ranieri guerra

“SONO STATO IL PERFETTO CAPRO ESPIATORIO” – LA “VERITÀ” DI RANIERI GUERRA: “A FRONTE DI UNA CAMPAGNA DI DENIGRAZIONE PERSONALE VIOLENTA E AGGRESSIVA MI SAREI ASPETTATO CHE OMS E MINISTERO DECIDESSERO DI FORNIRE GLI ELEMENTI FATTUALI INDISPENSABILI PER RISTABILIRE LA VERITÀ” – “MI SEMBRA VOGLIANO SCARICARE SU DI ME LA RESPONSABILITÀ DEL MANCATO AGGIORNAMENTO DEL PIANO PANDEMICO E DEL RITIRO DEL REPORT DI ZAMBON. QUANDO SPERANZA SEPPE DELLA PUBBLICAZIONE SI DISSE MOLTO SORPRESO CHE…

Francesco Borgonovo per “la Verità”

 

ranieri guerra

Ranieri Guerra è stato direttore generale della Prevenzione sanitaria del ministero della Salute (2013-2017). Nell' autunno del 2017 è diventato Assistant director general dell' Oms (di cui è ancora consulente). È stato l' inviato in Italia dell' Organizzazione mondiale della sanità per l' emergenza Covid, e il suo nome è apparso sui media in relazione ad alcuni casi di notevole interesse.

 

roberto speranza massimo dalema

Il primo è il mancato aggiornamento del piano pandemico italiano: Guerra viene accusato di non essersene occupato quando era al ministero. Poi c' è la storia del report realizzato del studioso dell' Oms Francesco Zambon, che ha suscitato aspre polemiche.

 

Oggi Guerra è indagato dalla Procura di Bergamo - che sta lavorando proprio sulla gestione italiana dell' emergenza Covid - con l' accusa di «false informazioni ai pm». La Verità si è a lungo occupata di queste vicende: Guerra ci ha concesso un' intervista per offrire ai lettori la sua versione dei fatti.

francesco zambon 2

 

In una intervista lei ha detto di non essere stato sostenuto a sufficienza dal ministero della Salute e dal ministro Speranza. È così?

«Io veramente ho detto che, a fronte di una campagna di denigrazione personale violenta e aggressiva, oltre che ingiusta e manipolata, mi sarei aspettato che Oms e ministero decidessero di fornire gli elementi fattuali indispensabili per ristabilire la verità.

 

RANIERI GUERRA

Per esempio, io non conosco il contenuto delle molte comunicazioni parallele tenute tra Hans Kluge e Francesco Zambon, non ho mai avuto accesso né al piano Covid segretato e neppure ai verbali della task force ministeriale, per non parlare dei verbali del Cts precedenti al mio arrivo in Italia, il 12 marzo 2020.

 

Non sapevo neppure di molte delle azioni che il mio successore al Ministero, il collega Claudio D' Amario, da fine 2017 al maggio 2020 aveva compiuto con i ministri dell' epoca per dare seguito alla mia raccomandazione del settembre 2017 sulla riformulazione del piano antinfluenzale. Solo recentemente ho avuto visione della dettagliata descrizione della situazione che il dottor Francesco Maraglino ha inviato il 15 aprile 2020 al viceministro Sileri.

Goffredo Zaccardi

 

In quella mail si fa menzione, tra l' altro, del Piano nazionale di difesa, segretato per motivi di sicurezza nazionale, di cui ugualmente non ho conoscenza diretta. Mi sento veramente come il capro espiatorio su cui hanno fatto convergenza due interessi (o forse due disinteressi), uno nazionale uno internazionale, che hanno finito per costruire una narrativa distorta e falsa che sono stato costretto a chiarire faticosamente e da solo.

 

Esiste una sua mail del 13 maggio 2020 in cui fa cenno a incontri con Massimo D' Alema. Perché vi siete incontrati? E che ruolo aveva D' Alema nei rapporti fra Italia e Oms?

pierpaolo sileri giuseppe conte roberto speranza sandra zampa

«In realtà la mail fa riferimento ad una puntata di Report e non ci sono cenni ad incontri ma si dice testualmente che la trasmissione aveva come obiettivo oltre a Tedros, me, Speranza e D' Alema».

 

C' è però una comunicazione che lei ha inviato a Tedros il 29 maggio 2020. Si parla di un accordo con ministero e Iss per rivedere il report di Zambon e «ripubblicarlo velocemente». Lei scrive: «Ho incontrato l' ex primo ministro italiano Massimo D' Alema e ho discusso del suo possibile influente supporto all' Oms, attivandosi e facendo promozione pubblica con Sherpa e Su-Sherpa per la presidenza del G20 Ita 2021». Dunque ripongo la questione: perché coinvolgere D' Alema? A che titolo?

non e' l'arena le chat tra ranieri guerra e brusaferro 2

Di che avete parlato?

«Non si tratta di una mail, ma del mio travel report, da me compilato settimanalmente, che viene approvato dal mio supervisore diretto (Tedros) e inserito nell' intranet Oms a disposizione dello staff, ivi compreso Zambon.

 

Si riferisce a un incontro avuto il giorno 27, per essere precisi, anche se la data di chiusura della missione è il 28. In ogni caso non ho alcun problema a chiarire.

 

Ci siamo incontrati per motivi irrilevanti rispetto al report di Venezia, infatti si tratta di un punto autonomo di un dettagliato elenco di attività e questioni diverse tra loro: voleva capire bene cosa stesse avvenendo in giro per il mondo, quali fossero le dinamiche prevedibili del virus e che cosa ci potessimo aspettare in futuro, in particolare per una possibile seconda ondata. Mi ha illustrato la sua visione d' insieme del quadro globale non sanitario e il punto di vista politico ed economico.

tedros adhanom ghebreyesus

 

Ha manifestato grande sensibilità per le questioni relative alla sicurezza in sanità, che erano parte del dialogo appena avviato con lo sherpa italiano del G20 del 2021.

 

L' Oms partecipa sempre a questi eventi su invito della presidenza, in questo caso italiana, e si propone come interlocutore per le grandi tematiche globali che la presidenza decide di inserire nell' agenda con la consultazione degli altri membri. Ho ritenuto utile segnalarlo a Tedros per gli sviluppi del rapporto con l' Italia, come peraltro avvenuto con molti altri interlocutori».

LA MAIL SPEDITA DA RANIERI GUERRA

 

Parliamo del cosiddetto «piano segreto».

 

C' è una mail del 21 aprile 2020 in cui si legge: «Vista l' uscita di Urbani oggi sul Corriere circa il piano segreto, non mi voglio sottoporre a questioni per cui il no comment sarebbe d' obbligo, e la vicenda non finirà prima di metà maggio». Perché il no comment era d' obbligo? Che avrebbe voluto dire sul «piano segreto»?

il servizio di report su ranieri guerra 8

«L' apparato di difesa del Paese è complesso. Oltre al Piano antinfluenzale, c' erano infatti un Piano nazionale Covid e il Piano nazionale di difesa. Mentre quest' ultimo è segreto, il Piano Covid venne elaborato a gennaio dal ministero, dall' Iss e dalla Protezione civile (è a quello che allude Urbani), ma subito segretato per le regole del Cts, prima del mio arrivo il 12 marzo 2020. Io ne conoscevo l' esistenza (e ne avevo infatti subito informato gli uffici Oms di Ginevra e Copenaghen, e, quindi, Venezia con Zambon, che se ne dimentica nel suo libro) ma non ne ebbi visione, fino alla sua pubblicazione televisiva.

roberto speranza massimo dalema

 

Il senso del no comment è che non avevo le informazioni, e si sarebbe dovuto chiedere al governo italiano, a Urbani, a Miozzo e al ministro, il quale di recente ha dichiarato a Lucia Annunziata come stessero le cose, sia per quanto riguarda la non attivazione del Piano antinfluenzale del 2006, che per la redazione del nuovo Piano Covid.

 

le mail di ranieri guerra nel 2017 sul piano pandemico

Sono convinto che assieme sarebbero stati utili per le azioni di preparazione pre pandemiche: forse tra i primi giorni di gennaio e la fine di febbraio 2020 si sarebbe potuto agire con maggiore aggressività, ma io non sono parte del governo e certamente non ho tutte le informazioni che hanno portato a quelle decisioni».

 

Esiste dunque un piano segreto contro il Covid? Viene sempre citato in proposito uno studio della fondazione Kessler, ma si può definire piano quello?

«Io so di un documento che si chiama Piano nazionale in risposta a un' eventuale emergenza pandemica da Covid-19.

report la mail di hans kluge

 

Difficile classificarlo diversamente. Credo anche che sia molto chiaro al proposito il verbale ora pubblico del Cts numero 22 del 9 marzo 2020, che recita letteralmente:

 

"Si ritiene utile ribadire, ai fini dell' informazione alla popolazione, che il Cts, in collaborazione con il ministero della Salute e l'Iss, si è da tempo dotato di un Piano nazionale in risposta a un' eventuale emergenza pandemica da Covid-19 e che tutte le azioni fino ad oggi suggerite ed adottate sono coerenti con i diversi stadi di sviluppo previsti dal Piano", chiedendo all' Iss di "aggiornare le stime relative al Piano..., fino ad ora utilizzato come riferimento per le raccomandazioni circa il contenimento e la gestione dell' emergenza nelle aree interessate, mantenendo secretate le informazioni ivi contenute". Mi sembra che la questione sia chiarissima».

il direttore generale dell'oms tedros adhanom ghebreyesus

 

Veniamo alle chat intercorse tra lei e Brusaferro (che provengono verosimilmente dall' acquisizione disposta dalla procura di Bergamo del contenuto informatico del cellulare di Brusaferro ad ottobre 2020). Lei ha davvero incontrato Goffredo Zaccardi, capo di gabinetto di Speranza, il 18 maggio 2020?

«Ho incontrato il capo di gabinetto, così come il ministro, molte volte, dato che mi era stata data ospitalità logistica al ministero.

ROBERTO SPERANZA HANS KLUGE

 

Lo scopo delle riunioni, sempre informali, era di avere la possibilità di rendere conto delle mie attività in Italia e di aggiornare il vertice ministeriale in merito alle iniziative dell'Oms, esattamente come previsto dai miei termini di incarico. Avevo anche il compito di trasmettere quesiti e richieste di chiarimento ai colleghi dell' emergenza di Ginevra e di Copenaghen su questioni di interesse per il contenimento dell' epidemia.

il servizio di report su ranieri guerra 6

 

Per quanto concerne le chat, ribadisco quanto già ampiamente detto dal mio legale, avvocato De Vita: pezzi di messaggi decontestualizzati e incompleti, di cui non conosciamo nemmeno l' origine, nulla dicono rispetto a quello che è ormai provato e documentato agli atti del procedimento su chi e perché abbia prima non autorizzato, poi ritirato e poi non ripubblicato il rapporto, e per quali motivi.

 

Quel che è adesso noto a tutti è che non sono stato io e non è avvenuto per ragioni italiane».

 

Ma in quell' incontro specifico che cosa vi siete detti con Zaccardi?

ranieri guerra 1

«Abbiamo discusso del contenimento dell' epidemia e, con l' occasione, gli ho prospettato anche l' ipotesi di un salvataggio del rapporto di Venezia, già ritirato da Zambon il 14 maggio 2020, dopo la pubblicazione da lui decisa nella sera del 13 maggio, con l' invio a Venezia di tecnici dell' Iss che potessero fornire agli estensori del rapporto tutti gli aggiornamenti, i dati e le informazioni di cui il rapporto era carente.

 

Ho anche spiegato quale fosse stato l' iter inusuale seguito da Zambon per forzare la pubblicazione, compresa la sua decisione di non informare il ministro, dopo averne a suo tempo ottenuto il gradimento sulla base delle tre pagine di indice che io - richiestone da Zambon stesso (le mail sono chiare al proposito e sono incontestabili) - avevo avuto modo di prospettare, assieme al resto del progetto finanziato dal Kuwait.

FRANCESCO ZAMBON

 

A questo proposito, avevo anche necessità, come richiesto dall' ufficio di Copenaghen, titolare del finanziamento, di avere indicazioni sulle regioni da assistere: mi venne infatti proposto dal dottor Zaccardi di verificarne la fattibilità con regione Lombardia (poi sostituita da regione Sicilia) e con regione Calabria.

 

Cosa che feci, ma che purtroppo non ebbe conclusione per decisione di Copenaghen, comunicatami solo a marzo 2021, che portò al ritiro dell' intero finanziamento del Kuwait a favore dell' Italia per le problematiche legate a Zambon».

 

Lei ha fatto cenno a un progetto articolato a favore dell' Italia, anche questo menzionato da Zambon. Di che si tratta?

il servizio di report su ranieri guerra 7

«Vengo informato da Copenaghen a fine marzo 2020 dell' esistenza di una possibilità di finanziamento e mi si chiede di elaborare un' ipotesi.

 

Propongo applet avanzatissime per un sistema di sorveglianza a distanza e telemonitoraggio da affidare alla medicina territoriale, così da garantire la gestione del paziente a domicilio.

 

A questo aggiungo ecografi portatili wireless, collegabili in remoto con centrali specialistiche per avviare il possibile ricovero ospedaliero con un triage a distanza».

 

E poi?

SILVIO BRUSAFERRO

«Zambon mi chiede di diminuire il valore della fornitura per poter finanziare il suo Rapporto. Lo concedo senza problemi e concordo anche di affidare a lui la direzione del progetto. Ottengo il previsto nulla osta dei due ministri competenti, Speranza e Pisano. Il Gabinetto di Speranza mi indica anche in quali regioni implementare il progetto (inizialmente Lombardia, poi Sicilia e Calabria).

 

Copenaghen, ottenute le richieste formali delle due regioni, cambia poi per tre volte le procedure, facendo perdere tempo prezioso, chiudendo poi le comunicazioni fino al 24 marzo 2021, quando, a mia richiesta, mi viene incredibilmente risposto che, a causa delle problematiche sollevate da Zambon e a causa di altre scadenze, l' ufficio di Copenaghen aveva deciso di ritirare il finanziamento per l' Italia, cancellando il progetto (di cui era parte anche il Rapporto di Venezia, poi pagato con altri fondi) a scanso di ulteriori polemiche, dimenticando però nel frattempo di avvertire oltre che me, il ministro e le due amministrazioni regionali interessate. In questo modo, si è creato un ulteriore danno al Paese».

francesco zambon

 

Restiamo sulle chat. Lei e Brusaferro concordate che, «digerito assieme», il lavoro di Zambon avrebbe comunque potuto essere utile. Lei dice poi che fu Zaccardi a proporre di far cader il report. Perché chiese una cosa del genere?

«Ribadisco quanto già detto sulle chat, ma visto che non mi sono mai sottratto al confronto sui fatti, le rispondo su quanto effettivamente accaduto.

 

Quello che lei dice non è esattamente quel che è stato. Il commento del dottor Zaccardi fu che se nessuno avesse chiesto di rivedere e rilanciare il rapporto non avrebbe avuto senso provare a ripubblicarlo su proposta unilaterale italiana, visto che si trattava comunque di un' iniziativa Oms.

TEDROS ADHANOM GHEBREYESUS

 

Nel caso invece che Kluge avesse deciso per una revisione e ripubblicazione, allora ci sarebbe stata la disponibilità tecnica a collaborare con gli autori, espressa dall' Iss. Solo Kluge aveva la possibilità di ripubblicare il rapporto e di disporre sulla relativa procedura.

 

Anche su questo lo stesso Zambon è stato chiaro nelle sue ultime interviste, dopo avermi accusato sia del ritiro da lui disposto, che della mancata ripubblicazione del testo, decisa invece da Kluge».

non e' l'arena le chat tra ranieri guerra e brusaferro

 

In una chat con Brusaferro lei dice che alla riunione del 18 maggio 2020 con Zaccardi per ricontrollare il report di Zambon ha incontrato «a seguire» Speranza. È vero?

«Sulle chat vale quanto premesso nella precedente risposta. Come già detto, si sono tenute diverse riunioni periodiche di aggiornamento e discussione della situazione».

 

Ma quel giorno cosa vi siete detti lei è il ministro? Le ha rinnovato la richiesta di «far morire» il report?

il servizio di report su ranieri guerra 3

«Assolutamente no. Non ho mai ricevuto una richiesta del genere, né dal ministro né dal capo di gabinetto né da nessun altro del governo italiano. Quanto accaduto è stato raccontato anche dallo stesso Zambon.

 

Nessuno ha provato a far morire il rapporto, anche perché era parte di un progetto molto più ampio e sarebbe stato interesse di tutti di farlo ripubblicare. Perché Kluge abbia deciso di non farlo io sinceramente non lo so, non mi è stata mai comunicata la ragione e non l' ho mai capito».

 

Cosa le disse Speranza quando seppe della pubblicazione del report di Zambon?

ranieri guerra 2

«Si disse molto sorpreso che venisse pubblicato un rapporto sull' Italia senza che l' Italia lo sapesse.

 

E aveva ragione, la stessa ragione che avevo cercato di spiegare a Zambon quando lui decise di procedere senza avvisare nessuno, neppure me, comunicandomelo a pubblicazione avvenuta, la sera del 13 maggio.

 

Il perché di questa fretta e di questa mancanza di trasparenza non mi è ancora chiaro, anche considerando che a metà marzo mi era stato chiesto proprio da Zambon di verificare il gradimento del ministro sulle tre pagine di indice preliminare che mi erano state trasmesse da lui stesso».

 

Parliamo dell' aggiornamento del piano pandemico. Prima della sua nota del settembre 2016, aveva già avvertito il ministro Lorenzin che il Piano andava aggiornato? In che modo?

Claudio D'Amario

«La nota è del 2017. Credo sia una questione poco rilevante, visto che anche se si fosse deciso per avviare subito il rinnovo, a gennaio 2018 si sarebbe dovuto comunque rifare tutto: era stata emanata un' istruzione europea a dicembre del 2017 per gli aggiornamenti coordinati a tutti gli stati membri, era entrata in vigore la legge sulla Protezione civile a gennaio 2018, ed erano stati pubblicati diversi manuali e linee guida dell' Oms nei primi mesi del 2018, a seguire di un primo documento di metà 2017.

 

Ad agosto del 2018, infatti, il collega D' Amario ripropone correttamente l' avvio del processo di revisione al ministro Grillo, ma non so cosa sia accaduto dopo».

 

Il 27 gennaio 2020 lei partecipò a una riunione della task force anti Covid voluta da Speranza. Chi le chiese di partecipare?

ranieri guerra 3

«Ero in transito in Italia dalla Repubblica Democratica del Congo, dove stavo lavorando già da mesi, e mi venne chiesto dal ministro stesso, se non ricordo male. Ma furono solo un paio d' ore, in cui parlai alla task force della situazione globale e delle prossime iniziative dell' Oms.

 

Lei in quella sede affermò testualmente che «tra i Paesi occidentali, l' Italia è la più fornita e la più attenta». Su quali basi si fondava il suo giudizio?

««Per le iniziative già prese dal governo e per l' attivazione di una task force multisettoriale di coordinamento non frequente da vedere. Non avevo altre notizie dato che i verbali delle sedute di task force erano segretati.

 

Vedendo il livello di forte sottovalutazione da parte di tutti i Paesi dell' area, pensai che avere una conduzione e un coordinamento così solidi fosse di per sé un elemento di forza per decisioni operative tempestive.

 

LA MAIL DI RANIERI GUERRA

Conoscevo anche bene la legge sulla Protezione civile del gennaio 2018 e i sistemi di sorveglianza del Paese, in funzione presso l' Iss e lo stesso ministero, tra i migliori e più avanzati dei Paesi europei.

 

Io poi cominciai a interessarmi dell' Italia intorno al 5 marzo per ritornarvi poi l' 11 marzo su decisione del mio direttore generale»,Veniamo alle conclusioni.

 

Ha la sensazione che vogliano scaricare solo su di lei la responsabilità del mancato aggiornamento e del ritiro del report di Zambon?

«Più che una sensazione, mi sembra sia una certezza confermata dai fatti. Sono stato il perfetto capro espiatorio.

conte speranza

 

Io non ho responsabilità su un aggiornamento che si sarebbe dovuto cominciare a costruire a metà del 2018. Ci sarebbe stato tutto il tempo e il modo per recepire le istruzioni e la manualistica, oltre che i provvedimenti di legge, intervenuti dopo la mia partenza dall' Italia.

 

E su questo, nonostante le bugie e le manipolazioni di molti, mi sembra ci sia ormai evidenza chiarissima. Per quanto riguarda le vicende legate al rapporto di Venezia, credo che le mail depositate dall' avvocato De Vita siano sufficienti a chiarire tutto su chi abbia pubblicato, chi abbia tolto e non ripubblicato il rapporto stesso.

 

Ritengo quel rapporto irrilevante rispetto alle numerose pubblicazioni scientifiche (circa diecimila) disponibili tra inizio epidemia e la metà di maggio solo sull' Italia, quando, non ce lo dimentichiamo, la curva epidemica era avviata all' estinzione nel nostro Paese e in Europa».

 

Sappiamo che non fu lei a fare ritirare il report di Zambon ma fu Zambon stesso per fare alcune correzioni. Fu lei a bloccare la successiva ripubblicazione?

ranieri guerra

«Assolutamente no, come già detto e ripetuto più volte: il contrario. Io cercai di contribuire alla sua ripubblicazione proponendo a Hans Kluge di procedere. Io non avevo e non ho nessun potere nel merito.

 

La questione fu gestita da Kluge, come dichiarato dallo stesso Zambon. A loro vanno poste queste domande. Io non ho avuto accesso alle comunicazioni tra i due, che esistono e non sono mai state rese pubbliche né da Zambon né da Kluge stesso, ma ritengo significativa la mail di quest' ultimo del 15 maggio 2020».

 

IL TESTO DELLA MAIL DI RANIERI GUERRA

Se non fu lei a impedire che il report tornasse online, perché scrisse che si era rivolto a Tedros per fermarlo?

«Io diedi il mio resoconto sia a Tedros che a Kluge della vicenda relativa alla pubblicazione, decisa affrettatamente da Zambon il 13 maggio sera, senza il parere conclusivo dell' ufficio legale Oms e senza considerare la cortesia istituzionale dovuta al ministro.

 

Della pubblicazione mi venne data informazione da Zambon solo a giochi fatti. Non parlai mai della ripubblicazione, se non per il tentativo, non accettato da Kluge per motivi che ancora non conosco, di procedere in quel senso subito. Ripeto che fui io a cercare di salvarlo».

 

Pensa che l' Oms l' abbia difesa a sufficienza?

ranieri guerra

«L' Oms non mi ha mai difeso, e sto ancora aspettando che venga data la risposta istituzionale alla rogatoria che non mi venne neppure comunicata dalla stessa Oms.

 

Ne venni a conoscenza dalla stampa, con molta amarezza e la sensazione di essere appunto il capro espiatorio ideale per tutti e un facile e ignaro bersaglio, in piena buona fede.

 

Il mio silenzio iniziale sulla vicenda è stato dovuto al rispetto istituzionale a cui mi sono sempre ispirato e al divieto che ricevetti dall' Oms a reagire utilizzando mail, comunicazioni e altre evidenze fattuali che avrebbero probabilmente fermato subito il crescendo di insulti e minacce a cui sono stato sottoposto e che mi hanno poi portato alla decisione, una volta venuto a conoscenza di essere indagato, di esercitare il mio diritto a difendermi in ogni contesto».