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1 - BALLI ILLEGALI IN TUTTA ITALIA LA PROPOSTA DEL LAZIO: RIAPRIRE LE DISCOTECHE
Francesco Malfetano per “il Messaggero”
L'ultimo sabato sera di un agosto nero per le discoteche italiane si è rivelato l'apice del crescendo di chiusure che ha accompagnato l'estate italiana. Sì perché si è ballato in tutta la Penisola nonostante le norme anti-Covid non lo consentano (il Cts aveva dato il suo ok a prezzo di numerose limitazioni e controlli puntuali ma il governo non ha mai autorizzato la riapertura). E si è ballato senza distanziamento ovviamente, e senza mascherine. Ma anche, data la natura illecita della pratica, senza controlli diffusi o la possibilità di limitare i danni.
I LOCALI A testimoniarlo, appunto, le chiusure arrivate ieri sera. Ostia, Como, Taranto e Rimini, una dietro l'altra. Da Nord a Sud senza troppe differenze. A Misano Adriatico, sulla riviera romagnola, un blitz dei poliziotti attorno alle 3 di sabato notte ha trovato in pista, senza mascherina, oltre 500 ragazzi. Il locale in questione peraltro, il Byblos, era già stato sospeso per 5 giorni altre due volte nel mese di agosto. Sempre con le stesse motivazioni.
LOCALE BYBLOS SULLA RIVIERA ROMAGNOLA
Sul litorale laziale invece, a Ostia, ad intervenire sono stati i vigili urbani che - dopo la chiusura dello Shilling venerdì sera e quella di una settimana fa del Kursaal, dove 2.500 persone ballavano in riva al mare - hanno imposto lo stop al Tibidabo. Ovvero lo stabilimento balneare dove nella notte tra sabato e domenica erano in 300 a ballare assembrati e senza protezioni. Il singolare tour delle chiusure notturne da parte delle forze dell'ordine, è continuato a Bellagio, in provincia di Como.
Qui due agenti della polizia, dopo aver visto nei giorni precedenti diversi video di giovani scatenati all'interno del Lido di Bellagio, prima si sono finti clienti e poi, una volta accertato l'illecito, hanno imposto la serrata al locale scoprendo che in pista c'erano 650 ragazzi (e altri 150 all'esterno pronti ad entrare). Identico destino anche per la discoteca Nafoura di Castellaneta, in provincia di Taranto. Anche il locale infatti, uno dei più grandi della Puglia, è stato chiuso su disposizione della Questura per violazione delle norme anti-Covid, documentata anche da alcuni video circolati in rete nei giorni scorsi e attestata dai poliziotti intervenuti sul posto. L'altra faccia della medaglia poi, sono gli eventi illeciti all'aperto in cui i giovani, disposti a tutto per ballare, si sono precipitati un po' ovunque.
serata con 300 persone in discoteca a palermo 2
Non solo il caso eclatante del rave di Viterbo, ce ne sono stati diversi. Ieri ad esempio ne è stato bloccato uno Serra San Bruno, nel vibonese, a cui stavano partecipando in 200. Così, ormai al termine di un'estate complicatissima per il settore, unico che non ha mai potuto riprendere la propria attività, il presidente del Silb Emilia-Romagna, Gianni Indino, attacca: «Chi non rispetta le regole, è giusto che venga sanzionato. Ma se mi si chiede un giudizio, non mi sento di condannare il comportamento di colleghi che da 19 mesi non possono lavorare. Sono allo stremo, sull'orlo del fallimento. Non posso biasimarli», ha commentato. Non solo, per l'assessore alla Salute della Regione Lazio Alessio D'Amato, la chiusura in toto è «un errore grave».
stabilimenti ostia dicosteca 6
La Regione, spiega, l'ha fin «da giugno: apriamo le discoteche con il Green pass». Il motivo? «Così teniamo il fenomeno sotto controllo. Si è scelto di lasciarle chiuse e inevitabilmente si sono moltiplicati gli eventi incontrollati, assembramenti selvaggi, il peggiore è stato sicuramente il rave di Viterbo. Ora è il momento di riaprire i locali regolari, sempre col Green pass». Non a caso la stessa Silb ha chiesto un tavolo al Governo per parlare della riapertura. «Noi - ha detto Indino - siamo 200mila lavoratori senza lavoro, senza stipendio, in grave difficoltà eppure siamo invisibili. Non solo i titolari delle discoteche, ma anche dj, baristi, camerieri, parcheggiatori, pr, grafici, musicisti. Perché per noi non si può attivare un tavolo di confronto?». L'appello di Indino è a parlarne: «Entro la fine del mese ci auguriamo di avere risposte. La riapertura non deve essere domani, ma occorre gettare le basi per ipotizzarne una, quando le condizioni lo consentiranno».
2 - NELLA RIVIERA DOVE SI BALLA NONOSTANTE IL DIVIETO "LA MASCHERINA È DA SFIGATI"
Estratto dell'articolo di Brunella Giovara per “la Repubblica”
A un certo punto, e siamo verso la mezzanotte, il presentatore beve l'amaro calice: «Ragazzi, bisogna mettere la mascherina. Lo so che a voi starà sul c..., e poi noi ragazzi non siamo abituati a rispettare le regole, ma è così». Bene, il suo l'ha fatto, non troppo convinto ma l'ha detto. Da sotto parte una potente fischiata, quindi la cosa finisce subito lì, si ricomincia a ballare e i camerieri tolgono di mezzo le dieci sedie ipocrite piazzate nell'epicentro del Byblos, un locale storico della Riviera, ora famoso anche per le chiusure causa inosservanza delle norme anti Covid.
(…) un destino cinico e baro si abbatte su tutti i locali ogni fine settimana, intanto l'estate sta finendo e come dice Francesca - bionda, 16 anni, milanese - «era l'unica sera di sballo che mi ero concessa, e finisce così».
La mascherina, nella borsetta argentata, intonsa. «La mascherina è una cosa da sfigati, ti vesti da sera e poi ti castighi con quella? No!», e se ne scende dalla collina, sono le tre del mattino, là sotto c'è Riccione illuminata, e più su, a sinistra, Milano, il liceo Beccaria, il tran tran, magari una nuova ondata di pandemia. E non c'è niente da fare. I ragazzi vogliono ballare. La formula «si ascolta la musica da seduti» non regge, è impossibile, è una balla.
Ma i locali sono falliti o stanno per fallire, quindi aprono, organizzano, invitano guest star, poi succede il delirio. L'altra sera, ingresso del Byblos, «mettete la mascherina, grazie», ripetuto a tutti, dopo l'esibizione del Green Pass, e chi non ce l'ha, tampone nella tenda apposita (10 euro). «E il biglietto costa 40 euro una bella spesa per noi giovani».
(…) La serata è speciale, perché c'è un ospite importante. Tony Effe, genere trap. (…) Ma insomma, si va avanti a ballare, come in una processione di Ognissanti. L'assembramento? Siamo oltre. Il signor Effe richiama le folle, le urla, le braccia alzate, poi all'1 e 50, dopo 25 minuti esatti di esibizione, stacca e se ne va come l'impiegato che deve timbrare. (…) verso le 3 del mattino i ragazzi cominciano ad andarsene. (...)
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