BANCHE KILLER – L’INDUSTRIALE EGIDIO MASCHIO SI È SPARATO CON UN FUCILE NELLA SALA RIUNIONI DELL’AZIENDA, NEL PADOVANO – AVEVA FONDATO UN COLOSSO DELLE MACCHINE AGRICOLE, MA DICONO CHE FOSSE PRESSATO DALLE BANCHE PER RIENTRARE DA ALCUNI CREDITI

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Alessandro Gonzato per “Libero Quotidiano

 

Si è ucciso all’alba con un colpo di fucile al petto. Il primo a trovare il corpo riverso a terra in una pozza di sangue è stato un dipendente dell’azienda. Uno di quelli operai che lo scorso novembre avevano rinunciato all’aumento in busta paga pur di lasciare nelle casse della società maggiori risorse per investire nel futuro.

EGIDIO MASCHIOEGIDIO MASCHIO

 

Egidio Maschio, 73 anni, fondatore assieme al fratello Giorgio del gruppo padovano Maschio Gaspardo, ieri mattina era arrivato come sempre nella sede di Cadoneghe (Padova) a bordo della propria Mercedes nera. Pochi minuti dopo si è sparato in sala riunioni, aiutandosi con un righello per tirare il grilletto. Nessun biglietto per motivare il gesto. In pubblico, Maschio, non si era mai mostrato particolarmente preoccupato.

 

Al di fuori della cerchia familiare l’unico a rendersi davvero conto che da un po’ di tempo non era più lo stesso era stato l’amico d’infanzia, Dino: «Lo vedevo molto giù», ha detto ieri. La Maschio Gaspardo, leader mondiale nella produzione di macchinari agricoli, ha 2 mila dipendenti e nel 2014 ha registrato un fatturato di 324 milioni di euro, più del doppio rispetto al 2009.

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La famiglia Maschio, azionista di maggioranza, detiene l’86 per cento del capitale sociale. La quota restante è di Friulia Finanziaria Fvg. Numeri importanti, dunque, dietro ai quali però pare che ci sia un pesante indebitamento con le banche: negli ultimi mesi gli istituti di credito avrebbero chiesto all’azienda di rientrare di decine di milioni di euro. Ecco spiegata, probabilmente, la ragione del suicidio.

 

Nel 2013 l’azienda aveva ottenuto una linea di credito di 30 milioni da un pool di banche formato da Bnl, Gruppo Bnp Paribas, Unicredit, Friuladria e Veneto Banca. Questo per assicurare alla multinazionale le risorse necessarie al piano industriale 2013-2017.

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Una frase che Maschio ripeteva spesso è che «un vero imprenditore deve essere un po’ indebitato, perché un debito lo fai quando davvero credi nella tua attività». Parole che oggi pesano come macigni. L’imprenditoria veneta perde uno dei propri pilastri. Se ne va un altro pezzo di storia del Nordest, uno degli esempi più lampanti di persone che si sono fatte da sole, con sudore e sacrifici, partendo da zero.

 

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Il gruppo Maschio Gaspardo fu fondato dai due fratelli nel ’64: la produzione ebbe avvio nella stalla di casa. La stalla era soprannominata «la casetta delle frese». All’inizio potevano contare soltanto su una saldatrice. Il primo affare, una volta acquistati gli strumenti di lavoro necessari, lo fecero in Grecia. Poi riuscirono a vendere in Francia e in Olanda: falciatrici, fresatrici, macchine per la lavorazione del terreno. Il gruppo, negli anni, è diventato un colosso internazionale. Fino a mettere gli occhi sull’Africa.

 

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Oggi la multinazionale ha 15 stabilimenti, di cui 4 all’estero - Cina, India, Romania e Stati Uniti - e 13 filiali commerciali. Tre settimane fa i vertici avevano nominato due nuovi manager. Ieri, davanti agli uffici di Cadoneghe - Berlusconi nel 2013 vi tenne un comizio - bandiere a mezz’asta in segno di lutto. Poche parole e occhi lucidi. «Il capo» viene ricordato dai dipendenti come «una brava persona», «un grande imprenditore», «uno che ha dato da mangiare a centinaia di famiglie», «un esempio per tutti».

 

La notizia della morte è stata resa pubblica dall’azienda attraverso una nota. Poche righe al termine delle quali è stato sottolineato che «il nuovo management e la famiglia Maschio confermano il grande impegno di tutto il gruppo nel portare avanti un piano strategico che garantirà sia il consolidamento della leadership di mercato che un’ulteriore fase di sviluppo».

 

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La pagina Facebook della multinazionale è colma di messaggi d’addio provenienti da ogni parte del mondo. Ieri, uno dei primi colleghi, e amici, ad arrivare sul luogo della tragedia è stato l’imprenditore Mario Carraro: «Egidio era nato nella mia azienda di famiglia. Aveva cominciato a lavorare con me da ragazzino, fino alla decisione di mettersi in proprio, arrivando come noi, negli anni, in Cina e in India».

 

Esattamente un anno fa Maschio, ospite di Microcredito, diceva che «dai momenti di difficoltà ne esci rimboccandoti le maniche e ricordando ai tuoi dipendenti costantemente che se le cose vanno bene in azienda vanno bene anche a casa loro. Cooperare aiuta a vincere la crisi. Illudersi che lavorando poco si guadagni molto invece non porta da nessuna parte».