DAGOREPORT - LA MAGGIORANZA VIAGGIA COSÌ “COMPATTA” (MELONI DIXIT) CHE È FINITA SU UN BINARIO…
Aldo Cazzullo per il “Corriere della Sera”
Stefania Sandrelli, qual è il suo primo ricordo?
«Ricordo tutto, di persona o attraverso i racconti di mia madre. Sono nata nera, cianotica, stavo morendo, la levatrice disse di far scaldare un cucchiaio d' acqua; io lo afferrai prima con la destra, poi con la sinistra, cominciai a bere, mi salvai. Sono una che si ingegna. Dormo ancora oggi nello stesso lettone su cui sono nata. "Tu eri già una piffera appena venuta al mondo" diceva mamma».
Come si chiamava?
agenzia dufoto stefania sandrelli roma primi anni 60
«Florida, come lo Stato americano. Per i suoi dieci figli, nonno Giglio Flori scelse nomi che suonassero con il suo: Florina, Flora, Floro... Mamma aveva un gemello: Florido».
Cosa faceva suo nonno?
stefania sandrelli di elisabetta catalano 1967
«Era un proprietario terriero dissipatore. Alto due metri, bello, adorava le donne: tutte le lavoranti del negozio di ricami di nonna Iginia erano sue. Lei era povera, i suoceri non la volevano. Mio nonno, che era già sposato con due figli, la dovette rubare. La portò via in carrozza, come nelle fiabe».
E suo padre?
«Otello Sandrelli. La sua famiglia aveva una pensione a Viareggio: pensione Sandrelli. Mi mettevano in mezzo nel lettone, la mamma mi chiedeva: "A chi vuoi più bene?". "A te" sussurravo. Poi toccava a papà: "A chi vuoi più bene?". "A te...". Morì che avevo otto anni».
Di cosa?
«Cirrosi. L'ultima frase che mi disse fu: "Al tuo ritorno troverai una bicicletta nuova". Poi mi mandarono dalla zia in campagna. Mia madre me lo tenne nascosto, raccontò che papà era partito per un lungo viaggio; ma io sentii i cugini sussurrare che il babbo di Stefania era morto. Non dissi niente a mamma. Piansi a lungo con la testa sotto il pianoforte. C' era però questa bicicletta nuova, rossa. È stata la compagna della mia infanzia. Da allora inforcare una bicicletta è la felicità».
Qual è il suo primo ricordo pubblico?
«Gino Paoli. Lo ascoltavo in tv cantare La gatta e mi piaceva quella vocina esile, da bambino. Allora andavano i cantantoni alla Tajoli, ma io preferivo Chet Baker che avevo ascoltato al Bussolotto. Paoli invece venne alla Bussola. Mi accompagnarono gli amici, la sera del mio quindicesimo compleanno. Mi dicevano che era triste e brutto; io lo trovavo allegro e bellissimo, per farmi notare gli passavo davanti con il mio vestitino verde con le frange».
E lui?
«Mi notò. Mi chiese di ballare. Cominciò a stringere. Quando gli dissi la mia età rise e mi lasciò. Poi però venne a cercarmi alla Capannina. Ci frequentavamo come amici, ogni tanto scappavamo in pineta a darci un bacio. Poi, quando cominciai con il cinema, aveva la scusa di portarmi a Roma in macchina».
È vero che lei ha amato anche Tenco?
«Luigi era così affascinante... Suonava il sassofono, uno strumento che adoro... Sì, una storia ci fu. Una storia veloce, sportiva. Tenevo tanto a Gino, non volevo che lo sapesse, se no sarebbe finita. Tenco e Paoli si compensavano. Erano molto diversi, anche come musicisti: Luigi più tradizionale, Gino più romantico».
Fu per lei che si sparò al cuore, restando miracolosamente vivo?
«No. Di me e Luigi ha saputo molto dopo. E non ci si uccide per le donne, ma per i fatti propri. Gli dissi: "Gino non è vero che mi ami, altrimenti non l' avresti fatto, rischiando di non vedermi più"».
C'è un mistero dietro il suicidio di Tenco?
«No. Non è vero quello che hanno detto, che l'ultima lettera non fosse sua; gli somiglia molto. Ritrovo Luigi in quel gusto per la sfida e la ribellione, nel fascino per i maudit, i maledetti, gli estremisti».
Perché finì con Paoli?
«Non ho mai pensato che sarebbe durata per sempre. Lui era già sposato, mia madre era contrarissima. Quando lei stette male e fu operata a Roma, volevo esserle accanto; ma Gino non si muoveva da Milano. Mi disse: "Se parti, finisce tutto". Partii. Finì, anche se mi pareva impossibile. Ci restò Amanda».
Il cinema quando comincia?
«Passò un fotografo in Versilia, le immagini finirono non so come a Pietro Germi, che cercava una ragazza per Divorzio all' italiana . Ho pensato che papà sarebbe stato d' accordo, diceva sempre: quella bimba lì è un' attrice. Così nel '61 andai a Roma, ma mentre Germi rifletteva io girai altri due film, Gioventù di notte e Il federale . Si arrabbiò moltissimo».
Con Germi girò anche Sedotta e abbandonata.
«Voleva una scena più realistica possibile. Dovevo attraversare la piazza di Sciacca con le comparse che mi mettevano le mani dappertutto gridandomi "buttana". Quella volta mi ribellai».
Lei sta con la Deneuve o con le donne di me too?
«Con le donne che denunciano. Sono amica della Deneuve; ma la libertà di importunare non esiste. È un tema che sento molto, fin da quando girai Io la conoscevo bene».
Qualcuno l'ha mai molestata?
«Mai. Sapevo mettere le cose in chiaro. Be', Depardieu sul set di Novecento allungava le mani; ma devo confessare che ero consenziente...».
Avete avuto una storia?
«Qualche gioco. De Niro invece era serio, professionale. Gérard alle nove del mattino si era già fatto una bottiglia di rosso».
E Bertolucci?
«Maniacale. Girammo tutta la notte, ma l' alba arrivò prima che avessimo finito. Si indignò con il Padreterno. Gli dissi: Bernardo, calmati, non puoi fermare il sole come Giosué».
Mastroianni?
«Meraviglioso con la sua leggerezza, la sua flemma romana. Riusciva a dormire pure al trucco. L'ultima volta lo vidi con gli occhi che lacrimavano dopo una blefaroplastica, mi disse: "Stefania, non ti far toccare mai". Gli ho dato retta».
Gassman?
«Finimmo all' ospedale insieme per aver mangiato sul set un polpettone avariato. Ci siamo divertiti moltissimo a fare Brancaleone . La scena del rogo della strega...».
«Appicciate lo foco!»
«A momenti muoio sul serio, soffocata dal fumo».
Regista il suo conterraneo Monicelli.
«Lo adoravo, ma quando era troppo duro intervenivo. Trattava malissimo il ragazzo che impersonava il figlio adottato dalla strega: "Muoviti trippone!". Reagii: "Mario se fai così me ne vado"».
Tognazzi?
stefania sandrelli non e stato mio figlio
«Non è vero che cucinava male, anzi. Ma una notte che alle 4 voleva farci le cotiche fritte, con il mio uomo di allora, Niki Pende, fuggimmo di soppiatto».
Sordi?
«Abbiamo riso come matti girando l'episodio dell' ascensore di Dove vai in vacanza?, con lui vestito da prete. Non è vero che fosse tirchio, era un uomo generosissimo, faceva del bene senza dirlo».
stefania sandrelli nel film la chiave
Manfredi?
«Tra i grandi è quello che mi attraeva di più. Io sono un po' puttanella, istintiva, credo al primo sguardo. Però ho un codice: mai con gli uomini di donne che conosco. E della moglie di Manfredi ero amica».
Moravia?
«Buffo da morire. Lo rivedo seduto sul divano di casa mia, o sbuffare annoiato a un concerto di musica contemporanea. Ho girato Il conformista , tratto da un suo romanzo. Ma quando Carlo Ponti, il produttore, davanti a Moravia tirò fuori un pacco di soldi per convincermi a interpretare La noia , rifiutai. Era un gesto volgare».
Però ha girato La chiave .
«Le scene erotiche non sono facili, quando incroci lo sguardo degli operai, dei cameramen. Così il primo giorno ho fatto una sfilata nuda, dicendo: "Sono fatta così". Sorrisero tutti. Abbiamo sdrammatizzato».
Davvero chiese 600 milioni per girare il seguito?
«La sceneggiatura di Miranda era troppo spinta: due da dietro, quattro con la bocca, sette con la mano... La mia agente mi tirò fuori. Ma resto legata a Tinto Brass, uomo ironico, delizioso».
Davvero Trintignant le scrisse una lettera d' amore?
«Stupenda. Quando sono triste la rileggo: "Sei come il mare che muta di continuo...". Alla fine mi chiedeva di raggiungerlo a Bruxelles».
Lei andò?
«No».
Non le piaceva?
«Mi piaceva molto, ma avevo un flirt con un produttore francese bellissimo, Humbert Balsan. Poi ebbi una storia con Mario Ceroli, l'artista: carattere ombroso, mi ha fatto vedere i sorci verdi».
Da molti anni il suo compagno è Giovanni Soldati, il figlio di Mario.
«Eravamo già amici; poi un giorno ballando un tango ci siamo guardati con occhi diversi. Quello nato da un'amicizia, dopo che hai pianto sulla sua spalla e lui sulla tua, è la forma più rassicurante d'amore».
Ne La prima cosa bella di Virzì lei interpreta la madre di Micaela Ramazzotti. C' è qualcosa di suo in lei?
«Sì, ma lei è più bella di quanto io sia mai stata».
Ora la vedremo nel nuovo film di Muccino.
«A casa tutti bene . È girato a Ischia. Per le nozze d' oro dei genitori arriva l' intera famiglia, il mare in tempesta ferma i traghetti, il passato riemerge. La famiglia al cinema l' ho masticata come il tabacco..».
Cosa pensa di Renzi?
«Ha un caratterino che dovrebbe imparare a tenere a freno; ma ha fatto molte cose. E poi sono da sempre di centrosinistra».
E di Berlusconi?
«Era drammatico; ora è comico. Mi fa più paura Grillo».
Perché?
STEFANIA SANDRELLI E GINO PAOLI
«È un uomo molto intelligente, all'inizio il suo movimento mi pareva utile a frenare spinte eversive. Ma è sbagliato illudere le persone, far credere che chiunque possa fare il parlamentare. Gino Paoli è molto amico di Grillo, sono pure vicini di casa, ma la pensa come me. Quando lo vede gli dice: "Beppe parliamo di tutto, tranne che di politica"».
Come vede la sfida di D' Alema?
«Mi interessa di più la Bonino».
Com'è finita la sua disavventura con il Fisco?
stefania sandrelli lando buzzanca
«Equitalia mi ha chiesto scusa: mi avevano messo assieme ai miliardari per un piccolo conto aperto in Svizzera per pagare le cure termali per la schiena. Il cinema non mi ha certo arricchita. Però mi ha dato una vita meravigliosa».
stefania sandrelli e vittorio gassmanstefania sandrelli e pietro germistefania sandrelli 3prima copertina stefania sandrelli su le ore novembre 1960 photo paolo costa,stefania sandrelli la chiave stefania sandrelli la chiavestefania sandrelli photo by gianfranco salisstefania sandrelli photo fiorenzo niccolii stefania sandrelli photo francesco escalar stefania sandrelli photo marco rossialessandro gassmann stefania sandrelli pino quartullo photo francesco escalarstefania sandrelli photo mario donderogino paoli e stefania sandrelli gino paoli e stefania sandrelliio sono mia stefania sandrelli maria schneiderstefania sandrelli photo mimmo cattarinich epocastefania sandrelli stefania sandrelli e dominique sanda ne il conformistagino paoli con stefania e amanda sandrelli stefania sandrelli nel film di pietro germi
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