annuncio di una escort

“LAVORAVO IN UN RISTORANTE A SETTE EURO L’ORA, NON SEMPRE IN REGOLA, ORA NE PRENDO 400” – LA STORIA DI “GIULIA B”, STUDENTESSA DI CRIMINOLOGIA CHE PER MANTENERSI FA LA ESCORT – LA RAGAZZA, CHE VIVE A MILANO, HA POCHI CLIENTI SELEZIONATI, NON PIÙ DI DUE O TRE NELLO STESSO PERIODO, MA FISSI: “COME IN UNA RELAZIONE. CON LORO NON C’È SOLO IL CORPO: CI SONO CENE, VIAGGI, MESSAGGI, CONFIDENZE. L’AMORE NON ESISTE, IL CONTROLLO SÌ” – “LA 'B' NON STA PER IL MIO COGNOME MA PER IL LATO MIGLIORE. CONTINUERÒ A FARE QUESTO LAVORO PER QUALCHE ANNO, FINO A CHE…”

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Estratto dell’articolo di Elisabetta Andreis per www.corriere.it

 

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[…] GiuliaB […] vive in un bilocale vicino a Paolo Sarpi: lì studia (Comunicazione e Criminologia) e nel tempo libero «lavora». Decide lei: orari, tariffe, clienti. Non ha un capo, non ha orari. Fa la escort.

 

«Per mantenermi agli studi ho sempre lavorato: prima in un bar, poi in un ristorante, poi in un negozio. Mi pagavano sette euro l’ora, non sempre in regola. Ora me ne danno quattrocento, e posso comprarmi quello che voglio». […]

 

Ha iniziato per caso e per rivalsa, poi il caso è diventato metodo. Comunicazione sui siti, appuntamenti nel suo alloggio o in Airbnb di lusso. Clienti selezionati: non più di due o tre nello stesso periodo, ma fissi. «Come in una relazione». Facoltosi, educati, spesso giovani, in carriera. Li filtra con una lunga telefonata. Con loro non c’è solo il corpo: ci sono cene, viaggi, messaggi, confidenze. «L’amore non esiste, il controllo sì».

 

Forse anche un’illusione di potere, oltre che di piacere. E poi la rivalsa: «È un mondo che altrimenti non avrei visto mai. A Milano tutto può essere accettato e gestito, anche ciò che altrove sarebbe considerato solo errore di cui vergognarsi».

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Giulia B — «la B non sta per cognome ma per il lato migliore», ironizza — ha quasi trent’anni. È nata a Milano, ma da ragazza si è trasferita vicino Roma con la famiglia. Lì è cresciuta, tra scuole di provincia e lavori brevi. Poi, l’anno scorso, è tornata a Milano per la Design week. Doveva restare pochi giorni. Invece ha dato un taglio netto ed è rimasta. «Almeno per qualche anno, fino a che non finisco l’università». Scende per gli esami, per il resto vive qua.

 

[…] Da poco più di un anno lavora così e già si organizza. A Milano sono almeno tremila le ragazze come lei. Stima prudente, dicono gli organizzatori di un convegno che poche settimane fa ha riunito — non a caso a Milano — sex worker, piattaforme, commercialisti e avvocati: il primo del genere. Un nuovo codice Ateco, un lessico amministrativo per il desiderio. Nessun intermediario: tutto online, tra recensioni e filtri. L’intimità è servizio, la distanza mestiere.

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Da corpo a brand. «Concordiamo tutto al telefono e prima di entrare mi consegnano la busta, a volte con un fiore — racconta Giulia —. Vivere nel lusso fa parte del lavoro. Non subisco: decido io cosa vendere e per quanto, a seconda di quello che voglio comprare». […] 

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