DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO…
Estratto dell’articolo di Giuseppe Scuotri per www.corriere.it
Una «messinscena senza rilevanza penale». In altre parole, uno «scherzo tra amici». In questo modo Jerome Bourrier, procuratore della Repubblica del tribunale di Bayonne, ha liquidato la vicenda che aveva travolto lo chef stellato Aurélien Largeau. Su di lui, 31 anni, lo scorso dicembre era piovuta l’accusa di aver molestato un aiuto cuoco del ristorante «La table d’Aurélien Largeau» di Biarritz.
Alcune immagini girate sui social (e poi rimosse) risalenti al 9 dicembre mostravano il giovane commis nudo e legato a una sedia. «Aveva una mela in bocca e una carota nel fondoschiena», era stata la colorita testimonianza di alcuni colleghi presenti alla scena. La storia, in poco tempo, aveva fatto il giro dei quotidiani internazionali. Prima ancora che la giustizia si muovesse, la direzione dell’Hotel du Palais, la struttura a cinque stelle di proprietà della catena Hyatt che ospita il ristorante, aveva deciso di interrompere il rapporto di lavoro con lo chef […]
ristorante La Table di Aurelien Largeau
Largeau aveva smentito, fin dal primo momento e in maniera netta, la ricostruzione circolata sui media: «Sono dichiarazioni false e diffamatorie e un attacco mostruoso al mio onore e alle mie formidabili squadre» […] A queste affermazioni avevano fatto eco anche le parole dalla presunta vittima, che in un’intervista a France Bleu Pays Basque aveva definito il tutto «uno scherzo tra amici» a cui si era sottoposto consenzientemente, in occasione del suo ultimo giorno di lavoro nella struttura.
Ieri, la giustizia francese sembrerebbe aver messo un punto definitivo alla vicenda. […] la procura transalpina ha spiegato che, dopo un’indagine condotta con celerità a causa della grande diffusione mediatica del caso, non sarebbero stati trovati elementi di rilevanza penale: «Abbiamo deciso di avviare un'indagine […] per verificare […] l'esercizio di una forma di costrizione che possa essere stata esercitata nei confronti di un dipendente, di cui le immagini erano state diffuse sui social network.
È stato rapidamente chiaro che quest'ultimo, che si era del resto astenuto dallo sporgere denuncia, si trovasse nel mezzo di una messinscena organizzata in occasione del suo ultimo giorno di lavoro nella struttura. In un contesto ludico. […] […] risulta che nessun atto di costrizione, obbligo, aggressione sessuale o violenza sia stato esercitato da parte di nessun membro del personale presente e in particolare dallo chef, a cui responsabilità è stata diffusamente attribuita, violando la presunzione d'innocenza».
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