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Giuliano Foschini per “la Repubblica”
TRIESTE - LA RIMOZIONE DELLO STRISCIONE PER REGENI
Otto mesi dopo l'orrore, un' istituzione italiana sfregia la memoria di Giulio Regeni, il ricercatore ucciso e torturato nel febbraio scorso al Cairo. È il sindaco di Trieste, Roberto Di Piazza, appena eletto con il centrodestra, che ha deciso di rimuovere dal municipio lo striscione della campagna promossa da Amnesty International e Repubblica, "Verità per Giulio". Per poi, sprezzante, commentare: «Mi sono tolto un dente cariato».
Fino a ieri nessuno si era permesso di sporcare il nome di Giulio con la contesa politica. Al contrario, il Paese era rimasto compatto chiedendo la verità, fin qui senza alcun esito, al presidente egiziano Al Sisi.
La prima iniziativa in qualche maniera "contro" era stata quella avanzata nei giorni scorsi dai consiglieri comunali di centrodestra di Trieste, che avevano chiesto appunto al consiglio comunale di rimuovere lo striscione che era appeso sul municipio del capoluogo friulano così come in altre centinaia di città e palazzi istituzionali, in tutta Italia. Come risposta, ieri, il direttore del Piccolo, Enzo D' Antona, ha dedicato l' intera prima pagina alla scritta "Verità per Giulio" spiegando che la richiesta dei consiglieri era «inaccettabile» perché «il caso Regeni è ancora una ferita aperta nel cuore dell' Italia».
IL PICCOLO - COPERTINA PER LA VERITA SUL CASO REGENI
Di Piazza non l' ha presa bene. E così a prima mattina ha prima tentato lui personalmente di arrampicarsi per smontare le striscione e poi ha incaricato due inservienti: lo striscione non c' è più. «È diventato un fatto politico », ha commentato nel pomeriggio, accusando il Partito Democratico di voler strumentalizzare la questione.
«Stanno facendo sciacallaggio politico. Con tutti i problemi che abbiamo nel Paese, con tutti i problemi di occupazione per i giovani che ho in città se devo occuparmi di queste cose... Mi sono tolto il dente cariato e non ci sono più polemiche ». In realtà le polemiche sono appena cominciate. Perché la politica si è rivoltata contro la decisione di Di Piazza. Il capogruppo del Pd, Ettore Rosato, e i colleghi Gianni Cuperlo e Monica Cirinnà hanno avuto parole dure contro la decisione del sindaco.
Se la famiglia Regeni preferisce non commentare, gli amici di Giulio erano furibondi: «C' è qualcuno che vuole ucciderlo per la seconda volta», scrivevano ieri sui social, intristiti anche dal fatto che questa scelta arrivasse proprio dalla terra di Giulio che era sì cittadino del mondo ma aveva ben salde le radici a Fiumicello. Per questo i ragazzi hanno deciso di organizzare una serie di manifestazioni, proprio nel fine settimana, a Trieste e in zona.
«Togliete lo striscione dal Comune e lo ritroverete ovunque», hanno detto, annunciando un sit in collettivo domani quando nelle acque di Trieste si terrà la Barcolana. «Chiediamo - hanno scritto ieri gli amici di Giulio su Facebook - alle barche che parteciperanno di portare la bandiera #Veritapergliulio. Agli skipper e tutti i partecipanti di indossare il giallo Giulio e a chi guarderà la Barcolana dalle rive di portare le vostre bandiere, i vostri braccialetti, le vostre spille. Facciamo vedere che Trieste non dimentica e non si arrende».
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