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“BANANA” E CETRIOLONE - "OGGI" SGANCIA UN’ALTRA BOMBETTA SU GIULIO BISSIRI, PADRE DELLE PRINCIPESSE FARLOCCHE E FINTO EREDE DEL VERO IMPERATORE D'ETIOPIA HAILÉ SALASSIÉ: L’UOMO AVEVA MESSO NEL MIRINO BERLUSCONI TENTANDO DI AGGANCIARLO A UNA FESTA CHE LA FONDAZIONE ITALIA USA AVEVA ORGANIZZATO PER L'ELECTION DAY NEL 2008 – AVEVA PRENOTATO UN TAVOLO E 25 COPERTI AL COSTO DI 5MILA EURO, MA ALLA FINE IL “BANANA” NON SI È PRESENTATO E LUI SE NE È ANDATO VIA COME UNA FURIA…

Alessandro Penna per "Oggi"

Aklile Berhan Makonnen Haile Selassie e la figlia jessica

 

C’è una nuova perla, nel filo di furfanterie assortite di Giulio Bissiri, alias Aklile Berhan Makkonen Hailé Salassié, insomma il finto erede dell'impero di Etiopia, l'uomo la cui finta "imperialità" ha aperto le porte del Grande Fratello Vip alle figlie, le sorelle Jessica, Lucrezia e Clarissa Selassié.

 

Risale al 2008, quando Bissiri era già "attivo" o, come dice argutamen- te il professor Corrado Maria Daclon, che questa perla ce l'ha regalata, «era già Giulio Bissiri. Vale per lui quel che dice di sé Lady Gaga, e cioè: "Io sono sempre stata Lady Gaga, anche quando non ero famosa: erano gli altri che non lo sapevano"». I fatti.

COPERTINA OGGI - 28 OTTOBRE - 4 NOVEMBRE 2021

 

Il 4 novembre del 2008 la Fondazione Italia Usa organizza allo Spazio Etoile, in piazza San Lorenzo in Lucina, a Roma, Telection night, una serata, con tanto di cena di gala placé, per seguire in diretta l'elezione del presidente degli Stati Uniti (quella storica, che vide il primo trionfo di Barack Obama).

 

È una cosa seria, è una festa in grande: l’ambasciatore americano Ronald Spogli manda un videomessaggio; c'è SkyTg24 che tra- smette in diretta; ci sono un centinaio di parlamentari di ogni schieramento, vip di lignaggio (Emanuele Filiberto di Savoia), banchieri e capitani d'industria. Soprattutto, è annunciata la presenza del premier Silvio Berlusconi. Giulio Bissiri si presenta come S.A.I (Sua Altezza Imperiale) Principe Makonnen Haile Selassié d'Etiopia, contatta gli organizzatori con gran spiegamento di forze: «Ci ha fatto chiamare dall'addetto al protocollo, da quello alla sicurezza, da un tizio di cui non ricordo la qualifica: nemmeno la regina d'Inghilterra ha tutti quei funzionari», ricorda Daclon, che della Fondazione Italia Usa è il Segretario generale.

silvio berlusconi

 

'INSISTENZA ASSILLANTE

Daclon fu colpito «dall'insistenza assillante nel chiedere conferma della presenza di Berlusconi, nel cercar di sapere in quale tavolo si sarebbe seduto, e se sarebbe stato possibile parlargli. Ovviamente erano tutti interessati al premier, ma in Bissiri percepii un'ossessione quasi maniacale». Visto che la Fondazione non riceve contributi pubblici, né può in- cassare sponsorizzazioni private, la cena non era gratis. Ma Sua Altezza Imperiale non si scompose: «Chiese ben due tavoli con oltre 25 coperti totali. Il costo, se non sbaglio, era 5.000 euro», racconta Daclon.

 

Bissiri promise che i soldi sarebbero arrivati puntualmente, e che a pagare sarebbe stata la misteriosa Chrijecllu Private Foundation (dissolta dal 2020). «Quando scoprimmo che il bonifico sarebbe pervenuto da Curaçao, nelle Antille Olandesi, uno dei più torbidi paradisi fiscali al mondo, rifiutammo e chiedemmo un regolare bonifico europeo». Il finto imperatore prese tempo, tergiversò. Poi trovò la soluzione. Spiega Daclon: «Da lì a pochi giorni ci pervenne un bonifico da un grosso istituto assicurativo di Genova, che chiaramente il nostro Bissiri era riuscito a convincere a pagare forse con la promessa, chissà, di farli in- contrare con Berlusconi».

le principesse haile selassie 2

 

Il premier, però, marcò visita. «Pri- ma della serata, verso le 18, vennero delle squadre speciali delle forze dell'ordine che chiuse. ro e bonificarono i locali per una mezz'ora, ma alle 21.30 Berlusconi, che la mattina seguente doveva volare in Russia per incontrare Pu- tin, comunicò di non poter venire per un non meglio imprecisato impedimento». dice ancora Daclon.

 

haile selassie

IL SILVIO GALANTE

L'impedimento di Silvio era, si scoprì poi, di natura galan- te (diciamo così): la notte del 4 novembre fu la prima che passò con Patrizia D'Addario, che nel suo libro Gradisca, Presidente ricorda 'andirivieni a Palazzo Grazio- li di collaboratori che imploravano:

 

«Presidente, dobbiamo andare alla fe- sta americana». Selassié non la prese bene: «Era furioso, si alzò e lasciò la cena con il suo variopinto seguito sen-

 

silvio berlusconi fuori dal seggio a milano 1

za neppure salutare. Mi passò davanti e mi guardò senza farmi neppure un cenno. Una maleducazione imperiale», riassume Daclon. Che nella sua qualità di fondatore della Fondazione Italia Usa ricevette in seguito «vigorose proteste da parte del suo staff per l'assenza di Berlusconi, e una richiesta neppure troppo velata di riavere l'importo versato per la cena». La conclusione è inevitabile: «Già allora fu forte l'impressione di trovarsi di fronte a uno dei pittoreschi finti leader africani e sedicenti ambasciatori del Catonga ide- ati dal povero Totò».

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