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GEORGE PAPADOPOULOS, SPIN DOCTOR DELLA CAMPAGNA 2016 DI TRUMP: "MATTEO RENZI E' STATO USATO DA BARACK OBAMA PER ATTUARE QUESTO COLPO BASSO DEL RUSSIA-GATE NEI CONFRONTI DI TRUMP. E ORA, A CAUSA DI QUESTA STORIA, LA SUA CARRIERA POLITICA VERRÀ DISTRUTTA, COSÌ COME QUELLA DI ALTRI ESPONENTI DI SINISTRA IN ITALIA"
1 – “RUSSIAGATE, ECCO LA RETE ITALIANA DEL PROFESSORE”
Fabio Tonacci per “la Repubblica”
Perché l' Italia è finita al centro del Russiagate e della controindagine del ministro della giustizia americano William Barr grazie alla quale Trump scommette di ribaltare l' inchiesta dell' Fbi sull' operazione russa di interferenza nelle presidenziali del 2016? Perché gli incontri di Barr a Roma con i vertici della nostra intelligence hanno scatenato un caso politico-diplomatico tra Roma e Washington? La risposta ha, tra gli altri, il nome di un' avvocata casertana di 34 anni, per sette anni e fino al 2016 assistente legale nella Commissione giuridica (Juri) all' Europarlamento. Simona Mangiante.
simona mangiante george papadopoulos
È la moglie di George Papadopoulos, l' uomo che fece parte dello staff elettorale di Trump e che ricevette la notizia dell' esistenza di migliaia di mail hackerate dall' account privato di Hillary Clinton con cui screditarne la candidatura. Soprattutto, Simona Mangiante ha lavorato anche per l' enigmatico professore maltese Joseph Mifsud, che soffiò a Papadopoulos la notizia delle mail nel periodo in cui insegnava alla Link University, l' ateneo privato dove si è formato un pezzo della classe dirigente dei 5 Stelle (tra cui l' ex ministra della Difesa Trenta e l' attuale vice-ministra agli Esteri Del Re). Il governo americano lo cerca da quando è scomparso nel maggio del 2018, ed è tornato a chiederne conto all' Italia nei giorni scorsi.
Simona Mangiante oggi vive a Los Angeles col marito. Ha dismesso la toga, fa la modella e l' attrice, ha una propria linea di costumi. Un produttore americano sta girando un reality su di lei e su Papadopoulos, che nel frattempo ha scritto un libro ( " Deep State target ") in cui si descrive vittima di un complotto internazionale. Repubblica l' ha contattata, e questo è il suo racconto.
Una contro-narrazione dei fatti del Russiagate per come li ha ricostruiti l' Fbi. In cui i buoni diventano i cattivi. E viceversa.
Come ha conosciuto Mifsud?
JOSEPH MIFSUD E GIANNI PITTELLA ALLA FESTA DEI GIOVANI DEMOCRATICI DI ROMA NEL 2017
«Me lo ha presentato nel 2011 il deputato europeo Gianni Pittella, che è un amico di famiglia. Eravamo a un evento della fondazione Euromed. Pittella mi disse che Mifsud era molto vicino al suo gruppo, i Socialisti & Democratici, ed era un' attivista»
Tanto da partecipare alle campagne elettorali?
«Sì. Nel novembre 2016 Pittella era a Filadefia per sostenere la Clinton, e Mifsud era con lui. Mifsud è un donatore della Fondazione Clinton. Non era affatto filo-Putin».
Quando ha lavorato per lui?
«Nel settembre del 2016. Terminato il contratto con l' Europarlamento, Pittella mi suggerì di rivolgermi a Mifsud, che era appena diventato direttore del London Center of international law practice . Mi prese col ruolo di direttrice delle relazioni diplomatiche, in realtà era interessato a dossier confidenziali di cui mi ero occupata a Bruxelles, e che mai gli ho rivelato».
Che cos' era il London Center?
«Non l' ho ancora capito. Quel posto era finto, una copertura».
Come fa a dirlo?
«Nei tre mesi in cui ci sono stata, non ho visto trattare alcun caso legale. Il Centro occupava lo spazio di una stanza in un palazzo di una zona chic di Londra, con un tavolo ovale al centro. C' era un via vai di gente che rimaneva al massimo un giorno: ragazzi del Medio Oriente, americani e un paio di persone legate all' ufficio del ministero francese della Giustizia e a quello iracheno degli Esteri. Nessuno che spiegava di cosa si stesse occupando».
E lei cosa faceva?
«Una volta Mifsud e l' altro direttore del Centro, Nagi Idris, mi chiesero di partecipare a un simposio segreto a Tripoli, in Libia. Pretendevano che andassi lì, senza darmi informazioni utili. "Troverai il presidente della Malesia", mi dissero. Non andai, e questo creò un problema, tant' è che non mi hanno mai dato i 2.500 euro al mese promessi. A dicembre, il giorno prima di dare le mie dimissioni, Misfud mi chiese di organizzare un evento a Londra per l' allora ministra italiana dell' Istruzione»
Stefania Giannini?
«Non ricordo il nome, so che faceva parte del governo Renzi. Mifsud aggiunse che avrei dovuto contattare Stephen Roh, il suo avvocato svizzero, marito della figlia di un oligarca russo».
Perché lo organizzava Misfud?
«Il vero mestiere del Professore era questo: cercare agganci, trovare connessioni con i governi. Era molto legato a quello di Renzi».
Ha elementi concreti per dirlo?
vincenzo scotti foto di bacco (1)
«Lui ripeteva spesso di esserlo, anche se non so se conosceva Renzi. Mifsud viveva tra Roma e Londra, era in contatto con Vincenzo Scotti e Pasquale Russo (presidente e direttore generale della Link University, ndr) e con alcuni esponenti dei 5 Stelle. Dopo lo scoppio del Russiagate ha soggiornato per settimane in un alloggio a Roma pagato dalla Link nonostante pubblicamente Scotti prendesse le distanze da lui. Ora è sparito. Per me ci sono pochi dubbi: era una spia della Cia, appoggiato dai servizi italiani».
Sulla base di quali elementi lo dice, e perché della Cia e non dell' Svr russo visto che Mifsud aveva interlocutori sia a mosca che a Washington? Renzi ha appena dichiarato di voler querelare suo marito perché sostiene che dietro Mifsud ci sia un complotto ordito da Obama contro Trump, con l' aiuto dell' allora governo Renzi.
«Sulla querela non commento. Mifsud in Russia c' è stato solo come visiting professor. Resto convinta che il Russiagate vada letto al contrario: un complotto di Cia e governi social-democratici per impedire l' elezione di Trump»
L' ultima volta che lo ha sentito?
«Il giorno in cui mi sono dimessa dal London Center »
E dove crede che sia?
«Non ho elementi. Se dovessi scommettere, a Roma a mangiare un piatto di spaghetti. O a Londra»
C' è chi sospetta che lei sia una spia russa.
«Solo perché sono bionda, alta e non parlo l' inglese con l' accento italiano. L' Fbi, il Dipartimento immigrazione e il Congresso americano non hanno trovato niente al riguardo».
Ha delle prove su quello che lei chiama complotto?
«Mio marito venne agganciato da Mifsud a Roma, introdotto da Scotti. Non fu mio marito a cercare Mifsud. E in un' occasione sono stata testimone oculare di un secondo tentativo di incastrarlo».
Quando, dove e da parte di chi?
«A Mykonos, nell' estate del 2017. La prima sera George mi spiega che avrebbe dovuto incontrarsi con un amico israeliano lobbysta, tale Charles Towell, per un qualche business. Towell era convinto che fossi lì a spiare George. Me ne andai.
Dopo due giorni George mi chiamò, era disperato perché Towell gli aveva lasciato senza motivo una valigetta con 10.000 dollari. Gli consigliai di lasciarli a casa sua a Salonicco e così fece. Appena atterrò a Washington, fu arrestato dall' Fbi, con l' accusato di aver mentito su Mifsud. Ma la prima cosa che gli chiesero fu: dove sono i soldi? In seguito è venuto fuori che Towell era un agente della Cia».
2 – QUELLE LEGGEREZZE ALLA ROMANA CHE ALIMENTANO LE TRAME DI TRUMP
Gianluca Di Feo per “la Repubblica”
Se la retorica del complotto si piega ai desideri della Casa Bianca l' effetto può essere dirompente. Per questo bisogna usare grande cautela nel maneggiare gli ingredienti della contro-inchiesta presidenziale sul Russiagate.
L' unico punto fermo è che George Papadopoulos, il protagonista di questa vicenda, due anni fa si è dichiarato colpevole di avere mentito all' Fbi ostacolando così l' indagine sui rapporti tra Trump e Mosca. Dopo avere scontato la condanna, il giovane componente dello staff presidenziale ha cominciato a recitare un altro copione, presentandosi come vittima di una trappola imbastita nel 2016 tra Londra e Roma dai servizi segreti britannici e italiani, ritenuti vicini ai Clinton, utilizzando il misterioso professore maltese Joseph Mifsud come agente provocatore. Una storia perfetta per gli interessi del presidente Usa.
simona mangiante 19RENZI CLINTON
I riscontri finora mancano. I vertici della nostra intelligence hanno ribadito di non avere mai avuto rapporti con Mifsud, classificato come un lobbista dai mille intrallazzi. Il problema è che la Link University, l' università romana dove il professore maltese ha agganciato Papadopoulus, era ed è frequentatissima dai nostri 007, che hanno continuato a tenervi corsi pure dopo l' esplosione dell' affaire.
Una leggerezza, che agli occhi dei detective americani appare invece come un pesante indizio di colpevolezza: possibile che in un piccolo ateneo guidato da ex ministri e popolato di spie nessuno abbia notato un docente che offriva materiale compromettente per conto di Mosca?
Altrettanto discutibile è la scelta del premier Conte di autorizzare i due incontri tra i direttori dei nostri servizi e i procuratori incaricati della contro-inchiesta trumpiana.
Sono questioni su cui è necessario fare chiarezza subito, prima che l' onda scatenata dall' altra parte dell' Atlantico si trasformi in uno tsunami sulla credibilità dei nostri apparati.
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