alessio maria prencipe

PRETE A PORTER – FINTO SACERDOTE DICE MESSA E CONFESSA I FEDELI A FOGGIA, POI VIENE SCOPERTO DALLA DIOCESI – LUI SI DIFENDE: “ME LO HA CHIESTO IL PARROCO, IO NON VOLEVO. LO SO DI NON ESSERE UN PRETE”. MA A GIUDICARE DAL SUO PROFILO FACEBOOK ERA MOLTO A SUO AGIO CON GLI ABITI TALARI – IL 38ENNE MARCHIGIANO SI ERA SPACCIATO PER MONACO BENEDETTINO E ORA NON POTRÀ NEPPURE RICEVERE I SACRAMENTI

Marcello Iezzi per www.ilrestodelcarlino.it

 

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Si parla di crisi di vocazione da parte dei giovani, poi si scopre che c’è chi, invece, farebbe carte false per diventare prete. Un 38enne di Monteprandone, Alessio Maria Prencipe, ha celebrato messa e confessato i fedeli senza aver alcun titolo nella chiesa di Santa Maria della Strada, a Torremaggiore, nel foggiano. Poi però è stato scoperto.

 

«Ho detto messa perché il parroco me l’ha chiesto, io volevo solo assistere all’Eucarestia, ma lui ha insistito nonostante avessi detto più volte di no – si giustifica adesso Prencipe –. Però non ho confessato. Mi sono appartato con alcuni fedeli, ho ascoltato le cose che mi volevano dire, ma non ho dato alcuna assoluzione. Sono rimasto vittima di un torto».

 

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Il 38enne è d’origine pugliesi, ma risiede con la famiglia a Monteprandone, in provincia di Ascoli. Si è presentato a Torremaggiore come monaco benedettino e prete, ottenendo l’autorizzazione a celebrare l’Eucarestia due giorni dopo Natale e a confessare numerosi fedeli. Gli insegnanti dell’Istituto Alberghiero di San Benedetto, dove ha conseguito il diploma professionale, lo ricordano come un bravo ragazzo, molto disponibile, ma già allora folgorato dalla croce che portava sempre al collo. Sentiva la vocazione dentro ma non è mai riuscito a diventare sacerdote.

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Prencipe, dicono dalla Diocesi di San Severo, «carpendo la buona fede e traendo in inganno il parroco della chiesa parrocchiale di Santa Maria della Strada, ha dichiarato di essere monaco benedettino e prete. Inoltre è stato presentato come assistente spirituale nazionale dell’associazione di volontariato Laudato Siì». Ma questa referenza era falsa. L’uomo, infatti, aveva contattato su Facebook e poi incontrato Ruggiero Del Grosso, presidente della sezione di Torremaggiore della ‘Laudato Siì. «Si è presenta una persona vestita da sacerdote dicendomi di essere un sacerdote – afferma Del Grosso – e noi lo abbiamo accolto. Ci ha anche donato le coroncine e i santini».

 

Le indagini della Diocesi hanno riguardato la curia generalizia dei Monaci Benedettini Sublacensi Cassinesi, e la curia generalizia dei Monaci Benedettini Silvestrini a Roma, dove il sedicente monaco ha detto di essere membro residente. Il 19 gennaio Prencipe fu avvicinato dal vicario generale e dal cancelliere vescovile della Diocesi che gli chiesero di esibire il ‘Celebret’, certificato che avrebbe potuto smentire ogni dubbio sulla sua ordinazione presbiterale.

 

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Ma l’uomo non fu in grado di esibirlo. Ora Prencipe è affranto: «Io non volevo. Ho detto di no al parroco, ho ripetuto che non potevo – afferma – Io so di non essere un prete, sono stato tirato dentro dall’Associazione ‘Laudato Sii’. Mi hanno invitato, mi hanno chiesto di andare a trovarli e mi hanno presentato come padre spirituale». Fatto sta che non solo non potrà più simulare celebrazioni eucaristiche, ma non potrà neppure più ricevere i sacramenti. È infatti incorso nella pena dell’interdetto ‘latae sententiaè, stabilita dal Codice di Diritto Canonico.