maria luisa ramponi

"SIETE DEI BASTARDI!" - È QUANTO DICEVA MARIA LUISA RAMPONI AI CARABINIERI MENTRE LE SALVAVANO LA VITA TIRANDOLA FUORI DALLE MACERIE DEL CASOLARE CHE HA FATTO SALTARE IN ARIA (INSIEME AI SUOI FRATELLI) - NELL'ESPLOSIONE SONO MORTI TRE MILITARI. E' STATA LEI A LANCIARE LA MOLOTOV CONTRO LE BOMBOLE DEL GAS APERTE - A CASTEL D'AZZANO, MARIA LUISA VIENE CHIAMATA "LA MALEDETTA". CHI LA CONOSCE LA DESCRIVE COSÌ: "È NATA TRA LE VACCHE: SONO LA SUA FAMIGLIA. RICORDO CHE LA STALLA DEGLI ANIMALI ERA PIÙ PULITA DI CASA DEI FRATELLI RAMPONI" - IL PRECEDENTE DEL LORO CUGINO GIROLAMO, CHE NEGLI ANNI '80 RIEMPÌ LA CASA DI GAS E...

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STRAGE DI CASTEL D'AZZANO, MARIA LUISA RAMPONI È LA PIÙ GRAVE DEI FERITI: «ERA LEI LA CAPOBRANCO DEI FRATELLI». A CHI L'HA SALVATA HA URLATO: «BASTARDI»

Angiola Petronio per www.corriere.it

 

maria luisa ramponi tra le macerie

Lei. La Maria Luisa Ramponi. Quella che, dice chi l’ha conosciuta «fa cambiare l’umore dei fratelli, perché anche se sembra che sia Franco a comandare, è lei che decide», nonostante fra i tre sia la minore. Che «con Franco e Dino è nata tra le vacche. E quelle sono la loro famiglia. E se a uno che è nato tra le vacche provi a portargliele via, allora devi stare attento».

 

Lei, la Maria Luisa. Che adesso in paese viene identificata con un solo epiteto. «La maledetta». Quella che la vita ce l’ha ancora sospesa, intubata e attaccata ai macchinari della terapia intensiva per respirare. La più grave dei tre feriti ricoverati all’ospedale di Borgo Trento. Per il carabiniere assistito al Centro grandi ustionati la prognosi è stata sciolta, ed è vigile e senza febbre.

 

CASA DEI FRATELLI RAMPONI

L’altro militare dell’Arma che invece è in terapia intensiva toraco-vascolare è stazionario. Due di quelli per i quali lei, Maria Luisa, quando è stata estratta dalle macerie proprio dai carabinieri ha avuto una sola parola. «Bastardi». Lei che, anche nel novembre scorso quando con i fratelli si era asserragliata in casa saturandola di gas e minacciando di far saltare tutto, teneva le fila della negoziazione con le forze dell’ordine. Lei che lanciava i proclami dei fratelli Ramponi con i giornalisti.

 

MARIA LUISA RAMPONI

Quella «negoziazione» e quella «cinturazione» dei luoghi che lunedì sera non ci sono stati, facendo preferire un intervento «a sorpresa». Elemento che in realtà è mancato, tanto che anche i vicini di casa si erano accorti della presenza dei carabinieri. La Maria Luisa che con quel suo gesto - immortalato dalle body cam di chi è intervenuto - di innescare con un accendino una molotov per poi gettarla sulle bombole di Gpl che poco prima aveva aperto, ha fatto saltare anche tutte le variabili che a tavolino potevano essere previste. [...]

 

 

CARABINIERI MORTI, L'EX MARESCIALLO DEL PAESE: «ANCHE UN CUGINO DI RAMPONI LASCIÒ IL GAS APERTO E MORÌ NELL’ESPLOSIONE DELLA SUA ABITAZIONE»

Marianna Peluso per www.corriere.it

 

La strada che porta alla casa dei fratelli Ramponi è chiusa da un nastro bianco e rosso. Dietro, le forze dell’ordine presidiano l’area mentre le ruspe e gli escavatori spostano lentamente le macerie. Via San Martino si è svegliata in silenzio, mercoledì, sotto un sole che stride con la prima giornata di lutto regionale. Nonostante la polvere sia ovunque, sulle siepi, sulle biciclette, sui vialetti delle abitazioni vicine, la casa da cui è partita l’esplosione non è crollata del tutto.

FRANCO RAMPONI

 

Qualche parete resiste, con i muri lesionati e il tetto sventrato, tanto che al mattino la via segna una linea di confine: da una parte la zona interdetta, dall’altra il paese che guarda in silenzio, con indizi della violenza dell’onda d’urto sulle abitazioni attorno: vetri rotti, tegole danneggiate e pezzi di mattone atterrati nei giardini. La più vicina è una casa rossa, dove abitano Maria e Giulietto. [...]

 

«Conoscerli è una parola grossa — racconta Michele, che abita poco più in là —. Erano persone molto schive. Li vedevi ogni tanto uscire la sera, ma mai in paese. Non andavano a messa, non salutavano nessuno. Vivevano per conto loro. Tutti sapevano che avevano problemi, ma nessuno sapeva davvero quanto fossero gravi». Poi un dettaglio che spiega bene l’atmosfera:

 

«Anche i postini avevano paura a consegnare la posta. Quando suonavi, ti urlavano contro, ti intimavano di andartene. Era così da anni». Nel crocchio di persone che vanno e vengono, c’è chi si ferma e resta in silenzio, chi scatta una fotografia, chi si fa il segno della croce.

 

DINO RAMPONI

Una famiglia disastrata: è così che li definisce la maggior parte della gente. «Sono stati il mio cruccio per tanti anni — confessa un maresciallo in pensione, che preferisce mantenere l’anonimato —. Ho fatto intervenire tante volte gli assistenti sociali, ben prima che uno dei fratelli Ramponi facesse l’incidente con il trattore in cui perse la vita Davide Meldo e da cui sono ufficialmente iniziati i problemi giudiziari. Erano già difficili prima, trent’anni fa, ricordo che vedevano complotti dovunque e cacciavano gli assistenti sociali. Ricordo che la stalla degli animali era più pulita di casa loro».

 

E poi indica un punto poco distante: «Lì di fronte, negli anni Ottanta abitava un loro cugino, Ramponi Girolamo, segnalato alla polizia per abuso di alcol e violenze domestiche. Portammo sua moglie e le sue due figlie in un ambiente protetto e lui rimase da solo. Un giorno uscì di casa lasciando per errore il gas acceso. Quando entrò, dopo diverse ore, esplose tutto. Morì quattro mesi dopo, per le ustioni riportate. Questi erano i Ramponi». [...]

castel d'azzano ESPLOSIONE DURANTE LO SGOMBERO DI UN CASOLARE palazzo crolla nel bronx 7milo manara - disegno per i carabinieri morti nell'esplosione del casolare a Castel DAzzanocastel d'azzano ESPLOSIONE DURANTE LO SGOMBERO DI UN CASOLARE CASOLARE OCCUPATO DOPO ESPLOSIONE