio Monti, dipendente di Fedrigoni e segretario Uilcom.
Capitolo ricollocamenti. Sulla base dell’accordo firmato al Mimit, gran parte dei lavoratori sarà riassorbita negli stabilimenti della zona, seppur in comparti e mansioni differenti, come nelle fabbriche Fedrigoni del Nord Italia: Trentino, Friuli e Veneto, su base volontaria e con benefit. […] «Così i posti di lavoro verranno salvati », spiega Gianluca Carrega, che per la Slc Cgil ha seguito tutta la vicenda. «Per noi la reindustrializzazione è l’obiettivo più importante», dice il sindacalista. […]
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